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storia delle donne APPROFONDIMENTO 3

APPROFONDIMENTO - POLITICA

  di Agnese Argenta

Stampa Locale

"Il Lavoro" - 6/12 Marzo 1946

8 MARZO

Col primo sole primaverile, si apre per tutte le donne un orizzonte di tranquillità di serenità, di speranza, smarrite per tanti anni nelle guerre, nelle stragi, nel terrore. Le donne italiane festeggiano il loro giorno insieme a quelle di tutti i paesi; festeggiano la fine della guerra, la vittoria sul fascismo; festeggiano il riaffermarsi della democrazia che vuole la emancipazione e l'elevamento della donna nella vita sociale politica e culturale e chiedono a gran voce i loro diritti.

Ancora una volta le donne chiedono che con la nuova costituzione italiana vengano spezzate quelle catene che le tengono legate e che venga riconosciuta alla donna la piena uguaglianza giuridica dei diritti civili e politici nei confronti dell'uomo. E nelle sue rivendicazioni immediate la donna chiede che le venga garantita la possibilità di lavorare onestamente; che il lavoro femminile sia protetto con tutte quelle assicurazioni e misure di previdenza sociale di cui gode l'uomo, che si studino particolari misure pr assicurare la necessaria assistenza anche alle donne di casa che rappresentano la più numerosa categoria di lavoratrici, che vengano costituite anche per le giovani scuole professionali e di avviamento. Ma fra le loro rivendicazioni le donne italiane mettono in primo piano uno dei problemi più scottanti, quello che viene loro a cuore più di tutti gli altri: la difesa della maternità e d'infanzia.

Compito grande questo, compito nazionale che le donne nelle loro diverse associazioni hanno già conosciuto ad assolvere. Ma ora esse chiedono che proprio in quanto assistenza che esse svolgono va prendendo proporzioni così così grandi che non sono più quelle di una normale beneficenza privata o di istituto lo Stato intervenga per aiutare le loro iniziative, che costituisca un Ente Ufficiale di Assistenza che coordini e controlli le varie attività in questo campo scontando i fondi là dove essi sono cioè nei forzieri degli speculatori e dei profittatori fascisti, realizzando quella solidarietà nazionale che è condizione necessaria di una rapida ricostruzione del paese.

Marzo 1945. Allora il mondo era ancora in guerra: le orde fasciste e tedesche terrorizzavano, trucidavano, depredavano. In quel giorno mentre nelle zone liberate dell'Italia le donne si battevano per la conquista delle loro rivendicazioni pratiche nel Nord le loro sorelle si battevano con le altre armi con altri mezzi, ma con la stessa tenacia e con gli stessi ardimenti; distruggere il fascismo. In quello stesso giorno in cui rivendicavano i loro diritti, le donne sapevano bene quali erano i loro doveri, e questi doveri adempivano a costo della loro stessa vita.

Ma non è finita la lotta per le donne italiane, la pace nel mondo è tornata ma nelle case italiane e nelle campagne ancora minate, nelle catapecchie misere e tristi, per i disoccupati, per i bimbi senza pane, per le famiglie senza casa, la pace non è tornata ancora, Il fascismo non è ancora morto in Sicilia ci sono coloro che speculano sulle miserie del popolo, che conservano intatte le loro ricchezze accumulate col fascismo, Questa è la guerra che ancora devasta il Paese, che ancora pesa sulle donne italiane. I l'8 marzo oggi si apre su un'Italia che inizia unita non fiducia, sia pure faticosamente, la sua ricostruzione; al contrario questa viene ostacolata e resa appositamente difficile da coloro che seguitano a mettere i loro egoistici interessi al di sopra di quelli della Nazione.

Questa nuova lotta è dura e difficile: e perciò da combattersi con accanimento. Ed abbiamo una arma nuova, efficace per stroncare ogni residuo di fascismo per dare all'Italia la pare e la democrazia, abbiamo il voto.

L'8 marzo quest'anno è proprio alla vigilia delle elezioni. Il popolo può dire finalmente chi è colpevole, di tante rovine, e deve scegliere chi può salvare il paese e portarlo su una nuova strada basata sulla giustizia e sul lavoro. Anche le donne che durante la guerra di liberazione nazionale entrarono così impetuosamente nella vita politica del paese, diranno la loro parola, perché hanno capito come la politica è strettamente legata alla loro vita familiare, alla sorte dei loro figli.

Noi non abbiamo paura che il voto alle donne sia contro la democrazia.

Le donne italiane hanno provato a loro spese nelle difficoltà e nelle miserie quotidiane, con la separazione dai loro uomini che partivano per una guerra infame, vicino ai bimbi tremanti di freddo cos'è stato il fascismo; ed esse sanno oggi una cosa molto bene e molto chiaramente: che esse non vogliono più il fascismo che esse tutte, le mamme, le spose; le lavoratrici, voteranno contro il fascismo, voteranno perché il fascismo non torni mai più.

L'8 marzo è una giornata di tutte le donne: casalinghe, massaie, operaie, contadine; professioniste; scendete, questo è il giorno di gioia nelle famiglie, nelle fabbriche, negli uffici. E siano gli uomini, i fratelli, i mariti, i figli, i compagni di lavoro a rendere omaggio in questo giorno alle loro donne. Sarà un segno di giusto riconoscimento della donna che, quando la Patria ha chiamato, ha saputo combattere, ha saputo morire: della donna che si è ormai svegliata dal lungo torpore a cui è stata obbligata per secoli, e che si è levata in piedi, per far sentire la sua voce conscia dei suoi doveri verso la Patria e la famiglia e dei suoi diritti da rivendicare.

L'avvento della donna alla vita politica come forza autonoma, che abbia coscienza di quello che si fa attorno ad essa, che sia capace di guidare secondo il buon senso e di imporre una determinata linea di condotta ai dirigenti di tutto il paese è non solo necessario, ma indispensabile, se vogliamo fondare un regime di pace e fare della famiglia un fattore di pace anche nei rapporti internazionali.

Palmiro Togliatti


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