Cesare Pavese
LA LUNA E I FALO'
1950
Dopo aver trascorso in America parecchi anni e aver fatto fortuna, il protagonista-narratore, Anguilla, ritorna per una breve vacanza nelle Langhe, la sua terra d'origine, dove inizierà una vana e dolorosa ricerca d'identità. Ma il pellegrinaggio ai luoghi mitici dell'infanzia si risolve nella constatazione di quanto è ormai perduto per sempre. Le persone da lui conosciute sono scomparse, sono mutati i luoghi, la realtà presente è crudele. Al ricordo dei vecchi falò che i contadini delle Langhe accendevano per "svegliare la terra" e rimasti nel cuore di Anguilla, ora si sovrappongono quelli che i partigiani hanno usato per bruciare il cadavere di Santa. Mentre i falò dell'infanzia erano mitici, questi ultimi esprimono l'onnipotenza dell'orrore storico. Il romanzo, che precede di poco il suicidio dell'autore, sembra "chiudere" consapevolmente il suo lavoro di scrittore e la sua parabola di uomo.