la Stampa locale
- "La Voce" - 16/06/63
|
MATERNITA'
PROIBITA
|
Incredibile ma
vero : alla Conservatoria di Asti l'impiego è condizionato
all'impegno alla sterilità
|
Si sapeva grossomodo, che la
Conservatoria delle Ipoteche è un luogo in cui ci si preoccupa di
rendere pubblici e di conservare una molteplicità di atti di elevato
interesse pubblico e privato ; non si sapeva invece che tra le cose
da conservare devono annoverarsi anche le cattive consuetudini.
|
In altri termini :
conserva oggi, conserva domani, un Direttore di cotanta conservazione
finisce di scordarsi che in questo mondo c'è anche qualche cosa di cui
è molto meglio disfarsi. Il caso riguarda la prassi da anni adottata in
molte aziende - generalmente private - di licenziare il personale
femminile che commette "reato di matrimonio" e, ancor peggio,
quello di "maternità". Contro questa prassi c'è stata, non
molto tempo fa, una grossa campagna di stampa promossa da partiti,
organizzazioni sindacali e femminili. Ci sono state inchieste e proteste ;
interrogazioni al Parlamento, proposte di legge e infine la legge che fa
divieto di licenziare una dipendente quando questa contrae matrimonio.
|
Prima di questa il
Parlamento aveva già varato un'altra legge, detta "per la tutela
della lavoratrice madre" con cui si faceva divieto di licenziare
una dipendente durante la gravidanza e per un certo periodo successivo
alla gravidanza.
|
Il legislatore era stato
spinto evidentemente dalla necessità di liquidare un metodo adottato
nelle aziende private, che la coscienza comune condannava e che non
aveva trovato fautori nella pubblica amministrazione se non in casi
deprecabili, ma isolati, Ora ci troviamo di fronte proprio ad un caso
del genere che è lecito ritenere più grave, oltre che per il fatto di
avere trovato sede appunto in un ufficio dello Stato, anche per avvenire
quando ormai persino le aziende private hanno dovuto adattarsi al
disposto della legge.
|
Il 28 gennaio scorso veniva
assunta presso la Conservatoria RR.II. di Asti la signora Flavia Sculati
in Musso, con le funzioni di dattilografa copista. Dopo due settimane di
lavoro, l'assunzione assumeva carattere definitivo avendo la Sculati
dato sufficienti prove di abilità nelle sue mansioni. Passava ancora
qualche giorno e la nuova impiegata s'accorgeva che, forse, avrebbe
dovuto dare al marito quella che generalmente si dice essere una lieta
novella. Si fece visitare e ne ebbe conferma, insieme purtroppo, alla
disposizione del medico di farsi ricoverare per ulteriori esami e cure
preparatorie. Comunicò allora la cosa al Direttore dell'Ufficio ed ebbe
assicurazioni che il suo impiego sarebbe stato conservato quanto dispone
la legge. Forse ebbe anche gli auguri di prammatica.
|
A questo punto accadde
qualcosa che noi non siamo in grado di sapere (o forse non accadde
nulla) ; fatto si è che l'Ufficio della Conservatoria cominciò a
preoccuparsi per la salute della propria dipendente telefonando
ripetutamente ai familiari per chiedere notizie.
|
Per la verità la premura
era piuttosto intesa a sapere quando la Sculati avrebbe ripreso il
lavoro che non a conoscerne lo stato di salute. Si sarebbe detto che le
sorti della Conservatoria erano legate alla immediata ripresa di quel
lavoro di copiatura che la incipiente maternità della giovane aveva
bruscamente interrotto.
|
Purtroppo le cure mediche
dovevano prolungarsi e i sanitari - con assoluta noncuranza per la
Conservatoria della Repubblica - disponevano il suo trasferimento in
Ospedale dove rimaneva in chissà quale spensierata allegria e dolce far
niente fino al 6 marzo.
|
Non soddisfatta di essersela
spassata così a lungo a spese dello Stato la signora Sculati, uscendo
dall'ospedale, anziché andarsene a casa alla chetichella, magari
protetta dall'oscurità della notte, passò nientemeno che in un negozio
e vi si trattenne impunemente per fare acquisti, quelli, forse, nei
quali una giovane sposa in attesa del suo primogenito usa attardarsi.
|
Manco a dirlo qualcuno la
vide e ne riferì alla Conservatoria dove l'indignazione deve essere
giunta al colmo.
|
Il giorno dopo la signora
Sculati riceveva la lettera di licenziamento, o meglio, una elaborata
missiva, datata un po' prima di quanto apparisse verosimile dall'onesto
timbro postale, nella quale, accusando la dipendente di non aver
compiuto qualche atto sacramentale delle leggi INAM, la si considerava
dimissionaria.
|
Grosso modo, il motivo del
licenziamento dovrebbero trovarsi nel fatto che la giovane non aveva
notificato, con dichiarazione medica, la sua assenza per malattia per
cui l'Ufficio la riteneva dimissionaria o assente ingiustificata.
|
Ma tale formula appare
subito pretestuosa quando si risalga ad un precedente che merita essere
riferito in tutta obbiettività : all'atto della sua domanda di
assunzione, il Conservatore chiedeva alla Sculati di allegare alla
domanda stessa una dichiarazione medica in cui apparisse che alla non
era in grado di procreare. Lì per lì la richiesta veniva considerata
alla stregua di uno scherzo di cattivo genere, per cui la giovane si
limitava a borbottare che avrebbe provveduto prima o poi, ma più tardi,
di fronte alle insistenze dell'Ufficio ne sollecitava il rientro al
lavoro mentre la donna era ricoverata in Ospedale, si comprendeva che la
notizia della gravidanza era stata accolta come una vera e propria
violazione agli impegni di lavoro o quanto meno un tentativo deliberato
dalla nuova assunta di sorprendere la buona fede dei suoi Superiori. E
tanto ciò era vero che in certe trattative intavolate nell'intento di
evitare ancor più gravi conseguenze intavolate nell'intento di evitare
ancor più gravi conseguenze per la Sculati dall'atteggiamento della
Conservatoria, fu ribadito da un alto funzionario dell'Ufficio che se di
inadempienze si doveva parlare, queste potevano solo farsi risalire alla
giovane che aveva avuto l'ardire di accingersi a diventare mamma mentre
prestava servizio all'ombra dell'emblema dello Stato ; di quello
scudo insomma che tutti vediamo appeso a fianco del bel portale di
piazza Roma !
|
In ogni caso, riprendendo la
nostra mesta cronaca, attuandosi il proposito dei Funzionari
responsabili della Conservatoria, la giovane avrebbe dovuto perdere
l'impiego prima ancora di acquisire il diritto alla assistenza
mutualistica e proprio nel periodo delicato della maternità ; la
qual cosa commenta meglio di ogni altra questo episodio, conclusosi poi
melanconicamente con la dichiarazione della Sculati di rinunzia
all'impiego e ciò per poter incassare quanto essa aveva maturato di
stipendio, nelle settimane di onesto e indefesso lavoro prestato con
impegno al servizio della Conservatoria.
|
Rifiutiamo ogni commento ;
invoglierebbe una valutazione che, oggi, alla stampa non è concessa ;
ogni onesto cittadino potrà invece meditare sui fatti che abbiamo
esposto e formarsi un convincimento da conservare, a lungo.
|