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1. 20.000 a.C.-1492: GLI INDIANI PRIMA DEI BIANCHI ALIMENTAZIONE DEGLI INDIANI La
dieta dei nativi era composta essenzialmente di prodotti coltivati, integrati
nell’alimentazione da piante selvatiche e da selvaggina: essenzialmente cervi
e orsi. La pesca aveva un ruolo relativamente marginale, benché praticata
sistematicamente. Quest'economia di sussistenza rendeva la popolazione delle
diverse etnie della regione indipendenti dal buon raccolto annuale. Le zone
coltivate erano limitate alle fertili terre lungo i fiumi, lavorate con
attrezzi semplici, ma efficaci. La loro fertilità dipendeva ogni anno (come
anticamente nella valle del nilo) dal limo delle inondazioni primaverili. Il
miglior suolo dove far crescere il mais erano le terre adiacenti ai fiumi. Le
donne indiane avevano l’onere gravoso e la responsabilità della cura dei
piccoli campi. Entrambi i sessi erano però parimenti impegnati nella cura di
estensioni comuni di terreno, divise in lotti familiari (un sistema che ricorda
l’ayllu degli inca), anche se ognuno lavorava ciascun lotto assieme agli
altri componenti della tribù. Parte
del raccolto era poi consegnato al capo finché lo distribuisse alle persone
bisognose. Fagioli
e viti crescevano attorno agli steli del mais. Cereali, fagioli e zucche erano
i prodotti principali coltivati dagli indiani. I
cibi venivano posti in stoviglie, zucche o ciotole di legno, e mangiati con le
dita o con cucchiai fatti di corno, legno o zucca. Arrostire
e bollire erano due metodi favoriti di cuocere la carne. Conigli,
opossum, scoiattoli e altri piccoli animali venivano scuoiati, ma non
sventrati, e cotti interi. Pesci e altri piccoli animali, e pezzi di carne,
erano spesso infilzati in spiedi e arrostiti su un fuoco all’aperto (qualcosa
che rammenta la nostra grigliata di carne e pesce con il barbeçue, durante i
pic-nic all’aperto) . Stufati
di carne bollita, secca o fresca, con verdura e polenta, erano molto comuni. Le
carni di orso e di cervo venivano fatte bollire con grano verde e zucca, i
fagioli erano cotti con carne condita con grasso di orso. Il cibo vegetale più
importante mangiato dagli indiani era il mais. Gli indiani natchez del
mississippi producevano grandi quantità di mais e altri cereali, con cui
preparavano la polenta dentro un mortaio ricavato da un tronco d’albero. I
choctaws preparavano una zuppa di polenta acquosa chiamata tanfula, mentre la
polenta bollita con la carne era chiamata pishofa. Anche il frumento era
ridotto in farina dentro un mortaio. La
farina fine era usata per preparare pane di frumento, bollito o infornato,
mentre la farina meno raffinata era usata per le zuppe. Piccole focacce erano
fatte con fave bollite mescolate con una polpa nel mortaio. I semi di zucca
venivano arrostiti e mangiati. I
cibi selvatici erano una parte importante nella dieta degli indiani. Patate di
palude venivano seccate e polverizzate e usate come farina da polenta,
soprattutto durante i mesi invernali. Speciali accorgimenti erano escogitati
per eliminare i veleni naturali presenti nei tuberi, che venivano poi mescolati
in una farina gialla che poteva presentarsi sotto forma di gelatina (come il
“coontie” rosso). A
parte la frutta non cotta e le noci, gli indiani mangiavano pochi vegetali
crudi. Bevande speciali erano preparate con radici, erbe e frutti. Non
esistevano bevande alcoliche prima dell’introduzione del rhum da parte degli
europei. Il
riso selvaggio è invece un cereale della famiglia delle graminacee (detto
anche riso degli indiani) tipico delle zone paludose dell'america
settentrionale. Ha chicchi neri, lunghi 1,5 cm ca., viene raccolto a mano ed è
tipico della cucina creola. Le
rape selvatiche e le patate della prateria accompagnavano i piatti a base di
carne. Grazie
agli indiani si è potuto intraprendere la conoscenza delle radici come la
genziana (radice consumata secca)e il bitterroot (radice amara) gli venivano
attribuite proprietà benefiche per la salute,considerata sacra come la
salvia,il cedro,l’assenzio venivano utilizzate per inalare gli aromi insieme
con il vapore nelle famose capanne del sudore. La loro adorazione alla
natura,era così speciale,che facevano feste in onore delle radici, ad aprile e
per i mirtilli ad agosto. E,
non oltre hanno scoperto diverse piante:
Fra
la frutta selvatica molto comuni erano i lamponi, le ciliegie, le susine, le
prugne. TITOLO:
Una storia degli indiani del Nord America Ivana Chiusano |