Il
Ferroviere,
1955, Pietro Germi
Un macchinista delle FF. SS. che ama un po’ troppo il buon vino entra in una grave crisi professionale e familiare, ma la supera con l’aiuto del figlioletto e dei compagni di lavoro. E’ il film cui P. Germi era più affezionato e in cui si riconosceva, “è fatto per gente all’antica”; nonostante i limiti della sua poetica e del suo moralismo ottocentesco, ha una scrittura calda e avvolgente, concentrata sugli attori, per quel neorealismo intimistico che è la cifra stilistica migliore di Germi e che ne fa un narratore ad alto livello.