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regione storica del Medio Oriente, che si estende dal Libano al deserto del Sinai e dal Mediterraneo al deserto siriaco. Sede dal II millennio a.C. di insediamenti cananei e conosciuta come Terra di Canaan, dopo un periodo di dominio egiziano (secc. XV-XIII a.C.) fu occupata dai filistei sulla costa (sec. XII a.C.) e all'interno dagli ebrei (v.), che la denominarono Terra di Israele e ne fecero sede dei regni di Israele e di Giuda (secc. X-VI a.C.). Ridotta sotto la dominazione persiana (sec. VI a.C.), nel 332 a.C. fu conquistata da Alessandro Magno. Contesa da Lagidi e Seleucidi, nel periodo ellenistico assunse il nome di P. (cioè terra dei filistei). Nel 63 a.C. Pompeo conquistò la P., che nel 70 d.C. venne dichiarata provincia romana con il nome di Giudea. Strappata ai bizantini dagli arabi nel 638, dopo il dominio crociato (secc. XI-XIII) conobbe la lunghissima dominazione turca.e

Dopo la dissoluzione dell'impero ottomano, nel 1920 la Palestina (dove tra fine '800 e primi '900 erano sorti i primi insediamenti di ebrei sionisti) fu affidata come mandato all'Inghilterra, che nel 1917 si era impegnata con la dichiarazione Balfour a favorirvi la creazione di una sede nazionale ebraica. Il progetto incontrò l'opposizione degli arabi, verso i quali gli inglesi si erano impegnati a creare uno Stato arabo indipendente che comprendesse anche la Palestina. L'intensificarsi della colonizzazione ebraica (gli ebrei nel 1939 erano divenuti il 30% della popolazione palestinese) aprì una lunga serie di attentati terroristici e scontri tra le due etnie. Nel 1947 l'ONU decise di dividere il territorio palestinese fra ebrei e arabi; in concomitanza con la nascita (1948) dello Stato di Israele si aprì il primo dei conflitti arabo-israeliani , al termine del quale la parte di regione originariamente affidata agli arabi venne inglobata da Giordania (Cisgiordania) e Israele, mentre l'Egitto si assicurò la striscia di Gaza. Il consolidarsi dello Stato di Israele provocò, soprattutto verso la Giordania, un'ondata di profughi arabi palestinesi, che non riuscirono a integrarsi nei paesi arabi ospitanti (agli inizi degli anni '70 erano ca 1,5 milioni, alloggiati ancora in campi profughi). Stesso sviluppo ed esito ebbero le altre due crisi legate alla guerra dei sei giorni (1967) e del Kippur (1973). Nel frattempo la guerriglia palestinese si organizzava (1964) attorno all'OLP , che nel 1974 veniva riconosciuta dall'ONU quale rappresentante ufficiale del popolo palestinese. Nel 1988 il leader dell'organizzazione Y. Arafat lanciava la politica "pace contro territori": rinuncia al terrorismo, accettazione del diritto all'esistenza di Israele e contemporanea proclamazione unilaterale di uno Stato indipendente di Palestina nei territori occupati, teatro della nuova forma di lotta dell'intifadah . Il crescente sostegno internazionale (e statunitense) alla causa palestinese venne messo in discussione dalla decisione dell'OLP di appoggiare l'Iraq durante la guerra del Golfo del 1990-91. Una inattesa e clamorosa svolta portava tuttavia agli accordi di pace sottoscritti nel 1993-94 dal premier israeliano Rabin e da Arafat, che riconoscevano tra l' altro l'autonomia palestinese nella striscia di Gaza e nel distretto di Gerico sotto il governo di un'Autorità (Arafat ne fu eletto presidente nel 1996 con l'88% dei voti). In seguito alla scomparsa di Rabin (ucciso da un estremista religioso israeliano) e all'elezione del leader del Likud Netanyahu alla guida del governo israeliano gli accordi subivano continui rinvii mentre riprendeva la costruzione di colonie ebraiche nei territori occupati e nella parte araba di Gerusalemme. Lo stallo pareva superato nell'ottobre 1998, con la firma da parte di Arafat e Netanyahu del "Memorandum di Wye", che tuttavia venne a sua volta disatteso da Israele. Le trattative riprendevano grazie alla mediazione del presidente statunitense Clinton, ma gli incontri dell'estate 2000 tra Arafat e il nuovo premier israeliano Barak non pervenivano a un accordo definitivo. Nel settembre dello stesso anno una manifestazione dell'esponente della destra israeliana Sharon a Gerusalemme Est provocava violenti scontri e l'esplosione di una nuova "intifada" nei territori occupati. All'inizio del 2001, con l'elezione di Sharon alla guida del governo israeliano, il contrasto degenerava in un violentissimo scontro che provocava in un anno più di mille morti e migliaia di feriti. Nel marzo 2002 con uno storico voto l'O.N.U. riconosceva per la prima volta una risoluzione per dar vita a due Stati in Palestina. Nel 2003, il Parlamento palestinese decideva di creare la figura di Primo ministro, per la quale Arafat ha indicato il vice-capo dell'OLP Mohammed Abbas.

 

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Aggiornato il: 20 agosto 2003