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Un finale diverso

Ormai tutte le foglie erano cadute, il sole si era velato e la neve pian piano aveva imbiancato la vallata.

La cicala, che si era goduta la vita cantando per tutta l'estate, non si trovò più un granello nella credenza, né un moscerino. Soffiava un vento gelido.

Stremata dalla fame e intirizzita dal freddo, la poveretta scese dal suo albero spoglio e si trascinò fino alla casetta della ricca vicina, la formica, che aveva il granaio traboccante di bei semi dorati, ammucchiati a uno a uno con solerzia, durante l'estate.

La cicala si fece animo e bussò: toc! toc! toc!

Chi bussa? Chi é? - chiese la formica .  

- Sono io, Comare Formica - rispose la cicala tutta piagnucolosa. 

La formica aprì appena spiraglio: 

- Che aria fredda! Che vuoi?- disse rabbrividendo. 

- Vengo a chiederti di prestarmi qualche chicco, un briciolo di verme... se non mi aiuterai morirò di fame... Prima d'agosto ti pagherò, parola mia! -.

Intanto aveva ripreso a nevicare e la cicala infreddolita rimase li, immobile.
Dopo poco tempo, la sfortunata era ghiacciata dal freddo. Capitò da quelle parti un istrice che, vedendola congelata, decise di portarla nella sua casa. La poveretta si sciolse al calore del focolare. Bevendo un estratto di camomilla gli spiegò l’accaduto e insieme prepararono un piano di vendetta. 
La cicala bussò nuovamente alla porta della formica, che aprì e disse –Che vuoi? Io non ti do niente…… AHHH!!- L’urlo era della formica che  aveva una spina infilata nell’addome.
Quest’urlo aveva fatto saltare in aria la casa e i semi contenuti dentro si sparsero per terra. Tutti gli animali della vallata accorsero per prendere quei semi. Calmato il dolore la formica, dato che non aveva più da mangiare, andò a chiedere carità all’ora ricca cicala che le rispose 
- Lasciati congelare e vedrai che l’inverno passerà.- 
La formica acconsentì e infatti, si congelò fino all’estate. Il ghiaccio al calore del sole si sciolse e così adottò questo sistema ogni inverno. Così facendo passava tutta l’estate con la cicala cantando e oziando, senza aver più paura dell’inverno.

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