Il
gigantesco
rovere abbattuto
l'
intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant'anni che ha vissuto.
Ma
poi che Primavera ogni corolla
dischiuse
con le mani di velluto,
dai
monchi nodi qua e là rampolla
e
sogna ancora d' essere fronzuto.
Rampolla
e sogna - immemore di scuri -
l'
eterna volta cerula e serena
e
gli ospiti canori e i frutti e l’ire
aquilonari
e i secoli futuri …
Non
so perché mi faccia tanta pena
quel
moribondo che non vuole morire!
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