All'inizio del '900 in Italia il giornale popolare diventa moderno nelle tecniche e tende a formare una opinione pubblica, pur cercando di esprimere il senso comune del popolo.
Resta indeterminata la sua collocazione politica-culturale, fino a quando non sorgeranno i giornali di partito.
Sul piano politico sarà più definito ed efficace il lavoro dei giornali che già dagli ultimi anni dell'800 esprimono posizioni conservatrici liberali, come "Il Corriere della Sera", che nasce nel 1876, è espressione della borghesia industriale e uno dei più importanti giornali alla vigilia della prima guerra mondiale.
In questo periodo la stampa italiana conosce un sviluppo di diffusione, una crescita di dimensioni che la differenziano nettamente da quella del periodo precedente.
Tale fenomeno si accentua nel decennio giolittiano.
Tra il 1910 e il 1912, con l'appoggio del Banco di Roma, un gruppo di cattolici creano il giornale "L'avvenire d'Italia", poi nascono "Il Corriere d'Italia", "Il momento", e "L'Italia".
Finanziamenti industriali e gruppi di finanziatori permettono la nascita di due quotidiani: "Idea nazionale" (1911) e "Il popolo d'Italia" (1914) che avranno un ruolo importante alla vigilia dell'intervento italiano nella prima guerra mondiale.
Infine si afferma anche il periodico illustrato "La domenica del corriere" che nella prima pagina e nell'ultima ha la cronaca figurata mediante una grande tavola a colori di avvenimenti che si vogliono sottolineare con enfasi.