Hamelin
è una piccola e strana città della Prussia, arroccata su un colle
gaio e fiorito. Tutte le strade scendono di là verso un ampio fiume.
Vi
fu un temo in cui la gente qui viveva felice.
Ma
un brutto giorno avvenne una terribile invasione: topi, topi ovunque
...e così gagliardi da spaventare i gatti più coraggiosi!
Mordevano i neonati nelle culle, divoravano in un battibaleno enormi
forme di cacio, leccavano la salsa sotto gli occhi delle cuoche,
pappavano interi barili di sardine e.... fischiavano, stridevano
cosi forte, da coprire persino le chiacchiere delle donne. Fssch.....sgrr...
ssch! Il loro sibilo
era in cinquanta é più toni, dai più gravi ai più acuti.
Fu
da allora che gli abitanti di Hamelin cominciarono ad ispirare un'
immensa pietà!
Il sindaco, disperato arrivò ad offrire mille fiorini a chi fosse
riuscito a liberare il paese da un simile incubo.
Una
mattina arrivò in città un forestiero: era secco e allampanato,
aveva negli occhi una luce strana e sul volto lo stesso colore
giallognolo del cielo di Hamelin. in quella fosca giornata di
novembre.
I
suoi occhi guizzavano come le fiammelle delle candele quando vi si
butta il sale e l'uomo misterioso si mise a suonare. Ed ecco, alla
terza nota, un rosicchio assordante levarsi d'improvviso: grasc..crosc...
grig... sgrr... e milioni e milioni di topi riversarsi sulle
strade. Sbucavano a frotte dalle case, codine dritte e baffetti a
punta, saltellando, ruzzolando, traballando, famiglie intere a
dozzine, a ventine; mogli e mariti, fratelli e sorelle, topi bianchi
e neri, grigi e rigati, grassi e magri, tutti dietro al pifferaio
che suonava e suonava facendo scorrere le lunghe dita nervose sul
suo magico strumento.
....Tutti
dietro a quella musica che diceva pressappoco cosi " O topi,
il mondo non è che una grande credenza.. " e somigliava al
rumorino del cacio quando vien grattato, delle mele mature pestate
ben bene nel mortaio per ricavarne il sidro, di vasi di conserva
scoperchiati, di fiaschi di sciroppo stappati, di barattoli di burro
sfasciati .... E via e via fin dentro le acque gelide del fiume,
dove annegarono tutti allegramente.
Che
scampanio in città, che festa per le strade! Ora che l'incubo era
finito, la gioia di un tempo era tornata nei cuori della gente di
Hamelin.
Ed
ecco, tra la folla, farsi largo il pifferaio - Sono venuto a
riscuotere i miei mille fiorini - disse senza esitazione. Il sindaco
impallidì.
-
Mille fiorini? E dovrei sborsarli a quel vagabondo? Già già -
rispose beffardo - chi affoga non risuscita... se volete un boccale
di vino da bagnarvi la bocca, non vi sarà negato, quanto ai mille
fiorini, non era che una burletta .... cinquanta saranno anche
troppi!
-
Giusto, giusto! - gridò la folla.
Un
lampo di collera passò negli occhi del forestiero. Egli non disse
nulla e si allontanò, ma riapparve subito dopo nella piazza
principale. Allora sotto gli sguardi di una piccola folla attonita,
aggrinzò le labbra, soffiò dentro il piffero magico e ne trasse
tre dolcissime note....Subito un brusio festoso, un batter di
manine, un calpestio di zoccoletti, un rimbalzar di voci fresche
echeggiò nella piazza e.... decine, centinaia di bambini con le
guancette rosee e gli occhietti vispi, biondi e bruni, paffuti e
mingherlini, si misero in marcia dietro il pifferaio.
Invano
padri e madri, balie e nutrici cercarono di trattenere le loro
creature, i loro piedi restavano incollati ai ciottoli della piazza
e le loro labbra non avevano voce...
Il
pifferaio attraversò la città poi si volse. - Verso il fiume? -
domanderete voi. Ebbene no, questa volta si diresse dalla parte
opposta, verso la grande montagna. Giunto fin là, il fianco del
monte si apri ed egli vi entrò seguito da tutti i bambini. Poi
lentamente la parete si richiuse.
A
nulla servì il pianto delle madri, che ogni giorno raggiungevano la
montagna e appoggiavano gli orecchi contro la roccia per cercare di
udire la voce dei loro bambini....La montagna era fredda e
silenziosa e non si sarebbe riaperta mai più.
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