IL NIDO:
La famiglia viene concepita, da Pascoli,
come famiglia d'origine chiusa ed esclusiva che si costituisce come
alternativa al matrimonio.
In poesia il tema del nido simboleggia la famiglia e viene visto come un
luogo caldo, protettivo e segreto. Tale protezione comporta però
l'isolamento dalla realtà: si ha quella che viene definita "chiusura
sentimentale". Questa è una situazione psicologica sofferta che lo
conduce anche ad esasperare il tema dell'eros che verrà visto in maniera
regredita.
I MORTI:
Collegato al tema del nido, ricorrente è
il tema dei morti: la vita di Pascoli, infatti, scandita da lutti, ha
influito molto sulla sua produzione. Il tema dei morti viene espresso,
attraverso la tecnica del correlativo-oggettivo, che consiste nel
proiettare i propri stati d'animo su oggetti della realtà che, così, si
carica di significati simbolici.
Così avviene in Myricae e nei Canti di Castelvecchio.
LA NATURA E LE PICCOLE COSE:
La Natura è concepita da Pascoli come
una presenza misteriosa e complessa che il poeta deve interpretare
attivando l'immaginazione e aguzzando i sensi. Inoltre, condividendo le
posizioni antipositivistiche e negando l'idea che la scienza abbia
portato la felicità, Pascoli crede che la società industriale soffochi
l'uomo condizionandolo pesantemente. Per questo contrappone la società
alla Natura, agli aspetti semplici e dimessi della campagna. Perciò egli
assume uno stato d'animo tipicamente decadente in quanto evade dalla
realtà misteriosa e ostile rifugiandosi in luoghi chiusi, circondandosi
di piccole e semplici cose rassicuranti e protettive.