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Sulla prima guerra mondiale
Lettera dal fronte |
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In una delle
tante lettere spedite dal fronte e censurate la guerra veniva descritta,
con toni molto differenti da quelli della propaganda giornalistica tutta
tesa e tenere alti gli animi della popolazione, la vita in trincea e la
paura dei ‘superiori' e degli spari dei nemici: “[…] Vi voglio raccontare un pochino come me la passo io qui, come ci trattano al fronte. […] Si fa altro che maledire i nostri superiori […] che vogliono tante mondizie, dico mondizie perché è fuori di ogni immaginazione […]. Sino che eravamo al masatorio cioè in prima linea, in rischio di farci macelare ogni minuto, e ci trattavano un po' meglio perché avevano paura più di noi, e quando si fava per avanzare cridavano avanti, avanti altrimenti vi sparo. Altro che dire nella stampa, e voi certo l'avrete letto sul Corriere che spiegava quei drappelli della morte che vanno seriamente e volontariamente a quella pericolosissima operazione di mettere i tubi di alto espulzione, e di tagliare i fili; che specialmente chi va non torna più […] certo si rischia la pelle, altrimenti la pelle me la fanno i nostri superiori . […] Spera Cara Molie che vada terminata questa guerra micidiale che invece di diminuire, va allargandosi sempre più e fa piangere Madri, Padri, Molie, Figli, Fratelli e Sorelle di tutti quelli che si ritrovano in detta guerra”. Documento tratto da I Cd-Rom di
Panorama: Video Enciclopedia del XX secolo, 2: dal 1910 al 1920. |