Brachiopodi
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Il termine Brachiopodi deriva dal latino brachium = braccio e dal greco pùs podòs = piede, e si riferisce alla presenza di una struttura boccale particolare. Questa particolare struttura, provvista di numerose ciglia che servono all'animale per convogliare e filtrare l'acqua e per catturarne particelle alimentari in sospensione, si riteneva che venisse utilizzata per la locomozione.

La conchiglia esterna  è provvista di due valve, delle quali una dorsale e l'altra ventrale, invece che laterali e simmetriche. 

I Brachiopodi apparirono sui fondali da quando la vita animale si diffuse per la prima volta nel Cambriano. 

Le loro conchiglie fossili sono abbandonate e diffuse nei sedimenti paleozoici, ma anche in quelli di età più recenti. I 68 generi e le 260 specie viventi sono soltanto un esigua parte di quelle estinte: sono state infatti descritte ben 30.000 specie fossili molto comuni dal Paleozoico al Mesozoico (da 500 a 70 milioni di anni fa).

Tutti i Brachiopodi viventi sono marini, solitari, e tipicamente fissi al fondale grazie ad un peduncolo carnoso che fuoriesce da un foro presente nella parte posteriore della valva ventrale; la maggior parte di essi vive in acque temperate.  Esistono poi i Brachiopodi tropicali e si suddividono in due classi: inarticolati, con le valve tenute solo da muscoli adduttori; articolati, con la presenza di denti cardinali e adduttori.  

Le loro conchiglie hanno dimensioni comprese fra 5 mm e gli 8 cm. Alcune specie fossili raggiungevano anche dimensioni di 38 cm.