Che cos'è
l'impronta ecologica? Per poter gestire il nostro
cammino verso la sostenibilità dobbiamo passare
dall'attribuire valore a ciò che misuriamo, a saper
misurare ciò a cui attribuiamo valore come dice Mathis
Wackernagel, coideatore, insieme a William Rees, dell'Impronta
Ecologica. L'impronta ecologica è un indicatore aggregato
e sintetico che, indicando il peso umano sui sistemi naturali,
permette di misurare la sostenibilità in modo semplice ed
intuitivo perché traduce tale pressione in un parametro di
facile comprensione, qual è il consumo di terra e di
natura.
Di quanta terra abbiamo bisogno per soddisfare
i nostri consumi e per assorbire i nostri rifiuti? Il risultato
di questo calcolo è la nostra impronta ecologica, cioè
il peso di ciascuno di noi sulla Terra. Quindi l'impronta
ecologica è la quantitàdi territorio produttivo
(espresso in ettari/procapite ha/p) necessario per
sostenere il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione
di rifiuti da parte di una determinata popolazione. Molti esperti
considerano ormai l'impronta ecologica un ottimo indicatore della
sostenibilitàdei consumi di una certa popolazione.
Come
si calcola? Il punto di partenza per il calcolo
dell'impronta ecologica è la stima dei diversi consumi che
possono essere raggruppati in cinque categorie: gli alimenti, i
trasporti, le abitazioni, i beni di consumo, i servizi. Ognuno di
questi consumi comporta un'impronta ecologica per più
motivi: il terreno necessario per produrre l'energia in forme
sostenibili (senza utilizzare combustibili fossili o destinando
del terreno all'assorbimento degli inquinanti che derivano dalla
combustione, per esempio anidride carbonica); la terra coltivata
necessaria per produrre gli alimenti; i terreni a pascolo per
fornire i prodotti animali; il terreno forestale per produrre
legname e carta; la superficie marina necessaria per produrre
pesci e frutti di mare; il territorio necessario per ospitare
infrastrutture edilizie.
L'Italia ha un'impronta
ecologica pari di 3,8 ha per abitante a fronte di una sua
capacitàbiologica di 1,1 ha/p, il che significa che il
territorio produttivo italiano non basta a soddisfare l'attuale
consumo di risorse della sua popolazione. Infatti abbiamo un
deficit ecologico di 2,7 ha/p. In pratica per mantenere il
nostro stile di vita agli attuali livelli di consumo ci servono
ogni anno altre due Italie. I paesi poveri, in particolare
quelli dell'Africa subsahariana, presentano, invece, impronte
ecologiche molto basse (Etiopia e Eritrea hanno un'impronta
ecologica di 0,7 ha/p, Somalia 0,4 ha/p) e lo stesso vale per i
paesi dell'Asia (come l'India di 0,8 ha/p, Bangladesh 0,6 ha/p,
Pakistan 0,7 ha/p).
Nel 2001 vi erano sulla Terra 11,06
miliardi di ettari di superficie biologicamente produttiva,
ovvero circa un quarto dell'intera superficie terrestre. Questa
disponibilitàequivale a 1.80 ha per ognuna delle 6,148
miliardi di persone che popolavano la terra nel 2001. L'impronta
ecologica media mondiale nel 2001 (Living Planet Report 2004)
era però di 2,2 ha/p. Pertanto il deficit ecologico è
pari a 0,4 ha/p. In altre parole l'impronta ecologica
dell'umanità, nel 2001, era di circa il 30% superiore alla
superficie produttiva disponibile. Ma questa non era una novità:
già dalla metàdegli anni settanta, l'umanità
supera i limiti della capacità rigenerativa globale
del pianeta. È come se consumassimo ogni anno una parte
del capitale (oltre all'intero ammontare degli interessi) nel
nostro conto in banca. Il calcolo dell'impronta ecologica
effettuato per i paesi del mondo dimostra come il consumo di
capitale naturale avvenga a scapito dei paesi più poveri.
Gli attuali stili di vita dei paesi avanzati sono infatti
possibili solo perché i paesi più poveri
compensano, con i loro bassissimi consumi, la richiesta di
capitale naturale. L'ingiustizia di questa situazione è
evidente. Questo eccessivo sfruttamento, poi, porta
inevitabilmente a un graduale impoverimento delle risorse
naturali della terra. Ricordiamoci che gli altri pianeti
raggiungibili non sono abitabili.
(da
Pagine Arcobaleno di Bologna e provincia)
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