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La spedizione dei Mille Nel
1860, in Sicilia, si verificò una rivolta separatista, che ebbe come
protagonista due siciliani
mazziniani: Francesco Crispi e Rosolino Pilo. Essi, ritenendo che fosse
ancora troppo presto far intervenire il Mezzogiorno, decisero di
chiedere l’intervento di Garibaldi, il quale il 5 maggio 1860,
organizza una spedizione con circa 1000 volontari partendo dalla Sicilia
per arrivare a Quarto, in Liguria. La metà di questi volontari
appartenevano a ceti medi, l’altra metà invece era composta da
artigiani e operai. In
modo non esplicito Cavour, su pressione di Vittorio Emanuele II, aiutò
Garibaldi ad organizzare la spedizione dei Mille, e poi con la scusa di
fermare quel pericoloso rivoluzionario ottenne l'assenso francese
all'occupazione dello stato Pontificio, Roma esclusa. La strategia
piemontese, infatti, era quella di non scontentare le grandi potenze
europee con una guerra aggressiva contro il Regno delle Due Sicilie: era
necessario dimostrare che gli italiani del sud insorgevano reclamando
l’unificazione col Piemonte e questo fu reso possibile, appunto dalla
spedizione di Garibaldi. LA
CONQUISTA DELLA SICILIA E LA DITTATURA GARIBALDINA L’esercito
garibaldino, con l’aiuto di alcuni volontari locali, il 15 maggio
1860, riesce a sconfiggere le truppe borboniche a Calatafimi, ed alla
fine del mese a liberare Palermo. Garibaldi assunse la dittatura
nell’isola e impostò un governo provvisorio che prese provvedimenti
importanti a favore dei contadini, per guadagnarsi il consenso della
popolazione. UNA
DELICATA SITUAZIONE DI STALLO Garibaldi,
il 19 agosto 1860 sbarcò in Calabria, prese Reggio e proseguì verso
nord. Il 7 settembre, poi, entrò in Napoli, e il re Francesco II si
riparò nella fortezza di Gaeta. La situazione, a questo punto, fu la
seguente: -
al nord vi era il regno
di Sardegna, Lombardia, Toscana ed Emilia -
al centro lo Stato
Pontificio, -
al sud il governo di
Garibaldi LA
PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ITALIA Cavour,
ottenuto il consenso di Gran Bretagna e Francia, inviò dall’Italia
centrale una spedizione che invase lo Stato Pontificio, sconfisse le
truppe del papa, occupò le Marche e l’Umbria, e da qui puntò su
Napoli. Cavour, inoltre, richiese che nelle province governate da
Garibaldi fossero convocati dei plebisciti per l’annessione al
Piemonte, e quest’ultimo, per evitare conflitti, accettò. Tra ottobre
e novembre, quindi, le Marche, l’Umbria, la Sicilia e tutto il
Mezzogiorno decisero per l’annessione al regno di Sardegna, e fu così
che il 26 ottobre 1860, Garibaldi fu costretto a consegnare il proprio
potere nelle mani del re piemontese, e finalmente il 17 marzo 1861,
Vittorio Emanuele II divenne re d’Italia. Mancavano però ancora
Veneto e Roma per completare l’unificazione. by Amirani torna all'indice delle cartine |