Il bell’Antonio,
1960, Mauro
Bolognini
soggetto: Vitaliano Brancati; sceneggiatura:
Mauro Bolognini, Pier Paolo Pasolini, Gino Visentini; fotografia:
Armando Nannuzzi; scenografia: Mario Garbuglia; musica: Piero Piccioni; montaggio:Nino
Baragli; interpreti: Marcello Mastroianni (Antonio Magnano),
Claudia Cardinale (Barbara Puglisi), Pierre
Brasseur
(Alfio Magnano), Rina Morelli (Sara Magnano), Fulvia Mammi (Signora
Ardizzone), Tomas Milian (il cugino), Patrizia Bini (la servetta),
Anna Arena, Guido Celano; coproduzione italo-francese: Arco Film-Cino
Del Duca- Lyre Cinématographique; premi: 1960 – I premio Vela d’oro al XIII Festival Internazionale di
Locarno
Incasso accertato a tutto il 30 giugno
1965
£. 626.712.173
Trama
Il film è tratto dal romanzo omonimo di
Vitaliano Brancati. La scena si svolge intorno agli anni ’50 principalmente
nella città di Catania, nella quale è ancora viva una cultura tradizionale
legata alla sacralità della famiglia. La vicenda inizia in medias res con un piano americano che inquadra il protagonista
Antonio in compagnia di una “nuova conquista”. Antonio, insoddisfatto della
vita che ha trascorso negli ultimi tre anni a Roma, decide di ritornare nella
terra natia, Catania, dove lo aspetta ansiosa di novità e di notizie la sua
famiglia. Dalle prime inquadrature emerge il carattere solitario e inquieto del
protagonista, il quale, apprezzato e ambito da molte donne per la sua bellezza
dai tratti mediterranei, non sembra vivere bene questa posizione sociale.
La famiglia di Antonio, che accoglie il suo ritorno calorosamente, lo informa di aver già stabilito la sua unione con una fanciulla dalle nobili origini di nome Barbara. Il protagonista, anche se non entusiasta, decide di conoscere la promessa sposa. Dopo un occasionale incontro con Barbara se ne innamora e convola a liete nozze. Il matrimonio si protrae per circa dodici mesi nei quali Antonio perdutamente infatuato della moglie, la venera come una dea, offrendole tutto il suo amore. In questa fanciulla trova quell’amore platonico che disperatamente cercava ma non consuma il matrimonio per mantenerla pura ed incontaminata. Per tutta Catania si diffonde la notizia che Antonio sia impotente e viene deriso per tutto il paese. La moglie fa annullare il matrimonio e si sposa successivamente con un duca molto ricco. Il padre disonorato va in un bordello e muore di crepacuore mentre commette adulterio. Infine la madre scopre che la domestica Santuzza, la quale ha servito i due coniugi durante il breve periodo del matrimonio, aspetta una dolce creatura dal figlio Antonio: così il buon nome del giovane viene rivendicato.
Personaggi
La vicenda si svolge intorno al personaggio principale, Antonio, interpretato da Marcello Mastroianni, giovane di circa vent’anni, figlio di aristocratici siciliani, che cerca – e non trova - l’ indipendenza lontano dalla sua famiglia. Protagonista di numerosi intrighi sentimentali resta in ogni caso insoddisfatto della conclusione della vicenda. Alfio Magnano, interpretato da Pierre Brasseur, padre di Antonio, è un uomo dalla tipica mentalità conservatrice. Sara Magnano, interpretata da Rina Morelli, madre di Antonio, cattolica fino all’ossessione, è molto legata al figlio. Barbara Puglisi, interpretata da Claudia Cardinale, rappresenta “l’oggetto conteso.”
Luoghi e ambienti
Gli ambienti che prevalgono sono gli
interni, in particolare la casa del protagonista a Catania e la casa in
campagna dove vive con la moglie. Questi locali sono accoglienti, molto
arredati e curati (ogni famiglia ha una domestica). Sono presenti, inoltre,
anche ambienti esterni, in particolare della città nella quale la folla ha un
ruolo specifico: il suo parere sulle questioni di famiglia influisce sulla
scelta di vita del singolo. In questa cittadina il mondo tecnologico non ha
preso il sopravvento, l’unico bene di consumo è l’automobile.
Le inquadrature prevalenti sono i primi
piani che sottolineano i momenti di riflessione dei personaggi. In particolare
sono frequenti le lunghe riprese del protagonista caratterizzate da una luce
soffusa e dall’assenza di dialoghi, che mettono in risalto la profonda crisi
interiore di Antonio
Il regista (..) ci ha restituito una
Sicilia ora lirica (..), ora pettegola e rissosa di struggente verità. Certe
sequenze de Il Bell’Antonio sono destinate a diventar celebri, anche
perché Bolognini, ha trovato nell’operatore Nannuzzi un collaboratore magico, e
senz’altro d’eccezione. Anche gli interpreti figurano egregiamente (..). E’
un’interpretazione (quella di Mastroianni) costruita nell’intelligenza , da
dentro senza artifici (..)”
(P. Bianchi “Il giorno” del 05/03/1969)
Il Bell’Antonio è uno dei
film che meglio rappresenta le abitudini tradizionali di un popolo che non ha
ancora subito le trasformazioni dovute al “miracolo economico” e che si sono
invece ormai manifestate in alcune città, come Torino, Roma e Milano.
I personaggi non vogliono affrontare la società moderna, forse per timore di veder calpestati gli interessi personali a vantaggio di una classe socialmente inferiore, come quella operaia, o per il forte radicamento alle tradizioni, tipico di una società composta prevalentemente da famiglie aristocratiche che vivono, per lo più, di commercio ortofrutticolo.
Di conseguenza la cultura è elitaria,
la scolarizzazione poco diffusa e uno dei valori principali è la famiglia,
caratterizzata da un notevole gruppo di componenti che vivono in un clima di
solidarietà collettiva con lo svantaggio, o pregio, di avere poca privacy.