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La Stampa - 07 - 12 - 2004 |
L’ARCHITETTURA
DELLA RETE DEL FUTURO NON ASSOMIGLIA PIU’ A UNA RAGNATELA E SARA’
CARICA DI INFORMAZIONI PERSONALI Chi
navigherà, nel prossimo futuro, nel mare sempre più magno di Internet,
forse non lo troverà molto cambiato, all'apparenza. Ci saranno sempre
siti, hyperlink, motori di ricerca. Ma, in realtà, la rete sarà molto
diversa da quella che conosciamo. Ogni utente avrà un sito personale,
al posto dell'indirizzo di e-mail; con uno o più avatar - identità
virtuali - a fare da segretario e postino. I programmi non verranno più
scaricati sui computer ingombrando hard disk ipertrofici, ma verranno
presi in prestito (o a noleggio) dalla rete stessa. A cui poi faranno
ritorno. Immense banche dati si scambieranno informazioni in via
automatica. Virus benefici viaggeranno per i sistemi a riparare i danni
fatti dai virus cattivi, tappando buchi ed eliminando i programmi
abusivi. La quantità d'informazione in viaggio sulle autostrade
elettroniche sarà ancora più impressionante di quella di oggi. «Più
che a una ragnatela, l'Internet del futuro assomiglierà a una nuvola
carica d'informazione, pronta a distribuirla, a richiesta, sui personal
computer, sui palmari, sui telefonini, sugli schermi tv, sui cruscotti
delle automobili» spiega Mark De Simone, vicepresidente di Cisco, uno
dei colossi dell'informatica mondiale. De Simone, che si occupa del
marketing delle nuove tecnologie per l'Europa, l'Africa e il Medio
Oriente, è tra le persone, che nei centri di ricerca dei grandi gruppi
e delle università, sta lavorando all'architettura della rete che verrà.
Ha già diversi nomi: «Intelligent Information Network» per Cisco, «Business
agility» per Microsoft, «Adaptive Enterprise» per Hp, «Semantic Web»
in molte università. Ma un concetto comune, che sembra un'eresia
tecnologica: la rete intelligente. A dieci anni dalla rivoluzione delle
e-mail e del world wide web, la ragnatela digitale che avvolge il mondo
dà segni di cedimento per sovraccarico. I siti aumentano in maniera
esponenziale, la mole dell'informazione è sempre più difficile da
gestire. «Non è un problema di supporto, le nuove fibre ottiche
possono reggere un traffico cento volte maggiore quello attuale» dice
De Simone. «La questione centrale è la lettura dell'informazione, la
gestione dei dati. Fra poco saremo in grado di leggere non solo la
quantità di dati che scorrono sulle fibre ottiche, ma il tipo: se si
tratta di transazioni finanziarie, di commercio di beni, d'informazione
culturale o altro». Alcune tecnologie sono pronte. La Hp ha in cantiere
dei software di virtualizzazione di dati che girano su «macchine-rete«
della Cisco, chiamate MDS («Multi data storage»), in grado di spostare
il peso dell'informazione dai computer dei server alla rete. Dati
eterei. Ma forse i cambiamenti maggiori verranno grazie ai «mobile
agents», programmi nomadi che si spostano da un computer all'altro,
decidendo da soli dove andare. Alcuni si muovono già oggi sul web. La
«Agent technology roadmap» stilata da Michael Luck, un ricercatore
dell'Università di Southampton, li definisce «entità computazionali
autonome in grado di svolgere operazioni e risolvere problemi in sistemi
aperti». Programmi robot, insomma, in grado di scegliere e imparare.
Pare che i fratelli Wachowski si siano ispirati a questi software nel
creare i cattivissimi agenti in abito scuro che scorrazzano su «Matrix».
«Siamo alle porte di una vera rivoluzione dell'informazione via
Internet» dice Marcus Zillman, «libraio digitale», autore di un blog
sulle nuove tecnologie di ricerca sulla rete. «Algoritmi avanzati,
programmi d'intelligenza artificiale, agenti mobili sono gli strumenti
che cambieranno la rete». Secondo molti esperti, l'Internet futura
opererà come un supermotore di ricerca. «Se le persone fisiche avranno
un sito al posto delle email, possiamo immaginare che gli oggetti
avranno una sorta di indirizzo elettronico. Gli oggetti in commercio
avranno un codice che racchiude la loro storia, e si scambieranno
informazioni attraverso la rete» prevede De Simone. Come potremmo
immaginare gli archivi su Internet? «Archivi e banche dati saranno come
spugne capaci di attrarre l'informazione che gli serve, o manderanno dei
software cacciatori di news a cercarla». Sarà qualcosa di simile ai
software collaborativi, ma con il pilota automatico. Un esempio in
progress è ARKive, un archivio multimediale non profit sulle specie in
pericolo. Le stesse informazioni sono fruibili, in maniera diversa da un
bambino o da un professore universitario. Ma questa nuova Internet,
aperta e onnisciente, non sarà anche troppo pervasiva e vulnerabile? «Ci
saranno delle soglie oltre cui i programmi intelligenti non potranno
passare» replica De Simone. Intanto è stato già creato un protocollo
di esclusione per i software robot. Per essere «etico» un programma
intelligente deve essere disegnato per accettare questo protocollo. Un
principio che assomiglia molto a un mondo di fantascienza, quello di
Isaac Asimov e delle sue «tre leggi della robotica». Fabio Sindici |