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Sulla prima guerra mondiale
L'uso dei gas chimici |
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L’ecatombe
di YPRES Testo di Luciano Garibaldi
in “Un Secolo di Guerre” Edizioni White Star 2001. Plezzo […]Gli austro-tedeschi impiegarono contro le batterie e le trincee italiane proiettili a gas, contro i quali non esisteva una efficace difesa. A Plezzo, dove Cadorna pensava che sarebbe stata follia per il nemico avventurarsi, un battaglione tedesco mise in funzione un migliaio di bombole contenenti fosgene. L’operazione non durò che trenta secondi, ma seicento italiani morirono in silenzio, con l’armamento intatto, il fucile al loro fianco; due telefonisti furono trovati al loro posto di lavoro con un blocco di fogli davanti, la matita in mano. Il bombardamento[…] ebbe una pausa, dalle 4,30 alle 6,30, ed essa aveva lo scopo di annientare con l’azione dei gas le riserve italiane che si fossero portate sulle prime linee: «l’inferno dopo una vertiginosa discesa nell’abisso — scrisse il tenente Weber —, è la morte sicura, per opera dei gas, di coloro che finora erano riusciti a sfuggirla. E’ la fine per quelli che stanno avanzando per turare le falle aperte nelle linee. La nebbia in mezzo alla quale essi corrono divora i loro polmoni. I disgraziati crollano a terra o sono costretti a fuggire».[…] da Piero Melograni, Storia politica della grande guerra, ed Universale Laterza, Bari 1977, pag. 406-7 |