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la titolazione Da un punto di vista tecnico, secondo la tradizione, il titolo si compone principalmente di quattro parti. Il titolo vero e proprio, e cioè la frase graficamente in maggiore evidenza (ha il compito di dare la notizia) , l’occhiello (il titoletto che si trova sopra il titolo, ha il compito di introdurla), il sommario ( simile all’occhiello, di solito redatto su più righe, collocato sotto il titolo, o sotto la foto o talvolta anche incassato nel testo. Deve chiarire la notizia) ed il catenaccio (un vero e proprio secondo titolo, di solito sistemato sotto il sommario, con cui si mette l’accento su un aspetto importante della notizia). L’unico elemento che non può mai mancare è ovviamente il titolo, invece occhiello, sommario e catenaccio possono o non possono esserci. L’obiettivo primario da raggiungere è quello di offrire al lettore una sintesi accattivante che lo invogli a leggere l'articolo o che, per lo meno gliene offra una brevissima sintesi. Tenendo conto del fatto che il lettore
medio scorre il giornale più che leggerlo, è molto probabile che la sua
informazione su molti argomenti derivi più dalla lettura del titolo che
da quella dell'articolo. Ne risulta che la titolazione diventa un elemento
informativo di grande importanza. Per questo è sottratto al giornalista e
curato direttamente dal comitato di redazione del giornale che
tendenzialmente lo formula in modo da offrire, insieme alla notizia,
alcuni elementi anche interpretativi della notizia stessa. Da un punto di vista formale i titoli si dividono in due categorie: caldi (o ad effetto o emotivi) e freddi (o informativi). Sono caldi i titoli che danno la notizia in maniera diretta (ad es. FALCONE ASSASSINATO oppure LA DESTRA VINCE LE ELEZIONI) o che puntano sugli aspetti emozionali collegati alla notizia stessa (appartengono a questa categoria molti titoli ad una sola parola, tipo TERREMOTO o DISASTRO AEREO ecc). Sono freddi invece i titoli che puntano di più su dati di fatto (ad es. FUGA DI GAS, CROLLA UNA PALAZZINA). Sempre più usati, inoltre, i titoli che riportano stralci sintetici di dichiarazioni dei protagonisti della notizia stessa (ad es. << UNA BANDANA AL POSTO DEL VELO >>, dichiarazione di musulmani moderati sulla legge francese che vieta l'esibizione di abbigliamento di tipo confessionale). Dal punto di vista delle funzioni comunicative, un titolo può avere, al di là dell0 scopo puramente informativo, anche funzione espressiva: tutte le volte che cerca di sollecitare emozioni nel ricevente (usando parole ad effetto o puntando sugli aspetti più tragici di una vicenda: dire ATTENTATO: STRAGE DI CIVILI è diverso che dire ATTENTATO: 12 MORTI) funzione imperativa: tutte le volte che formula una valutazione alla quale indirettamente chiede al lettore di aderire. Da questo punto di vista risulta molto importante l'uso dell'aggettivazione e la scelta delle parole (è diverso titolare GRANDE INDUSTRIA: PERSI 19 MILA POSTI DI LAVORO oppure LA GRANDE INDUSTRIA SFORNA 19 MILA DISOCCUPATI IN PIU'. Allo stesso modo è diverso dire L'ECONOMIA ITALIANA RISTAGNA oppure LA RIPRESA SI FA ATTENDERE oppure SEVERO MONITO DEL QUIRINALE rispetto a IL RICHIAMO DEL QUIRINALE in relazione ad un discorso del presidente della repubblica sulle vicende politiche. Interessante è anche lo stile dei
titoli. Dovendo infatti sintetizzare al massimo la notizia, prevale generalmente
lo stile nominale (senza verbi espressi come UN ESAME DI STATO ANCHE PER
LA LICENZA MEDIA, che sottintende CI SARA' oppure AUTOBOMBE E
AGGUATI, IRAQ NEL SANGUE, che sottintende SI SONO VERIFICATI ATTENTATI
CON). |