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Sul lager
Elisa Springer, Il silenzio dei vivi |
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Il treno riprese
la sua marcia lentamente, accrescendo la nostra angoscia. Dopo circa
mezz’ora eravamo al capolinea. Pioveva a dirotto: erano le tre del 6 agosto 1944. Fasci di luce inquadravano un grande spiazzo. Ordini concitati, urlati in tedesco, davano disposizioni, mentre alcuni cani abbaiavano sul piazzale. -Fuori....Scendere giù...Veloci...!-: queste le urla che, ancora oggi, risuonano nella mia mente. Fummo fatti scendere velocemente e a colpi di bastone, spinti e radunati nel piazzale: regnava una gran confusione. (..) Era una massa silenziosa di anziani e
bambini che, di lì a poco, sarebbe diventata cenere per i campi di
Auschwitz, concime per il mondo, un’umanità che stava perdendo il suo
io, il suo Dio. (..) Vedevo dappertutto filo spinato e
torrette, con fari che illuminavano, a intermittenza, baracche lontane.
(...) Elisa Springer, Il silenzio dei vivi, Marsilio Editori |