HA
UN’AZIENDA DI PULIZIE ED E’ ASSESSORE A MONFALCONE
«E’ senegalese
il friulano dell’anno»
Premiato l’imprenditore che dà lavoro a
italiani e immigrati
UDINE
«Non
penso che sia un premio alla mia persona, ma a un processo di
integrazione, di convivenza civile». E’ commosso Bou Konate,
senegalese che ha da poco compiuto 42 anni, vive in Friuli, a Legionari
(Gorizia), ha un’azienda che impiega africani e italiani ed è
assessore nel Comune di Monfalcone. A Udine gli hanno assegnato il
premio «Città Fiera», organizzato da Antonio Maria Bardelli, il
fondatore del centro commerciale che dà il «doppio» nome
all’iniziativa. L’anno scorso furono premiati grandi personaggi che
hanno portato gloria per il Friuli all’estero (tra loro lo scienziato
Mauro Ferrari). Quest’anno erano due i friulani: Domenico Lenarduzzi
(già direttore onorario della Direzione Generale Educazione e Cultura
della Comunità Europea) e, per la solidarietà, Piero Fantoni
(imprenditore che si è dedicato al sostegno di chi vive handicap
psichici). Il terzo riconoscimento lo si è voluto attribuire «al
contrario», cioè a chi, venendo da lontano, ha contribuito alla
crescita della Regione. E, allora, eccolo a raccontarsi, questo
senegalese-friulano, imprenditore di colore in un Nord-Est diverso da
quello che spesso viene dipinto. E che anzi lui vede come primo attore
del suo cammino fortunato. Bou nasce a Dakar il 23 novembre 1962. La sua
è una famiglia numerosa, che arriverà a 12 tra fratelli e sorelle.
Studia all’Istituo Tecnico Industriale Delafosse: «Alla fine delle
superiori vinsi una borsa di studio, desatinazione Canada. Partii».
Konate vive un’esperienza un po’ anomala: «A parte il clima, fino a
30 sotto zero, anche il rapporto con la gente era abbastanza freddo».
Forse è per questa doppia freddezza che, due anni dopo, vinta
un’altra borsa di studio, opta per l’Italia, Università di Trieste,
dove si laurea in ingegneria meccanica con una tesi su «Energia di
biomassa». La sua dedizione è tutta all’ambiente e la radice della
passione è senegalese: «Mi ci fissai quando avevo 13 anni. Andai con
alcuni pescatori in alto mare e lì vidi una tremenda, impressionante
moria di tonni, vicino a una raffineria. C’era un disastro ecologico e
ce n’era anche un altro: quei tonni li portavano a casa, li vendevano.
Da allora penso che non tutto quello che entra nelle nostre case, nelle
nostre vite, è sano». In Friuli trova il primo lavoro in un’azienda
tessile: responsabile della sicurezza, diventa direttore. Continua a
studiare e perfezionare teorie. Nel 2001 fonda una cooperativa di
servizi di pulizia (industriale e civile), di gestione magazzini,
rifiuti, piazzole ecologiche. Senza difficoltà? «Una cosa che ho
capito fin dall’inizio è che questa terra premia il lavoro. Se fai
bene diventi uno di loro. Anzi, è più giusto dire che diventi uno di
noi». Bou Konate si ritrova imprenditore senegalese che nel Nord-Est dà
lavoro a immigrati e gente del posto: «C’è un turnover molto alto,
c’è posto per tutti». C’è posto per tutti e ci sono ancora posti
dove lavorare per l’ambiente: «Fui contattato dal Comune di
Monfalcone. Mi spiegarono, con mia sorpresa, che avevano bisogno di un
assessore competente in materia. Rimasi perplesso. Come sarei stato
accettato, io straniero, a dire loro come organizzare una fetta dei
lavori comunali? Credo avessero fatto un sondaggio, insistevano. Dissì
di sì e mi ritrovai assessore ai Lavori Pubblici, ai Servizi pubblici,
al Patrimonio». Com’è oggi il rapporto? «Splendido, collaborazione
piena. E ho ritrovato un amico: il vicesindaco Marco Ghinelli era mio
compagno alla Casa dello Studente. L’integrazione è possibile sempre
quando tutti la vogliono».
Marco
Neirotti |