la Stampa locale - "Il
Lavoro" - 1950
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Continua
l'inchiesta sulle condizioni delle lavoratrici
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Alla
fornace di Castellalfero vige solo la legge dello sfruttamento
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Morto
di recente un operaio, nel forno a 94° di calore - Giovani lavoratrici
sottoposte a lavori pesantissimi - Paghe di fame e molte multe
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Il lavoro della fornace è
certamente tra quelli più faticosi che logorano l'organismo causando
ogni sorta di malanni con l'invecchiamento precoce, pur esso è tra i
peggio retribuiti.
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Secondo il contratto
nazionale il manovale specializzato riceve una paga oraria di L. 100,80
compresa l'indennità di contingenza, calcolando una mensilità di 192
ore, egli percepisce L. 19.353,60, un manovale comune percepisce
mensilmente 1786,80.
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Con certe paghe noi ci
dobbiamo domandare come è possibile anche soltanto nutrirsi come un
mestiere così pesante richiederebbe ; gli operai più giovani
(abbiamo visto dei giovani sui 18 anni) avrebbero bisogno di una
supernutrizione e di un periodo di riposo adeguati per sopportare le
fatiche della fornace, pure essi non hanno né uno né l'altro. Le loro
paghe sono pietose ; quando tornano la sera a casa la stanchezza ha
tolto loro anche l'appetito.
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Le lavoratrici si trovano in
una condizione ancora peggiore : a 18 anni esse ricevono, sempre
calcolando 192 ore lavorative mensili, L. 13.238,40 complessivamente ;
le più giovani ricevono un massimo di 11.424 a un minimo di 8.975,20.
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Ad esse sono riservati
lavori non meno pesanti di quelli degli uomini. Alle fatiche che chiede
di per sé la natura del lavoro, si deve aggiungere il metodo di
sfruttamento intensivo che la direzione adotta.
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Un caso che può dare
un'idea di tale metodo è quello dell'uso delle lavoratrici addette al
trasporto delle forme verdi dei mattoni all'essiccazione.
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Le forme sono prodotte da
una macchina alla quale vengono addetti due ragazzi. Ad essi il
direttore assicurò una percentuale sulla produzione superiore al
normale sino allora raggiunta. Stimolati dalla possibilità di aumentare
la paga i due giovani operai aumentarono la produzione notevolmente
caricando le povere ragazze addette al trasporto di un lavoro
insostenibile. Ogni persona di buon senso avrebbe ritenuto opportuno
aumentare il numero delle addette al trasporto , non così l'astuto
direttore : egli fece aggiungere al carrello per il trasporto un
nuovo piano portante, risolvendo ingegnosamente il problema. Le ragazze
dovettero trasportare un carico doppio.
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In un reparto situato sopra
i forni, le donne compiono lavori in un ambiente surriscaldato dalla
temperatura dei forni sottostanti ; il calore di questo ambiente è
reso ancora più insopportabile i pestilenziale dall'umidità dovuta
alla terra verde dei mattoni.
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Alcune piccole feritoie
poste in alto nel reparto devono essere tenute costantemente chiuse chi
si azzarderebbe ad aprirle sarebbe multato.
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I pochi elementi che abbiamo
narrati non possono che dare un'idea molto superficiale della vita grama
che le donne e gli uomini della fornace di Castell'Alfero sono
sottoposti.
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Ci rimane da parlare del
modo col quale sono state licenziate 4 lavoratrici più anziane per
assumerne altre molto meno retribuite che devono sobbarcarsi la stessa
produzione delle prime.
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Lo spazio tiranno ci
impedisce di continuare ; ci ripromettiamo di riprendere
l'argomento per mettere ancora in luce certe situazioni che non molti
conoscono e nemmeno immaginano.
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