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1865
- 1914: LA CONQUISTA DEL WEST
L’IMPERO
DEL BESTIAME
L’impero del bestiame è un tipico prodotto
dell’ovest americano che affonda le sue radici nel XVI secolo, quando gli
Spagnoli colonizzano l’America centrale, potandovi tra l’altro il loro
bestiame. Nel XVIII secolo i bovini raggiunsero il Texas dove trovarono un
ambiente ideale per moltiplicarsi.
Ciò
che distinse l’allevamento del West da quello delle fattorie dell’Est fu
l’uso costante del cavallo in tutte le fasi del lavoro.
L’impero del bestiame nacque per la congiunzione alcuni elementi: i bovini
longhorn messicani, i robusti cavalli indiani, i cowboy americani e i
pascoli non recintati, nei quali le mandrie pascolavano sul
terreno del demanio pubblico poichè non vi
era altro proprietario che lo Stato.
Sostanzialmente il grande business del bestiame ebbe inizio negli anni
successivi alla guerra civile. Durante questo periodo furono interrotti tutti
i movimenti dei bovini verso il nord, a causa del blocco economico e
militare.
Al ritorno della guerra, nell’estate del 1865, gli allevatori (che erano stati obbligati ad
arruolarsi nel esercito) dovettero riordinare i propri interessi. Fu necessario organizzare
dei roud up (raduni), uno in primavera e uno in autunno, con lo scopo
di dividere le mandrie che pascolavano confuse nei
pascoli aperti e marchiare i capi non ancora contrassegnati.
Nel
raduno autunnale si marchiavano i vitelli nati durante l’estate e quelli
dimenticati nel raduno precedente, mentre in quello primaverile, il più
importante, venivano selezionate le bestie da portare sui
mercati del nord.
Erano i cowboy ad occuparsi
della cura delle mandrie.
Essi erano ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni che affrontano la
vita monotona ma spesso pericolosa del pascolo.
L’abbigliamento tipico dei cowboy era teso ad evitargli il benché minimo
impedimento, era pratico per il lavoro e comodo per dormire; dato che la
maggior parte delle
volte essi non potevano spogliarsi.
Il capello era uno
Stentson a larghe falde, i cui usi erano molteplici: proteggeva dal sole e
dal freddo della notte e funzionava come cuscino.
La camicia di lana era portata aperta sulla gola per lasciare intravedere un
fazzoletto di seta che veniva usato per coprire la bocca.
Sopra i pesanti pantaloni da lavoro erano portati i gambali di pelle per
proteggere le gambe dagli arbusti della prateria.
Elemento fondamentale dell’abbigliamento del cowboy era i guanti che venivano
indossati tutto l’anno e proteggevano le mani dal freddo e dalle bruciature
delle corde.
Gli strumenti di lavoro del cowboy erano due: la frusta e il lazo. La frusta
era una striscia di cuoio che veniva legata al polso per essere sempre a
portata di mano.
Anche gli uomini del pascolo portavano la Colt, anche se la usavano il meno
possibile. La Colter “Six Shooter” (Sei colpi) si diffuse nel territorio
delle Grandi Pianure. Fu inventata da Samuel Colt nel 1835.
Alcune città si svilupparono e vissero
sul commercio del bestiame.
Dopo settimane di monotonia, i mandriani giungevano a destinazione. Le città
che costituivano il punto di incontro con i compratori, offrivano agli
uomini del pascolo svaghi e i divertimenti. Vi erano i saloon, dove i
cowboy potevano praticare il poker e gli altri giochi. E poi vi erano i
quartieri a luci rosse.
Nel Kansans si presero provvedimenti contro la prostituzione e il gioco
d’azzardo, ma raramente furono rispettati.
Abilene fu il punto di incontro più importante per circa 50 anni, fin al
1871.
Negli anni ottanta si ebbe la fine dell’impero del bestiame che aveva
abbracciato tutta l’area centrale degli Stati Uniti. In quel periodo,
scomparve il pascolo aperto (principio fondamentale dell’impero del
bestiame). La causa di questo mutamento fu l’adozione, da parte di alcuni
allevatori e coloni, del filo spinato (un’invenzione di un agricoltore dell’Illinois,
Joseph Farwell, avvenuta nel 1873).
La pratica della recinzione si estese, con l’avento dei coloni, soprattutto
nel Kansans e nel Nebraska.
I coloni dediti all’agricoltura diventarono talmente numerosi da assumere un
rilevante peso politico. I loro rappresentanti arrivarono al Congresso e
riuscirono a far valere una serie di provvedimenti che danneggiarono gli
allevatori i quali furono costretti a non far più
pascolare liberamente e ovunque il loro bestiame.
Per rispettare questa ordinanza, fu affidato ad un uomo il compito di far
rispettare il confine del pascolo; inseguito si passò alla recinzione con
il filo spinato.
Vi fu un’istanza che ordinò l’eliminazione di tutte le recinzioni dello
Stato per poter distribuire i terreni ai coloni.
La pratica di allevamento del pascolo aperto lasciò così il
posto al ranch, dove le bestie erano selezionate per migliorare la qualità
della carne con incroci con altre razze bovine. Questo bestiame era meno
resistente e voleva quindi ripari, acqua abbondante e mangime eccellente.
Il cowboy cambiò sostanzialmente, limitandosi alla manutenzione dei mulini
e dei recinti.
Con il boom degli anni Ottanta si verificò un sovraffollamento dei pascoli.
Vi erano troppe bestie in uno spazio ristretto: l’erba cominciò a
scarseggiare. Infine, un nuovo allevamento sorse a dare il colpo finale
all’impero del bestiame: quello delle pecore.
Vi
furono numerosi scontri tra allevatori di bovini e quelli di ovini a causa
de problema dei pascoli. I primi sostenevano che le pecore rovinassero
l’erba estirpandola alla radice.
Negli anni novanta le mutate condizioni costrinsero gli allevatori di bovini
ad abbandonare tale attività per
dedicarsi al più redditizio allevamento di ovini: il business del bestiame
era ormai tramontato.
Gli allevatori abbandonarono i pascoli aperti e per cercare di salvare i
pochi capi rimasti si convertirono al ranch.
Con
il tramonto dell’impero del bestiame sparì anche la figura più tipica
dell’ovest americano:
il cowboy. Ormai egli aveva abbandonato quelle pratiche che avevano
caratterizzato il suo lavoro per anni. La lunga marcia verso il nord non
esisteva più e la recinzione non rendeva più necessario il raduno per
marchiare le bestie.
TITOLO: Storia del Far
West
AUTORE: Viviana Zarbo
CASA EDITRICE: Newton Compton Editori S.r.l.
EDIZIONE: 1994
LUOGO: Roma
Castelnuovo
Valentina
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