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Rivoluzione industriale
Un approfondimento opzionale
Rilevanza della rivoluzione agricola e demografica sulla rivoluzione industriale.
Il brano seguente, sempre tratto dall'Enciclopedia, riprende il tema e lo sviluppa attraverso una più ampia analisi.
Mentre la prima parte del secolo XIX
appare tutta segnata da una serie di rivoluzioni politiche, riuscite o fallite,
ma tutte, per definizione, brevi, la rivoluzione demografica, agricola e
industriale, cominciata verso il 1750, continuava il suo corso, senza subire
grandi ripercussioni dalle fluttuazioni politiche, anzi influendo profondamente,
a lunga scadenza sugli eventi politici.
La rivoluzione demografica
Il movimento di flessione nella mortalità, che abbiamo constatato a cominciare dal
1730 nella maggior parte dei paesi del mondo occidentale, proseguì, s'accelerò
persino. La mortalità infantile rimase elevata (Svezia 153 per mille nel
1850, Francia 162), senza dubbio, ma, a dispetto delle epidemie di colera molto
micidiali (specialmente nel 1832-37 e nel 1847-5I), quella degli adulti diminuì
rapidamente, e in questa diminuzione troviamo la principale causa dell'aumento
della popolazione, che in Europa passò da 190 milioni nel 1815 a 266 milioni
circa nel 1850, e in America da 10 milioni nel 18oo a 50 nel 1850.
L'incremento però non fu uniforme, e non dipese unicamente dalla diminuzione di
mortalità, ma apparve legato alla natalità (perciò, alla fecondità) come
all'emigrazione e all'immigrazione.
Ora, la rivoluzione demografica ebbe due facce: da una parte la diminuzione della mortalità, dovuta dapprima al rialzo del livello di vita, più tardi ai progressi dell'igiene e della medicina, dall'altra la riduzione del tasso di natalità, conseguenza della restrizione volontaria delle nascite.
Quest'ultimo fattore agi assai presto in certi paesi, come la Francia e la
Svezia, invece si rivelò molto più tardi, e in ogni caso dopo il 1850, in
altri, specialmente in Germania, in Italia e in Russia.
[...]
L'urbanesimo.
L'aumento della popolazione determinò delle trasformazioni nella sua
distribuzione. A causa della rivoluzione industriale, che facilitava
l'incremento demografico, le città soprattutto sentirono l'effetto della
rivoluzione demografica. Mentre nel 1800, in tutti i paesi d'Europa, la
popolazione era in maggioranza rurale, dopo, a poco a poco, divenne urbana. In
Inghilterra, nel 1850, più della metà della popolazione risiedeva nelle
città; Londra contava più di due milioni e mezzo d'abitanti; Liverpool,
Manchester, Birmingham, Bristol, Leeds, Edimburgo, Glasgow e Dublino, inferiori
a 100.000 abitanti nel 1800, oltrepassavano tutte questa cifra ne: 1850, come
altre città britanniche, che contavano in totale 5.6oo.ooc abitanti, il quinto
della popolazione totale.
La stessa tendenza si constata in Germania, ma fu meno netta, l'urbanizzazione
apparve più lenta e non si fece sentire che nell'ovest della regione. Nel 1848,
la popolazione urbana tedesca non comprendeva ancora che il 35 % del totale e il
5 % solamente di essa abitava nelle città con più di 100.000 abitanti; Berlino
non superava i 500.000, Vienna 400.000, Amburgo e Monaco contavano più di
100.000, e Praga più d 200.000 cittadini.
Nel 1848 le popolazioni della Germania e della Francia erano pressappoco uguali,
circa 35.000.000 ciascuna. L'indice d'urbanizzazione del Francia era un po' più
basso, il 26 % della popolazione totale, e meno de 5 % risiedeva in città con
più di 100.000 abitanti. Parigi, con un milione.
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