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INDICE

1. UNA POESIA PER COMINCIARE

2. VECCHIONI E PESSOA

3. CHI SCRIVE LETTERE D'AMORE E' RIDICOLO?

4. ANALIZZIAMO LETTERE D'AMORE

5. ANTOLOGIA AMOROSA

ANTOLOGIA AMOROSA


Foscolo a Antonietta Fagnani Arese

Ascoltami, Antonietta; ti scongiuro di leggere attentamente queste poche righe e di rispondermi. Non posso piú soffrire i miei tormenti; ragionevoli o irragionevoli non so, ma sento ch'io non li posso piú soffrire. Io t'amo ardentemente e credo di non essere amato. Tu me l'hai predetto che la morte mi è necessaria, ed io nelle mie afflizioni e nella tua condotta vedo ogni giorno di piú che mi conviene abbandonare tutte le speranze della vita. Ma v'è ancora un solo mezzo che mitigherebbe i miei mali. O il tuo amore di prima, o la tua schietta confessione. Forse nella disperazione di piú possederti potrei darmene pace, e certamente ti lascerei quieta: tu saresti libera, e in quanto a me il tempo, la ragione e le disgrazie che forse mi aspettano potrebbero illanguidire questa tremenda passione che mi divora. No, mia Antonietta: io sono il tuo amante non già il tuo tiranno; sei pur troppo infelice, né meriti che l'uomo da te amato esacerbi i tuoi mali. Se hai bisogno di un nuovo amore io sono pronto a lasciarti libera, e morire, ma lasciarti libera. Devo io pretendere che tu comandi al tuo cuore, mentre io non posso comandare al mio, che ad onta di tante lagrime t'ama e t'amerà eternamente? Ma non mi rendere nemico a me stesso, noioso a te, ridicolo al mondo, trattandomi con un amore freddo, interrotto... peggiore per quest'anima veemente, sí peggiore dell'indifferenza e dell'odio. Amami dunque, o abbandonami. Ma s'io continuo in questo stato di sospetti, e di martirj... conviene ch'io prenda un partito; la morte: in verità non posso piú. Tutte le mie forze sono prostrate, la mia ragione è morta, ed io sono in uno stato di malattia e di consunzione. Io so che tu non odj questo misero avanzo di vita, e forse ti è caro; ma se vuoi serbarlo, dammi la mia sentenza. Se tu mi confesserai di non amarmi piú, io rispetterò la tua passione e la tua fama. Che se tu mi lasci ancora il tuo cuore, io m'abbandonerò a te con una cieca confidenza; bada però ch'io allora non mi veda umiliato o tradito: io morirò ed eseguirò i tuoi consigli.
Addio intanto. Ti domando per l'ultima volta il tuo ritratto, non perch'io creda d'essere esaudito, ma per obbedire al mio cuore. Ricordati ch'io sono il piú sventurato degli uomini, ma ricordati nel tempo stesso ch'io sarò sempre e in tutti i casi il tuo piú tenero e piú leale amico. Addio. Addio.