Stampa locale durante
il periodo bellico
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"Asti Repubblicana" -
22/01/44
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Donne
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Nobilissime lettere di donne, hanno
riportato i giornali, e continuamente ne giungono a tutte le redazioni:
di madri di Caduti che dichiarano il loro orgoglio di aver dato alla
Patria il proprio figlio, di madri di giovani soldati che affermano che
recherebbe loro minor strazio il saperlo votato all'eroica morte che il
saperlo salvo a prezzo di una viltà; di spose che alla Patria offrono
il loro pianto tanto umano, che solo può confortare la coscienza della
loro missione di rescere i figli al culto della memoria del caro Caduto
e dell'ideale per il quale egli diede la vita; di fidanzate che alla
Patria hanno orgogliosamente offerto la rinuncia al loro sogno d'amore.
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Ci commuove la fierezza di una madre
e di una sposa che in un annuncio di giornale ricordano il loro
congiunto nell'anniversario del suo eroico sacrificio "a coloro che
serbano fede al culto della Patria e dell'onore". Giusto. Gli
altri,coloro che più non credono alla Patria e non si preoccupano
dell'onore, non son degni neppure di pensare ad un eroico Caduto.
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Sono lettere, sono atteggiamenti che
ci confortano, che ci riempono l'animo di reverenza verso la vera
femminilità,verso la santa maternità delle donne vere, delle donne che
non rinnegano la loro alta dignità di genitrici di uomini, che
nobilitano la santa missione procreatrice di esseri umani dotati di
un'anima nella quale vive il soffio della divinità.
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Di fronte a queste madri, a queste
donne noi c'inchiniamo reverenti e benediciamo Iddio di poter
riconoscere in esse il volto venerato di nostra madre, di poterle
accomunare nel nostro affetto e nel nostro rispetto alle donne di casa
nostra dall'animo educato allo stesso nobile sentire.
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Quanto lontane da loro, quanto
diverse, tanto da sembrare possibile appartengono alla stessa umana
famiglia, quelle madri pavide e meschine che della maternità non
sentono se non l'istinto bruto: non il nobile, umano, generoso, fiero
amore che le faccia desiderare di crescere nel figlio un uomo d'onore e
di virtù virile, ma soltanto l'istinto puramente fisico che le induce a
sottrarlo ad ogni costo al pericolo, anche a costo di farne un essere
spregevole per viltà e di esporlo alla vergogna ed al disonore; quelle
madri che si acconciano a sopportarli, anzi a volerli imbelli e vili pur
di sentirsi accucciati intorno a sé i propri miserabili cuccioli
uggiolanti di timore; quelle femmine che dell'amore non intendono che il
legame carnale e non sentono orrore dell'amplesso di un essere abbietto
senza coraggio e senza lealtà, anzi lo incitano a sottrarsi al dovere
ed a rinunciare all'onore pur di tenerlo avvinto a sé con un legame che
dell'amore umano e divino non ha che il nome usurpato!
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