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La Stampa - 07 - 12 - 2004

A BUENOS AIRES SI APRE LA CONFERENZA INTERNAZIONALE CONTRO L’EFFETTO SERRA
Disco verde al Protocollo di Kyoto
E da gennaio parte il mercato dei gas serra

BUENOS AIRES
E’ iniziata la Conferenza internazionale sul clima di Buenos Aires, è la decima e sarà una conferenza movimentata dove si deve parlare del protocollo di Kyoto e dell’abbattimento dei gas serra. Due temi su cui le nazioni si azzuffano. Ai lavori partecipano circa 5.000 delegati di 150 paesi, riuniti fino al 17 dicembre . Erano sette anni che l'accordo di Kyoto, che obbliga i paesi firmatari ad una riduzione sostanziale (5,2 per cento) delle loro emissioni entro il 2012, restava praticamente lettera morta a causa soprattutto del no degli Stati Uniti alla sua ratifica. La firma del documento da parte della Russia, avvenuta poche settimane fa, ha permesso ora di raggiungere il compromesso minimo di almeno 55 paesi, le cui emissioni totali di gas rappresentino il 55 per cento dell'ossido di carbonio rilasciato dall'uomo nell'atmosfera. «Sarà un vertice del buon umore - è l'ottimistico auspicio dell'ambasciatore argentino Raul Estrada Oyuela, fra i principali artefici dell'accordo siglato in Giappone nel '97 - La ratifica russa ha rinnovato lo spirito di questi importanti incontri annuali». Il 17 per cento di emissioni di gas a carico della Russia ha infatti consentito che il Protocollo di Kyoto entri in vigore ufficialmente già nel febbraio prossimo, anche senza la presenza degli Usa che col 25 per cento delle emissioni sono la pecora nera del riscaldamento climatico globale. Si punta all'approvazione di un'agenda di azioni concrete per ridurre le emissioni anche per affrontare un tema cruciale: quello dell'«emission trading», il commercio delle emissioni che in Europa prende il via con il nuovo anno. Dall’1 gennaio parte la «Borsa dei fumi» che prevede la possibilità di vendere e acquistare quote di gas serra per rispettare i limiti di riduzione dei gas serra dei diversi paesi. Le ultime previsioni parlano di un aumento della temperatura globale da un minimo di 1,4 gradi centigradi ad un massimo di 5,8 entro il 2100, e di un innalzamento medio del livello del mare che potrebbe raggiungere nello stesso spazio di tempo i 90 centimetri, la conferenza di Buenos Aires dovrà determinare con precisione anche le aree più vulnerabili alla luce di questi fenomeni del tutto nuovi. La stessa capitale argentina è fra le megalopoli più direttamente interessate da questi sviluppi climatici, con previsioni catastrofiche sul suo futuro non lontano. Non a caso è la seconda volta in sei anni che Buenos Aires viene scelta come sede del vertice climatico. Altro compito della conferenza sarà quello di decidere in che maniera verranno trasferiti finanziamenti e tecnologie dai paesi più industrializzati a quelli meno. Si dovranno inoltre imporre nuovi limiti anche a paesi in via di sviluppo, come Cina, India e Brasile, che malgrado non vengano obbligati specificamente dal Protocollo di Kyoto, dovrebbero diminuire fin d'ora le loro emissioni, spesso molto dannose in relazione a zone cruciali per l'equilibrio ambientale del pianeta, come è il caso dell'Amazzonia. Visto il ritardo con cui l'accordo di Kyoto inizierà adesso a funzionare, organizzazioni non governative di fama internazionale, come Greenpeace, tenteranno in questi giorni, a Buenos Aires di far estendere gli obblighi del Protocollo di Kyoto anche al di là della scadenza 2012. Nel mirino principale resta comunque la maniera con cui convincere giganti dell'inquinamento atmosferico, come Stati Uniti e Australia, a sottoscrivere il trattato.

r. cri.

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