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Nel
1956 la Corte di Cassazione si pronuncia a favore delle botte, purché
prenderle sia la moglie e a suonarle sia il marito, che è depositario,
sostengono i giudici, di un potere di correzione e di disciplina nella
compagine familiare. Per tutti gli anni ’50 i magistrati attribuiscono al
marito lo ius corrigendi e il controllo della corrispondenza della
moglie, in contrasto con i diritti riconosciuti dall’articoli 15 della
Costituzione. Soltanto nel ’63 la Cassazione afferma che “ deve escludersi
che al marito compete lo ius corrigendi nei confronti della moglie”. |