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3. 1640
- 1783: L'OCCUPAZIONE INGLESE
1640. Guerre irochesi. Gli uroni
Gli uroni si rendono rapidamente conto che hanno tutto da guadagnare da un’alleanza con i francesi: il sostegno e le armi di questi stranieri potrebbero rilevarsi preziosi in caso di attacco da parte degli irochesi e, dal punto di vista commerciale, si garantiscono lauti guadagni per la loro posizione di intermediari fra gli algonchini, fornitori di pellicce, e i centri di raccolta francesi. Come gli uroni nei confronti dei francesi, così gli irochesi occupano una posizione chiave fra algonchini e olandesi. Una posizione che sono ben decisi a sfruttare al meglio: decidono dunque di eliminare quei potenziali concorrenti che sono i moicani e di impedire algli algonchini di avventurarsi nelle loro terre. Gli irochesi costringono così gli olandesi a trattare con loro per avere le pellicce e ottengono in cambio di essere riforniti di armi da fuoco e munizioni: grazie ai fucili olandesi, i mohawk diventano in pochi anni la tribù più temuta dell’est. Per affrontare questa crescente
minaccia, algonchini e uroni vorrebbero avere dai francesi il più ampio
sostegno… e soprattutto armi da fuoco. I francesi invece esitano ad
armare i loro alleati e distribuiscono i fucili con molta cautela: su
consiglio dei padri gesuiti, solo gli uroni convertiti sono considerati
degni di portare le armi. Questo perché dal 1640 circa la confederazione
degli uroni è divisa, e quindi indebolita, fra i seguaci delle tradizioni
e i convertiti al cattolicesimo. Sono solo questi ultimi a ricavare
vantaggio dall’alleanza francese e del resto sono anche i più ostili
verso gli irochesi, mentre i tradizionalisti sarebbero abbastanza disposti
a trovare un accordo con i loro fratelli-nemici. I guerrieri uroni, per
quanto siano coraggiosi, pagheranno assai cara questa mancanza di unità. Gli
irochesi Il periodo delle guerre irochesi inizia verso il 1630 quando i mohawk si gettano sugli algonchini del fiume Ottawa. Dieci anni dopo gli stessi mohawk lanciano i loro attacchi contro i francesi del San Lorenzo. Nel frattempo la Lega irochese è impiegata a fondo nel progetto di spezzare il potere degli uroni per controllare il mercato delle pellicce del nord-est e costringere i francesi a intrecciare con loro rapporti commerciali. La strategia degli irochesi è semplice: creare un clima di terrore per tagliare le vie di rifornimento del mercato delle pellicce. Per conseguire questi obbiettivi gli irochesi organizzano imboscate lungo i fiumi, affondano le canoe di passaggio, massacrano gli altri indiani, prendono in ostaggio i francesi per poi chiedere esosi riscatti. Le scorrerie si estendono dall’Atlantico ai Grandi Laghi: i villaggi degli uroni cadono uno dopo l’altro, i raccolti sono distrutti, le donne e i bambini presi prigionieri, i guerrieri torturati a morte. In pochi anni gli uroni sono spazzati via. I sopravvissuti trovano scampo nel Québec o fuggono verso occidente. Nell’inverno tra il 1649 e il 1650 gli irochesi penetrano nel cuore della regione dell’Ontario e minacciano i neutrali. Poi si scagliano contro gli erie, che avevano accolto gli uroni in fuga ed erano i padroni della valle del fiume Ohio, ricco di castori. Nonostante un’eroica resistenza, gli erie saranno totalmente sterminati nel 1650. La bramosia di potere degli irochesi e la lotta per il monopolio del mercato delle pellicce non bastano però a spiegare la violenza degli scontri o la durata di una guerra che semina distruzioni per mezzo secolo. Alle motivazioni strettamente economiche bisogna infatti aggiungere i fattori più specificamente culturali. La vendetta trascina nella lotta parenti e amici dei caduti e mantiene vive le motivazioni dei conflitti. Inoltre, una totale incomprensione dei confronti degli indiani è all’origine della quarta guerra irochese, che oppone per dieci anni, dal 1657 al 1667, le “cinque nazioni” e i francesi. Tutto ha origine dall’uccisione di tre francesi: per rappresaglia, il governatore Nouvelle France dà ordine di catturare gli irochesi presenti nella colonia. I loro capotribù e le loro famiglie reclamano la liberazione di questi innocenti, ma le autorità francesi la negano, cosicché qualche settimana dopo la guerra si riaccende. L’ attacco irochese coglie i francesi alla sprovvista: la Nouvelle France non solo è poco popolata, ma non ha neppure forze armate. La Lega semina il terrore nella colonia francese organizzando esecuzioni in pubblico e crudeli torture, da cui però, sono astenuti donne e bambini i quali vengono portati nei villaggi e adottati. I francesi non restano inerti, ma mancano di mezzi: allora i coloni e i coureurs de bois (sono così chiamati i francesi che trafficano con gli indiani, poiché “corrono nei boschi” iniziano a combattere “all’indiana”, tenendo imboscate e mostrandosi spietati come i nemici con i prigionieri. Ma la loro capacità combattiva rimane inferiore a quella di un contingente militare ben armato e i governatori inviano alla Corona richieste sempre più pressanti e disperate. Nel 1665 il Re Sole invia un reggimento di un migliaio di uomini armati anche di cannoni. Ben presto la situazione diviene insostenibile per gli irochesi, che devono battersi su più fronti: oltre alla guerriglia con gli erie, affrontano i susquehannock, sostenuti dagli inglesi del Maryland. Così, nel 1667, la Lega irochese manda parlamentari a Québec e giunge a un accordo di pace con i francesi. Gli irochesi, eliminati i principali rivali indigeni nel commercio delle pellicce, si ritrovano da soli di fronte alle due potenze europee che sperano di spartirsi l’America settentrionale: la Francia e l’Inghilterra. Sono bastati cinquant’anni per disintegrare il mondo indiano del nord-est: intere tribù sono state sterminate dalle epidemie e dalle guerre, usi e costumi hanno subito profondi mutamenti sotto la spinta europea TITOLO:"I
Pellerossa popolo delle praterie" Romina Anziano |