1. Che cosa è una
tesina di storia 2. Il tema CONSIGLI UTILI L’analisi del titolo CONSIGLI UTILI Le regole per scegliere
il tema 3. questioni di tempo CONSIGLI UTILI Organizzare il tempo di
lavoro 4. come cominciare cercare informazioni sul manuale costruire un primo schema individuare le possibili fonti CONSIGLI UTILI Un esempio di schema Sistematizzare i dati raccolti 5. la bibliografia CONSIGLI UTILI Come ricercare in
biblioteca CONSIGLI UTILI Come costruire la
bibliografia 6. ricognizione delle
risorse decidere quali libri consultare CONSIGLI UTILI L’esplorazione del libro 7. informazione leggere per capire meglio il contesto CONSIGLI UTILI Un esempio Annotare i problemi e le domande 8. la ricerca in
Internet usare i motori di ricerca CONSIGLI UTILI Come usare un motore di
ricerca Individuare i siti utili CONSIGLI UTILI Come semplificare la
ricerca 9. raffinare il tema CONSIGLI UTILI Come costruire una mappa
concettuale 9. lo studio Il lavoro dello storico 10. le decisioni da
prendere come approfondire la ricerca CONSIGLI UTILI Gli archivi di fonti per
la storia locale 11. lavorare con le
fonti CONSIGLI UTILI Un esempio Scegliere un approfondimento semplice 12. far parlare le
fonti Che cos’è una fonte CONSIGLI UTILI Conoscere la tipologia
delle fonti CONSIGLI UTILI Qualche regola e qualche
esempio 13. analizzare le fonti CONSIGLI UTILI Un esempio di scheda Prepara una lista di domande da porre alle fonti CONSIGLI UTILI Un esempio di ricerca Le inferenze e le ipotesi di spiegazione 14. i risultati della
ricerca 15. la raccolta delle
idee 16. la scaletta Gli obiettivi del testo che stai per scrivere
17. la stesura scrivere in maniera efficace CONSIGLI UTILI Le regole di stesura del
testo 18. la revisione verificare l’efficacia 19. editing 20. una soluzione
alternativa: l’ipertesto CONSIGLI UTILI L’utilità dell’ipertesto 21. non ti spaventare Verifica con un esperto le varie fasi del tuo lavoro |
Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea della provincia di Asti Come
si prepara una tesina di storia Istruzioni e consigli per gli studenti delle superiori
a cura
di Patrizia Vayola
Se
stai leggendo queste pagine, con ogni probabilità sei uno studente delle
superiori alle prese con un problema: preparare una tesina di storia, magari
per la maturità o per un concorso o per qualche altro tipo di prova. Se sei fortunato
hai già le idee abbastanza chiare e quindi questo tipo di lavoro non ti
spaventa, se invece sei alle prime armi e non sai da che parte cominciare
prova a sfogliare questa piccola guida: non ci troverai la tua tesina bella e
fatta ma magari qualche idea su come procedere potrà offrirtela. Cominciamo col definire cosa si intende per tesina di
storia: si tratta di una ricerca storica, sia pur limitata, visto che
non sei uno storico di professione, attraverso la quale dovresti dimostrare
agli insegnanti che la leggeranno, che conosci alcuni contenuti, che,
a partire da essi, sei in grado di approfondirne alcuni aspetti
autonomamente e che sai redigere uno scritto che dia conto del tuo lavoro di
ricerca. Proviamo ora a definire come ti conviene procedere.
Rispetto al tema puoi trovarti in diverse situazioni: a.
Il prof. ti assegna il tema (cioè l’ambito di indagine su
cui lavorare) oppure ti dà già un titolo preciso non disperare: non è detto che da un argomento magari a prima vista a prima vista noioso o difficile non si possa tirar fuori un buon lavoro. Se ti trovi a dover lavorare con un titolo preciso (magari anche per un concorso rivolto alle scuole) è fondamentale analizzarlo con precisione, in modo da evitare di andare fuori tema o di non esaurire l’argomento. Leggi quindi con molta
attenzione l’enunciato. Riconosci le varie parti che lo compongono (premessa,
tema di fondo, eventuale tesi da dimostrare o confutare) e trasformale in
altrettante domande, individuando, tra esse, quella centrale. Nello
svolgimento poi dovrai stare attento a rispondere a tutte, evitando che le
varie parti risultino squilibrate tra loro per trattazione e spazio dedicato. b.
lo decidi tu in questo caso devi riflettere bene prima di operare la tua scelta. Vediamo
quali regole ti conviene seguire: -
non scegliere un argomento troppo vasto (tipo
La seconda guerra mondiale) perché, se vorrai fare un lavoro serio, non
potrai evitare di leggere almeno una ventina di saggi e di dar conto di molte
diverse interpretazioni, oppure rischierai di limitarti a copiare senza
discernimento pagine e pagine, producendo infine un collage di citazioni su
testi presumibilmente noti ai tuoi prof. che scoprirebbero con facilità
l’inganno. Inoltre è poco probabile che, con la tua preparazione di base, tu
riesca a dire qualcosa di originale su un tema troppo vasto e quindi
difficile da controllare -
non scegliere un argomento troppo abusato, a meno
che tu non abbia in mente uno sviluppo originale del tema. Tesine sulla
Shoah, ad esempio, fioriscono a migliaia in tempo d’esami, ma è raro trovarne
di interessanti o di originali: ai tuoi insegnanti sembrerà di rileggere cose
già lette migliaia di volte. Se il tema che vuoi affrontare è poco originale
sarà fondamentale scegliere almeno un punto di vista poco comune per la
trattazione. Ad esempio, volendo trattare la Shoah, piuttosto che indagare la
totalità del fenomeno, potresti limitare la tua ricerca alla storia di un
campo di concentramento, oppure ad un tipo di prigionieri (i bambini, gli
zingari, gli omosessuali, ecc.) oppure ricostruire un aspetto del fenomeno
(le applicazioni scientifiche alla tecnica dello sterminio, i problemi dei
sopravvissuti al loro ritorno ecc.) oppure ancora cercare testimonianze
inedite o studiare le sorti dei deportati della tua città. -
scegli un tema sul quale ti è possibile trovare non solo
saggi di storici ma anche documentazione di prima mano, fonti da consultare e da
interpretare in modo da non rendere il tuo lavoro solamente compilativo.
Leggere ed analizzare, accanto al lavoro degli storici, anche delle fonti
(documenti d’archivio ma anche immagini, romanzi, fotografie, film, articoli
di giornale, ecc.) è l’aspetto più qualificante di una vera ricerca storica. -
scegli un argomento che ti interessa veramente,
indipendentemente dal fatto che possa essere più o meno facile: lavorare a
qualcosa che appassiona, di solito, fa sentire meno la fatica e la noia. -
scegli un argomento sul quale sei preparato:
eviterai di dover leggere troppo per farti anche solo un’idea dei contenuti
che devi affrontare. Un ultimo
avvertimento: per la maturità si parla ormai spesso di tesine
multidisciplinari, nelle quali, cioè, è possibile indagare su vari campi
disciplinari a partire da un tema (ad esempio il boom economico può essere
trattato dal punto di vista storico, ma anche da quello letterario,
artistico, economico ecc). Si tratta di un ottimo esercizio perché consente
di cogliere meglio la complessità della realtà i cui problemi non sono mai
afferenti ad un'unica materia. Tuttavia non bisogna esagerare con
associazioni e collegamenti fatti solo per tirar dentro più contenuti
possibili: una ricerca ha bisogno, per essere seria e credibile di coesione e
di coerenza tra le parti. Meglio lasciar fuori qualche materia che
costruire un testo dispersivo e poco scientifico. Intanto tieni conto che
preparare una ricerca seria richiede tempo e che, d’altra parte, è inutile
presentare ad un esame o ad un concorso un lavoro raffazzonato in pochi
giorni: di solito, più che aiutare, un lavoro del genere risulta
controproducente, visto che nessun prof. ama sentirsi preso in giro e
ritrovarsi a perder tempo per leggere un lavoro mal fatto o insignificante.
Quindi, se non hai tempo, meglio occuparti dell’approfondimento degli
argomenti sul manuale e lasciar perdere le tesine. Considera che, tra ricerca,
lettura, studio, stesura ed editing, un lavoro ben fatto non potrà portarti
via meno di 2-3 settimane di lavoro serio. Comincia quindi per tempo; se la tesina è per la maturità, per esempio, ti conviene occupartene già nel primo quadrimestre, in modo da poter diluire la ricerca nei primi mesi e da averla pronta alla fine dell’anno quando, tra interrogazioni e ripassi finali, avrai molto meno tempo da dedicarci. Anzi, se ne hai la possibilità, potresti addirittura iniziare nel secondo quadrimestre del penultimo anno di corso a svolgere le ricerche preliminari, così da arrivare in quinta con le idee chiare sul tema di cui intendi occuparti. Non preoccuparti del fatto che l’argomento non sia stato ancora svolto in classe: quando lo tratterete avrai modo di approfondire e controllare col tuo prof. le tue tesi e questa sarà già un utile verifica del tuo lavoro. Il tuo prof. di storia, inoltre,
sarà naturalmente il tuo referente più immediato nel corso di tutto il lavoro, non
esitare a sottoporgli dubbi o a chiedergli consulenze sulle varie fasi del
tuo lavoro e in relazione alle difficoltà che puoi incontrare. Ricorda inoltre che il nostro
Istituto, che si occupa di ricerca e di didattica della storia contemporanea
e che possiede una ricca biblioteca specializzata, è a tua disposizione per
seguirti nel corso di tutta la ricerca, offrendoti consigli e supporto
metodologico
La prima cosa da fare, una volta stabilito il tema, è verificare cosa su di esso ci sia sul tuo manuale, in modo da focalizzare l’attenzione sugli aspetti che vengono presentati come fondamentali. Puoi cominciare a farti un breve schema di massima delle indicazioni più importanti: limiti cronologici del fenomeno, contesto in cui si svolge, sottotemi significativi, eventuali protagonisti, problemi che ti sembrano rilevanti, domande e aspetti da approfondire. Tieni conto che una vera ricerca storica si differenzia da una relazione perché utilizza ed interpreta delle fonti ovvero delle tracce di qualsiasi tipo (leggi, regolamenti, contratti, diari, romanzi, quadri, fotografie, piante della città, palazzi, oggetti, film, ecc. insomma le tracce lasciate, volontariamente o involontariamente, dagli uomini nel tempo). Ti converrebbe quindi, se non vuoi limitarti a riscrivere quello che già altri hanno scritto, individuare anche quali sono le fonti cui puoi attingere, sul tema che intendi trattare. Mettiamo che
tu decida di occuparti del boom economico degli anni ’50-‘60; il tuo schema
di partenza potrebbe (tra i tanti possibili) essere il seguente: Limiti
cronologici: 1955-64 Aspetti
significativi: -
ripresa industriale -
nascita di nuovi consumi -
spostamenti di popolazione -
cambiamento di costumi e mentalità -
ecc. Problemi: -
perché lo sviluppo si concentra al Nord? -
quali aspetti mutano per primi nella vita degli
italiani? -
che influenza hanno i media in questa
trasformazione? -
ecc. Fonti: -
dati Istat sul fenomeno (mobilità della
popolazione, consumi, retribuzioni ecc.) -
fotografie dell’epoca -
film dell’epoca -
romanzi e racconti - ecc.
Ti conviene anche attrezzarti con un quaderno ad anelli, in modo da avere fogli che ti sia possibile spostare e ordinare in base ai diversi criteri che individuerai nel corso del tuo lavoro: tenere schede ed appunti in ordine è un sistema per risparmiare tempo e trovare, successivamente, con rapidità, le informazioni o i riferimenti che ti servono.
Il passo seguente, anche sulla scorta delle indicazioni
bibliografiche eventualmente presenti sul tuo manuale, è verificare quali
storici si sono occupati dell’argomento che ti interessa. Per fare questo ti conviene rivolgerti alla biblioteca della tua scuola o a quella della tua città e al nostro Istituto Dal momento che praticamente tutte le biblioteche sono ora collegate in rete tra loro con una semplice interrogazione puoi individuare e richiedere anche i testi che la tua biblioteca non possiede.
Se ti è possibile, fatti
aiutare dal personale della biblioteca stessa, se invece ti ritrovi a dover
lavorare da solo, inizia la tua ricerca (sempre che tu non abbia già
individuato qualche testo su cui basarti) consultando le voci del soggettario
che possono riguardare il tuo tema, cominciando da quelle principali per poi
eventualmente allargare la ricerca a quelle più generali o a quelle più
specifiche. Proviamo, continuando col
l’esempio relativo al boom economico, a cercare una bibliografia sul tema.
Per prima cosa bisognerà individuare nel soggettario la voce ITALIa. Come
vedrai, accanto ad essa, come soggetti ulteriori, sono aggiunte altre voci: a
te interessa ITALIA – STORIA – XX SECOLO. Siccome poi il tema prescelto ha
forti implicazioni in ambito economico, ti converrà cercare anche ITALIA – ECONOMIA
– XX SECOLO. Per gli altri aspetti che ti sembrano importanti rispetto agli
anni del boom (emigrazione interna, diffusione dei media ecc.) Dovrai
verificare la loro esistenza come soggetti autonomi: sui media esistono due
voci che puoi consultare (MASS MEDIA e RADIO TELEVISIONE ITALIANA) ed esiste
anche una voce EMIGRAZIONE (tu dovrai guardare in EMIGRAZIONE – ITALIA). Come vedi la ricerca non è semplicissima, ma una volta entrato nel meccanismo dell’indicizzazione, non sarà difficile recuperare i testi che ti servono. E’ possibile che tu ti ritrovi di fronte un numero di testi esorbitante: non preoccuparti, non devi leggerli tutti. Comincia ricopiando su un foglio i riferimenti ai libri che hai individuato. Parti dai più recenti: di solito infatti essi contengono in bibliografia i testi precedenti che sono stati utilizzati, in questo modo potrai poi scoprire con facilità gli altri testi importanti sull’argomento. Nell’annotare i dati dei
libri che intendi consultare, segna tutti i riferimenti importanti: autore,
titolo, luogo di edizione, casa editrice, anno di edizione, collocazione;
ti serviranno poi per la bibliografia del tuo lavoro e sarebbe un inutile
dispendio di tempo dover poi andare a ricercare quelle stesse indicazioni. Naturalmente questa è solo la prima ricerca bibliografica, quella che ti serve per delineare i contributi disponibili sul tema, ad essa probabilmente, una volta che ti sarai chiarito le idee, seguirà una seconda ricerca più mirata, relativa ai testi da studiare. Chiedi di poter consultare i volumi che hai individuato e inizia il tuo lavoro. I tuoi obiettivi sono duplici: devi chiarirti le idee sul tema e devi trovare i testi giusti da leggere per poterlo approfondire. Per questa ricerca ti
conviene partire dall’indice dei vari libri, in modo da comprenderne, almeno
in linea di massima, l’organizzazione dei contenuti e il taglio. Consulta
anche il risvolto di copertina e il retro del libro, di solito danno
indicazioni utili sul contenuti. Alla fine di questa selezione i libri dovrebbero risultare divisi in alcune categorie: - quelli di inquadramento del problema: si tratterà, con ogni probabilità, di opere più generali delle quali magari dovrai leggere un capitolo o due tanto per approfondire le informazioni del tuo manuale o magari di testi divulgativi da consultare rapidamente per desumerne informazioni di massima -
quelli che trattano in particolare il tema che ti interessa - quelli troppo difficili che per ora non ti conviene prendere in considerazione - quelli che c’entrano poco o niente col tuo argomento perché hai sbagliato la tua ricerca o perché trattano i contenuti da aspetti particolari che non ti interessano Comincia col chiedere in prestito quelli della prima categoria: ti serviranno per rafforzare le tue competenze di base.
Leggi i capitoli che hai individuato come importanti e comincia a completare la scaletta che avevi preparato all’inizio, aggiungendo tutte le informazioni che servono alla contestualizzazione del fenomeno Rispetto al boom
economico, per esempio, saranno importanti le scelte economiche dei governi
che si sono succeduti dalla fine della guerra, come anche la composizione
politica di quei governi, il piano Mashall, le caratteristiche della ripresa
economica,la riforma agraria ecc.. Questo lavoro ti consentirà anche di formulare una serie di domande più mirate che potrai poi porre ai testi che parlano in modo specifico del tuo tema. Annota queste domande: saranno la chiave di lettura che ti consentirà di affrontare i saggi specialistici senza subirli ma ricercando risposte ai problemi che ti interessano.
Un’altra forma di ricerca di informazione può venirti dalla rete Internet che, contenendo ormai milioni di pagine sui più svariati argomenti, è diventata un enorme serbatoio di informazioni, ricerche, fonti. Devi consultare almeno un paio di motori di ricerca, che sono potentissimi data-base che indicizzano, sotto vari indicatori, i contenuti delle pagine pubblicate nel web. I più noti sono: http://www.yahoo.it/; http://www.altavista.it/; http://www.excite.com/; http://www.virgilio.it/; http://www.arianna.it/, http://www.google.com/. Nella stringa di ricerca devi digitare la voce che ti interessa cercare e poi avviare la ricerca. Ti conviene seguire alcune
facili regole di ricerca, per evitare di essere sommerso di pagine da
consultare: a.
comincia
la tua ricerca da parole che riguardano sottotemi limitati (non storia
contemporanea ma boom economico, per restare al nostro esempio, oppure,
ancora meglio, emigrazione, pubblicità, industrializzazione) b.
usa
gli operatori logici: and (cerca due termini insieme: es. boom+economico), or
(cerca uno o l’altro termine: es. emigrazione or immigrazione) not (cerca il
primo termine escludendo il caso in cui esso è accoppiato col secondo: es.
emigrazione not America) e racchiudi le parole che vuoi cercare tra
virgolette, per individuare i siti che più volte menzionano le voci che
ricerchi ed evitare così quelli che le citano soltanto c.
seleziona
la lingua che ti interessa in modo da evitare, se non ti sono utili, siti in
lingua straniera Crea nei preferiti una cartella in cui archiviare i siti che ti interessano, in modo da poterli richiamare con maggior facilità e procedi ad una prima selezione veloce: visita il sito, verifica se ti può servire, inseriscilo nei preferiti e vai avanti. Non soffermarti subito a leggere i contenuti, lo farai in un secondo momento, altrimenti rischi di perderti tra le mille suggestioni che la ricchezza di materiali può sollecitarti. Stai attento ad indicizzare nella tua cartella le pagine che contengono eventuali rimandi ad altri siti: sono una risorsa in più per la seconda fase della ricerca. Terminata questa prima fase di scrematura, richiama i siti che hai archiviato e verifica se possono fornirti indicazioni realmente utili, cancellando tutti quelli che non rispondono ai requisiti che hai fissato, in modo da avere, alla fine, solo i siti che realmente possono servirti. Tieni conto del fatto che difficilmente la ricerca nel web può fornirti saggi specialistici, piuttosto è utile per reperire fonti (immagini, documenti, spunti per approfondimenti). Puoi utilizzare anche, per
semplificarti una parte della ricerca, le categorie di base offerte dai
motori di ricerca che, di solito, hanno già una loro raccolta di pagine su
diversi temi generali: se selezioni storia contemporanea è possibile che ti
venga già offerto un repertorio di siti e portali (siti indice di risorse
tematiche) da consultare.
Rivediamo i passaggi che hai fatto fino ad ora e verifichiamo quali elementi dovrebbero a questo punto essere nelle tue mani. · hai deciso il tema · ti sei fatto un’idea sulle problematiche connesse consultando il tuo manuale · hai elaborato una prima scaletta problematica · hai cercato la bibliografia (e questa ricerca dovrebbe già averti dato strumenti per capire su quali contenuti puoi trovare dati e interpretazioni) · hai verificato la possibilità di trovare informazioni presso altre fonti (internet) · hai letto i testi generali sul periodo o sull’argomento e ricavato informazioni. E’ il momento di provare a delimitare meglio il campo di indagine e di formulare delle ipotesi, delle domande, da porre ai saggi che devi ancora leggere e alle fonti che puoi aver scelto di consultare. Per far questo ti conviene raccogliere le idee, magari utilizzando una mappa concettuale. Una mappa concettuale è un
modo per strutturare le idee e, nel contempo, formulare ipotesi di
spiegazioni dei fatti, attraverso la visualizzazione delle relazioni tra un
elemento e l’altro del tema, in modo da creare una gerarchia interna dei nessi
che li collegano. Ci spieghiamo con un
esempio. La mappa che segue è una
schematizzazione tratta dal capitolo sul boom economico di Paul Ginsborg
Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi, Torino, Einaudi, 1996. Come potrai osservare, in essa, a partire dal tema che noi abbiamo stabilito come centrale, l’emigrazione, sono rappresentate: le cause generali e particolari del fenomeno (ovvero il boom e la crisi dell’agricoltura, le cui frecce sono dirette verso la parola chiave), le caratteristiche che esso assume e i problemi che comporta (collegati da frecce che si dipartono dalla parola chiave). Naturalmente nessuno pretende che tu faccia, a questo punto del lavoro, una mappa tanto complessa e dettagliata, la nostra esemplificazione serve solo a farti capire come puoi procedere per preparare una schematizzazione efficace. Riuscire a elaborare una simile visualizzazione di un fatto storico ti consente diverse operazioni di conoscenza. · ti permette di ricapitolare i contenuti che hai studiato; · ti
permette di chiarirti o di ipotizzare i nessi tra i vari elementi che
compongono la ricostruzione storica · ti
permette di selezionare con maggiore efficacia un problema o un punto di
vista particolare per approfondire l’analisi Queste ipotesi e questo problema ti guideranno nella lettura dei testi che riguardano nello specifico il tema che hai scelto: non si tratterà più di studiarli ma di cercare in essi conferme o smentite alle tue idee e di vagliare le risposte che danno alle domande che hai formulato.
Ora sei pronto per affrontare i saggi specialistici, selezionando, all’interno della tua bibliografia, (o cercando ex novo, se scopri di non avere sufficienti indicazioni), quelli che sono veramente attinenti al problema sul quale hai deciso di concentrarti. Ricordati comunque di prendere appunti precisi, segnandoti i concetti essenziali, i dati, e le pagine da cui trarre citazioni importanti. Devi tenere assolutamente presente un dato fondamentale per qualsiasi ricercatore storico: saggi storici e manuali non raccontano la storia. Il passato di fatto, sia che riguardi l’ultima ora, l’ultimo anno o l’ultimo secolo, non esiste più e non è possibile farlo rivivere nella sua complessità. Quello che qualsiasi testo può offrirti è solo una ricostruzione parziale, che dipende dai criteri di ricerca utilizzati dallo storico che si è cimentato con quel dato argomento. La sua ricostruzione, come la tua, deriva dalla sua preparazione, dalla sua concezione del mondo, dalle categorie storiografiche che ha utilizzato, dalle fonti che ha scelto di consultare e dal modo in cui le ha interpretate. Un libro di storia è solo una dimostrazione argomentata di quello che lo studioso ha creduto di leggere nel passato che ha indagato. Non esistono saggi giusti o sbagliati, ma solo ricerche più o meno coerentemente motivate rispetto alle idee che esprimono o più vicine, per le categorie che utilizzano, al tuo modo di sentire o rappresentare il mondo. Quindi devi stare attento a comprendere non solo il racconto che il saggio ti propone ma anche i presupposti da cui parte, la gerarchia interna di temi e problemi che propone e gli argomenti che produce a favore della sua interpretazione. Certo comprendere le categorie storiografiche utilizzate dai diversi storici è un lavoro molto complesso, tuttavia sai che puoi contare sulla consulenza del tuo insegnante e anche del nostro Istituto che è, appunto, specializzato nella ricerca storica e che potrà fornirti le indicazioni e i chiarimenti di cui hai bisogno. Tieni conto comunque che una tesina interessante e utile può già essere rappresentata dal confronto tra le tesi di due storici su un determinato tema.
A questo punto della tua ricerca devi prendere alcune decisioni importanti che dipendono dal tipo di lavoro che vuoi fare. Se infatti ritieni che la tua tesina debba essere semplicemente l’approfondimento di un tema specifico ad un livello di precisione maggiore rispetto a quello contemplato nel tuo manuale, il tuo lavoro di ricerca può dirsi concluso e puoi passare alla fase della raccolta delle idee (paragrafo 15) e dei problemi che ti sei posto, con le relative risposte che hai desunto dai saggi. Se invece vuoi davvero cimentarti, sia pure in piccolo, col lavoro dello storico comincia da ora la seconda fase della tua ricerca: quella sulle fonti. Ti indichiamo quali sono
le istituzioni principali che conservano fonti interessanti per una ricerca
di storia locale. Istituto per la storia
della resistenza e della società contemporanea della provincia di Asti Archivio di Stato Archivio storico del
Comune (ogni comune ha un suo archivio storico) Archivio storico della
Provincia Archivio della Camera di
commercio Archivio Unione
industriali Archivi delle banche Archivio del
Provveditorato di Asti Archivio di ciascuna
scuola Archivio Vescovile Archivi Parrocchiali Archivi delle
Organizzazioni sindacali Archivi dei Partiti
Politici Archivi delle associazioni
culturali, religiose, assistenziali La preparazione che hai maturato sul tema prescelto dovrebbe ora essere sufficiente ad offrirti gli strumenti per sviluppare una tua originale ricerca. Naturalmente non si può pensare che tu abbia le conoscenze e il tempo per occuparti di temi troppo vasti, tuttavia, se limiti le tue ambizioni, non è detto che tu non possa fare un buon lavoro, scientificamente fondato. Riprendiamo il tema che ci
è servito come esempio in queste pagine: il boom economico. Ci sono diversi sottotemi
sui quali è possibile sviluppare indagini alla tua portata: per esempio
potresti indagare su come i alcuni film del periodo o alcuni romanzi
famosi o la pubblicità sui giornali dell’epoca raccontavano la
trasformazione. Puoi, in quest’ultimo caso, ad esempio, scegliere alcune
annate di un quotidiano locale o di un settimanale anche a tiratura
nazionale (fonti conservate di solito nelle emeroteche delle biblioteche o
degli Istituti specializzati come il nostro) oppure chiedere agli archivi
di una qualche industria locale se ti fanno consultare la
documentazione relativa alle diverse campagne pubblicitarie dell’epoca. Oppure potresti analizzare
in che modo si è sviluppato il fenomeno dell’immigrazione dal sud negli anni
del boom. In questo caso potresti chiedere all’archivio storico del tuo
comune i dati sul movimento di popolazione negli anni che ti interessano
e poi magari, individuati i periodi di maggior afflusso, verificare sui
giornali locali se ci sono notizie su problemi connessi al rapporto tra
settentrionali e meridionali e anche raccogliere qualche testimonianza
sull’entità e le ripercussioni del fenomeno dalla viva voce dei protagonisti. Oppure ancora potresti
verificare, negli archivi della tua scuola o di altre (elementari o
medie) come con l’emigrazione cambia la popolazione scolastica e se la
trasformazione crea problemi di qualche tipo. Infine, se vuoi fare un lavoro interdisciplinare, potresti selezionare alcuni romanzi o racconti del periodo che affrontino il tema ed analizzarli alla luce delle trasformazioni del periodo per verificare in che modo hanno interagito con l’immaginario dell’epoca. Bada a scegliere, comunque, un approfondimento semplice e facilmente controllabile all’interno dei fatti o dei problemi che hai scoperto con le tue letture precedenti: la tua è solo un’esercitazione volta a produrre una piccola ricerca originale ma non necessariamente esaustiva. Il valore dipenderà più dal rigore della metodologia che non dalla significatività dei risultati. E tieni conto infine che è possibile che qualche studioso abbia già svolto un lavoro simile a quello che ti proponi: questo non deve farti desistere, anzi è possibile che ti risparmi parte della ricerca e ti dia informazioni importanti senza per questo togliere valore alla tua ricerca. Naturalmente tutto il processo che abbiamo descritto
finora potrebbe essere anche completamente invertito, se hai voglia di
lavorare sulle fonti. Infatti, se hai già un minimo di preparazione di base
sul tema di cui ti vuoi occupare, potresti anche partire dall’esame di una
fonte e poi, attraverso le domande che la sua analisi pone, andare a cercare
saggi e altre fonti che ti consentano di formulare risposte coerenti fino ad
arrivare ad una ricostruzione del problema di cui hai deciso di occuparti e
magari a darne una tua interpretazione.
Come dicevamo prima, il passaggio dell’uomo sulla terra lascia innumerevoli tracce nell’ambiente che ci circonda, tracce scritte, come documenti d’archivio, letteratura, scritture personali come i diari o le lettere, ma anche immagini, trasformazioni dell’ambiente, produzioni culturali (dai libri, ai film, ai palazzi) oggetti, ricordi e racconti. Tutte queste tracce sono fonti potenziali a disposizione dello storico ed è il suo selezionarle per ricostruire il passato che le trasforma in vere e proprie fonti, ovvero in strumenti per il suo lavoro.
Esistono diversi modi per
classificare una fonte. Possiamo dividere le fonti
in due grandi gruppi: · le fonti di diritto
pubblico · le fonti di diritto
privato Al primo gruppo
appartengono le leggi, le circolari, gli atti e la corrispondenza da parte
dello Stato, degli enti pubblici e dei notai (gli archivi delle scuole o
quelli dei comuni, o i dati Istat, ad esempio) Il secondo gruppo, che
comprende praticamente tutte le altre fonti, si divide in numerose
sottocategoriegorie: 1)
fonti
visive (arti visive, fotografie, film, documentari, programmi televisivi,
ecc.) 2)
fonti
sonore (musica, registrazioni radio ecc.) 3)
fonti
orali (testimonianze dirette) 4)
fonti
scritte che, a loro volta, si suddividono in diverse tipologie · scritti inediti
(corrispondenze, diari ecc.non a stampa) · scritti editi, che
includono tutto quello che esiste di pubblicato e che quindi si suddividono
in ulteriori sottocategorie (letteratura, giornali, saggistica,
memorialistica ecc) Ci sono poi le tracce
involontarie, quelle cioè che non sono nate con intenti comunicativi ma che
pure è possibile interpretare: gli oggetti, la struttura delle abitazioni (le
fonti materiali), le trasformazioni dell’ambiente, i sistemi di lavoro, gli
usi e i costumi ecc. Ciascun tipo di fonte,
naturalmente, ha il suo linguaggio e i suoi limiti che bisogna conoscere per
essere in grado di utilizzarla senza rischiare travisamenti o errori.
E’ necessario pertanto tornare in biblioteca o nel nostro Istituto (che conserva molte diverse tipologie di fonti per la storia del ‘900 e possiede le competenze necessarie per supportarti nelle tue analisi e orientarti alla comprensione delle metodologie) per cercare i saggi fondamentali sull’uso delle fonti che vuoi utilizzare. Di solito si tratta di saggi non troppo lunghi, di lettura non facilissima, perché sono di opere rivolte ad altri specialisti del settore, ma non impossibili da affrontare anche perché le teorie spesso sono accompagnate da esemplificazioni d’uso. D’altra parte nessuno pretende da te che diventi uno specialista nell’uso di questi linguaggi: questa lettura ti serve solo per evitare ingenuità o interpretazioni distorte.
Come dicevamo sopra, ogni
fonte parla rispetto alle domande che il ricercatore le pone. Tuttavia non
è possibile rivolgere le stesse domande a tutte le fonti, né si può mai
essere assolutamente certi della correttezza della risposta. La risposta
dipende infatti dalla capacità di analisi di chi interroga e dalla ricchezza
della documentazione che ha a disposizione. Proviamo a darti qualche avvertenza metodologica, tieni conto però che solo i saggi specialistici, o una supervisione esperta da parte del tuo insegnante, o anche da parte nostra, se vorrai, potrà garantirti la necessaria correttezza metodologica. Innanzi tutto devi considerare che nessuna fonte
è oggettiva: tutte le fonti rappresentano la realtà in base ai criteri di
chi ha prodotto quel messaggio. Prendiamo ad esempio la testimonianza orale,
come anche il diario o qualsiasi fonte che si basa sulla memoria per
ricostruire gli eventi. E’ evidente che la rappresentazione che offre sarà
filtrata dalla capacità di ricordare del soggetto, dal modo in cui questi
ricordi si connettono con la sua vita e con le altre sue esperienze, dal tipo
di autorappresentazione che vuole dare di sé nel presente, dalle convinzioni
che lo animano e dalla sua idea del mondo. Si tratta quindi di una fonte da
maneggiare con estrema cautela e che va verificata intrecciandola con altre
(non ti puoi basare solo su interviste se vuoi, ad esempio, conoscere
l’impatto che l’emigrazione dal sud ha avuto su Asti negli anni ‘60; dovrai
anche leggere i giornali dell’epoca e ricavarti i dati precisi sull’entità
del flusso migratorio per verificare e completare il quadro). Anche fonti che sembrano in apparenza più oggettive
hanno bisogno di essere trattate con le dovute cautele. Gli stessi giornali
appena citati presentano i fatti in
base alle scelte editoriali di chi li pubblica e del modo di vedere di chi ci
scrive: ti basterà confrontare due testate di uno stesso giorno per osservare
come cambi anche solo la gerarchia della presentazione delle notizie. Allo stesso modo il documentario o la fotografia
nascono da un occhio che riprende la realtà e che quindi la seleziona e la monta a
partire dal suo punto di vista. Insomma la prima regola di un buon ricercatore è: non
fidarsi e controllare qualsiasi fonte attraverso altre fonti. Rifletti poi su un altro aspetto del tuo lavoro
sulle fonti: il tuo obiettivo non è solo raccogliere informazioni, ma
anche valutarne la credibilità e il significato, tenendo conto anche
degli obiettivi dell’emittente e delle convenzioni interne al documento che
stai esaminando (un articolo di giornale, ad esempio, ha una struttura e
delle regole compositive, e questo vale anche per un romanzo o per un film o
per qualsiasi altra fonte).
Una volta acquisite le regole di base per la consultazione delle fonti che hai scelto e aver reperito il materiale che ti serve, puoi cominciare la tua analisi. Si tratta ora di sfruttare i materiali che hai identificato per ricavarne informazioni. Usa i fogli del tuo quaderno ad anelli per costruire schede di analisi dei materiali che consulti, annotando la fonte stessa (con tutti i riferimenti che ti serviranno poi per citarla nel tuo scritto) e le informazioni che puoi dedurne. Vediamo
quali voci puoi includere nella tua scheda. ·
Datazione ·
Tipo di documento (articolo,
foto, fonte orale, romanzo, documentario ecc) ·
collocazione ·
Emittente (chi rilascia il documento) ·
Ricevente (a chi è rivolto il documento) ·
Luogo di conservazione (archivio,
biblioteca ecc) ·
Contenuto ·
Intenzione comunicativa (per
quali motivi è stato scritto) ·
Notizie che ne ricavi (dirette
e inferenziali = tue supposizioni a partire dai dati che la fonte offre)
rispetto alle domande che hai formulato
Devi tener presente che nessuna fonte parla da sola, sei tu che la fai parlare in base alle domande che le poni. Prepara quindi una lista di domande cui rispondere e tienila sempre davanti agli occhi mentre lavori. Poniamo che tu abbia
deciso di controllare, sui quotidiani dell’epoca, l’impatto che l’arrivo dei
meridionali ha avuto sulla tua città e mettiamo anche che tu abbia
individuato con maggior precisione, negli archivi del comune, qual è il
periodo in cui il fenomeno si presenta con maggior evidenza, in modo da
limitare ad un paio di annate la tua consultazione. Vediamo quali possono
essere le tue ipotesi di lavoro. In base all’esperienza che
hai maturato a partire dall’attuale fenomeno dell’immigrazione straniera nel
nostro paese, puoi supporre che l’arrivo degli immigrati nella tua città
abbia comportato, negli anni ’50-’60, problemi analoghi. Prova dunque a fare
un elenco di questi problemi e scopri se ne trovi traccia nei giornali
dell’epoca. Questo ti porterà a consultare, in particolare, le pagine della
cronaca, privilegiando magari gli articoli che riguardano l’occupazione o
l’urbanistica o quelli di costume e di cronaca nera, ma senza trascurare le
lettere al direttore o altri eventuali riferimenti. Ci sono lettere o articoli
che discutono del fenomeno dell’immigrazione dal Sud? In quali contesti e
rispetto a quali temi trovi menzionati protagonisti meridionali oppure la
loro cultura e le loro abitudini di vita? I termini che i
giornalisti usano per parlare degli immigrati dal Sud sono positivi, neutri o
negativi? Si parla di episodi di
tensione che testimoniano una contrapposizione tra immigrati e popolazione
locale? Sono presentati episodi che testimoniano una serena convivenza? In caso di articoli di cronaca nera, il paese di
provenienza è citato per tutti i protagonisti di azioni criminali di vario
tipo o solo quando essi sono meridionali? Ecc. Fatto questo, comincia la
tua ricerca, annotando su ogni singola scheda, la data del giornale in cui
trovi l’informazione, la pagina, il titolo e la sintesi del contenuto, e
segnando le espressioni che ti sembrano più significative in base alle
domande che ti sei posto. Scoprirai, andando avanti, che le tue domande iniziali possono moltiplicarsi, che non tutte sono calzanti, che per alcune è impossibile trovare risposte certe. Questo fa parte del lavoro e ti avvicina a delineare il quadro perché ti pone nelle condizioni di formulare inferenze (ovvero informazioni non direttamente derivanti dalle fonti ma da tue considerazioni in base ai dati che da esse ricavi) e ipotesi di spiegazione del fenomeno sul quale stai indagando, le quali, con ogni probabilità, ti porteranno a consultare anche altre fonti per fare le necessarie verifiche. Tieni comunque sotto controllo il tema: non conviene ampliarlo troppo, visto appunto che si tratta, in definitiva, solo di una tesina di storia e non di un saggio; se sorgono troppi problemi che avrebbero bisogno di approfondimenti ulteriori, nulla ti vieta di citarli, nel testo che scriverai, come domande aperte, come temi per ulteriori ricerche.
A questo punto, ricavate le informazioni dalle fonti, hai in mano tutto quello che ti serve per chiudere il tuo lavoro. Hai una serie di conoscenze di base sul contesto, sulle interpretazioni che gli storici hanno dato del periodo e del fenomeno che ti interessa, hai la tua problematizzazione e i documenti che ti forniscono le informazioni per rispondere alle domande che ti eri posto e infine hai le risposte che da essi hai ricavato: non ti resta che scrivere il tutto. Vediamo come puoi farlo al meglio. Innanzi tutto ti conviene elaborare una nuova mappa concettuale (vedi punto 9), questa volta non più per focalizzare il tema ma per sintetizzare i risultati finali della tua ricerca. Questa fase ti serve per chiarirti le idee e per generarne di nuove, scoprirai infatti che molti dei concetti che hai elaborato finora ti si chiariranno e ne coglierai aspetti e connessioni nuove proprio affrontando il problema della stesura del testo. La mappa concettuale ti aiuterà a definire l’ordine gerarchico tra i vari contenuti. Metti al centro quello che ritieni essere il frutto fondamentale della tua ricerca, e che sarà probabilmente la tesi che intendi sostenere attraverso il tuo scritto, e poi segna i concetti, le idee, i fatti che ritieni importanti per chiarire e dimostrare quello che vuoi dire e anche per confutare altre interpretazioni o semplici luoghi comuni che, in base alle tue analisi, ritieni errati. Una volta che hai esaurito questa fase (che è possibile richieda anche più di una stesura per arrivare ad una rappresentazione che veramente comprenda tutto quello che hai in mente di dire), puoi passare alla redazione della scaletta.
Ora, tenendo la mappa davanti, puoi decidere l’ordine espositivo delle diverse parti del tuo lavoro. Tieni conto che uno scritto di storia si avvale di diverse tipologie di testo. Esso infatti è un testo argomentativo (che serve cioè a dimostrare la tesi che hai maturato) ma anche narrativo (quando racconti dei fatti) e descrittivo (quando rappresenti il contesto o la situazione che fa da sfondo al tuo tema). Non esiste una regola precisa cui tu debba attenerti, ma ricorda che l’obiettivo cui devi tendere è l’efficacia complessiva del testo. Puoi partire dalla tesi che vuoi dimostrare e poi spiegare, attraverso le fonti, come sei arrivato a quelle conclusioni e rappresentarne il contesto oppure puoi iniziare dalla situazione generale per poi delimitare il problema che ti sei posto e spiegare gli argomenti ti hanno portato a maturare una determinata tesi, oppure scegliere qualsiasi altro tipo di approccio. Ricordati comunque che gli obiettivi fondamentali che devi prefiggerti sono essenzialmente due: dare coerenza alle tue argomentazioni e fare in modo che il tuo lettore le trovi convincenti. Questa è una fase molto creativa del tuo lavoro perché scoprirai che, nell’esigenza di trovare gli argomenti migliori, ti verranno nuove idee oppure ti si chiariranno dubbi o perplessità: verificherai l’efficacia del tuo lavoro precedente e potrai realmente delimitare l’ambito del tuo lavoro, escludendo il superfluo e approfondendo le tue convinzioni (naturalmente questo comporterà, probabilmente anche una verifica più puntuale di alcuni elementi del tuo discorso, magari aprendo brevi fasi di ulteriore consultazione e ricerca per suffragare argomenti che ti sembrano deboli).
Ora non ti rimane che la fatica di scrivere. Cerca di essere essenziale: il valore del tuo lavoro si misura dalla qualità di quello che dici, non dalla quantità di pagine che utilizzi. Tieni inoltre conto del fatto che un prof. si annoia mortalmente a leggere pagine e pagine prive di efficacia che gli richiedono un mucchio di tempo e che preferisce di gran lunga un testo breve ma esauriente. Ti diamo alcune regole
essenziali. a.
Scegli
un titolo efficace e originale per il tuo lavoro (magari accompagnato da un
sottotitolo che chiarisca il tema). b.
Fai
precedere il testo vero e proprio da una breve premessa metodologica nella
quale spieghi come hai lavorato. E’ essenziale per dare al prof. le
coordinate di lettura e per fargli comprendere cosa si può aspettare di
trovare nel tuo lavoro. c.
Dividi
il testo in capitoli e, possibilmente, i capitoli in paragrafi e dai un
titolo a ogni sezione: si tratta di indicatori di contenuto utili per chi
legge perché facilitano il compito di comprendere la funzione delle varie
parti e consentono, anche ad una rapida occhiata, di capire come si
sviluppano le tue tesi. d.
Cita
in modo evidente (in corsivo o tra virgolette e con caratteri diversi) i
brani degli autori che hai letto e che ti sembrano significativi per il tuo
lavoro e che ti aiutano a suffragare la tua tesi. Evita di parafrasare i
testi che hai consultato o di copiare dei brani facendoli passare per tuoi; a
parte la evidente scorrettezza di questo tipo di operazione, rischi di essere
scoperto molto facilmente sia perché il brano copiato presenta evidenti
differenze stilistiche rispetto al tuo modo di scrivere sia perché il tuo
prof. magari conosce (e quindi riconosce) l’autore da cui è stato tratto. Non
ti preoccupare invece di fare troppe citazioni: tutti gli storici ne fanno e
anzi sono testimonianza del fatto che ti sei effettivamente documentato. e.
Metti
in nota a piè di pagina i riferimenti per risalire al testo che hai citato:
autore, titolo, luogo di edizione e casa editrice, anno di pubblicazione e
pagina da cui è tratta la citazione. f.
Sempre
in nota, se lo ritieni, puoi aggiungere altre citazioni o tue considerazioni
che non ti sembrano essenziali ma che ritieni comunque utili al tuo discorso
o citare altri testi che si sono occupati del particolare argomento che stai
trattando. g.
Inserisci,
con lo stesso metodo usato per le citazioni degli storici, anche gli stralci
significativi delle fonti che intendi utilizzare nel tuo testo. Se hai molte
fonti simili non trascriverle tutte nel tuo saggio, per evitare di
appesantirlo troppo: inserisci solo le più significative e predisponi un
capitolo finale di appendici in cui allegare tutte quelle che non utilizzi
direttamente ma che pure servono a confermare la tua tesi. h.
Ricordati
di compilare e inserire al fondo del tuo lavoro una bibliografia completa
delle opere che hai consultato i.
Inserisci
anche, all’inizio o al fondo del tuo saggio, un indice con le relative
indicazioni delle pagine dei vari capitoli. j.
Usa,
se necessario, immagini o foto che illustrino passaggi significativi del tuo
lavoro ma aggiungi sempre una didascalia che ne chiarisca il significato e
indica la fonte da cui sono tratte. Le immagini non servono ad abbellire il
testo ma a renderlo più efficace, metti quindi quelle veramente importanti ed
evita l’effetto “collezione di figurine”.
Una volta conclusa la stesura, rileggi il testo e valutalo dai seguenti punti di vista: a. ortografia e sintassi b. coerenza complessiva c. peso (in termini di numero di pagine) delle varie parti del testo: devi fare in modo che il contenuto non sia troppo squilibrato (troppo narrativo o troppo descrittivo a discapito delle argomentazioni con cui sostieni la tua tesi, ad esempio) o che si diffonda solo su una parte del tema a discapito delle altre.
Dai al tuo testo un aspetto gradevole (inutile dire che è caldamente consigliato usare un computer, il tuo o uno della tua scuola, per la stesura). Non usare caratteri troppo piccoli ma non scrivere nemmeno a caratteri cubitali, daresti l’impressione di voler allungare in ogni modo una tesina striminzita; lo stesso dicasi per l’interlinea. Un carattere corpo 12 (max 14) e un’interlinea da 1,5 sono un buono standard cui attenersi. Cura la rilegatura (a spirale è la più semplice) e inserisci una copertina col titolo, il tuo nome e la scuola e classe di appartenenza.
Se hai dimestichezza col computer e conosci i principi di strutturazione di un ipertesto puoi produrre, in alternativa al testo scritto, una versione digitale della tua tesina, anche solo usando le funzioni apposite di Word o un qualsiasi editor html. Tieni conto però che
costruire un ipertesto ha senso solo se la struttura del tuo lavoro è
fortemente multimediale (se contiene cioè, come parte integrante, immagini o
suoni) e se offre l’opportunità di costruire link veramente efficaci. Insomma
elaborare un ipertesto nel quale ci sia solo un indice che rimanda alle varie
pagine interne senza che tra esse ci siano poi collegamenti efficaci è
inutile e anzi controproducente. Infatti leggere un testo al computer è più
faticoso ed è meglio che tu eviti al tuo prof questa fatica se non è
ricompensata da una struttura che offra molte interconnessioni significative.
Tieni conto inoltre che preparare un ipertesto, anche se magari è più
divertente e creativo che stendere un testo normale, richiede un tempo
aggiuntivo di costruzione che devi calcolare.
Un ultimo consiglio se sei riuscito ad arrivare alla fine di questo fascicolo: non ti spaventare. Le cose non sono poi così difficili come sembrano. Certo costruire una buona tesina non è magari facilissimo ma comunque è un lavoro creativo e ti consente finalmente di misurarti, in autonomia, con una serie di problemi che magari dovrai affrontare in seguito, soprattutto se intendi continuare i tuoi studi a livello universitario. Tieni poi conto che non sei solo: puoi chiedere consigli ai tuoi prof. e il nostro Istituto, inoltre, è a tua disposizione per darti tutte le indicazioni che possono esserti utili e seguirti nelle varie fasi del tuo lavoro. Per essere certo di non sbagliare ecco le fasi in cui ti conviene verificare con un esperto il tuo lavoro: · la scelta del tema · la costruzione della bibliografia · la mappa concettuale e le relative problematizzazioni · i risultati dello studio dei saggi e le risposte ai problemi che ti eri posto · l’individuazione delle fonti · le metodologie di analisi delle fonti · i risultati finali della tua ricerca · la scaletta della tua tesina · il testo che hai scritto Se poi sei fiero del tuo prodotto, ci piacerebbe che tu ce ne portassi (o inviassi via e-mail all’indirizzo israt@provincia.asti.it) una copia: intendiamo infatti aprire una nuova sezione del nostro archivio per raccogliere le tesine degli studenti, in modo che possano servire, nel tempo, anche come base di lavoro per ulteriori ricerche. Buon lavoro dunque e soprattutto …IN BOCCA AL LUPO!
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