Vecchio pioppo!
Sei caduto
nello specchio
dello stagno addormentato,
piegando la fronte
al tramonto.
Non è stato il roco uragano
a spezzare il tuo tronco
né la pesante ascia
del boscaiolo, che sa
che tu devi
rinascere.
E' stato il tuo spirito forte
a chiamare la morte
vedendosi senza nidi, dimenticato
dai pioppi bambini del prato.
Gli è che tu avevi
sete di pensiero,
e la tua enorme testa centenaria,
solitaria, ascoltava i canti
lontani dei tuoi fratelli.
Non sarai più la culla
della luna,
né il magico riso
della brezza
né
il bastone di una stella
a
cavallo.
Non tornerà la
primavera
della tua vita, né
vedrai fiorire
i seminati.
Sarai
nido di rane
e di formiche.
Avrai
per capelli le ortiche
e un
giorno la corrente
porterà
via la tua corteccia
tristemente.
Vecchio
pioppo!
Sei caduto
nello
specchio
dello stagno addormentato.
Ti ho visto
cadere al crepuscolo
e scrivo
la tua elegia
che è anche la
mia. |