Patrizia
Vayola (09-05-2002 11:33)
Costruire ipertesti è
senza dubbio un'attività complessa che, come dice Francesca, ha bisogno
di una preparazione efficace e di un approccio graduale: come noi non
pretendiamo che gli studenti al primo contatto con la scrittura possano
scrivere un testo argomentativo complesso, così non possiamo pretendere
che studenti di qualsiasi ordine e grado siano capaci di realizzare un
prodotto ipertestuale molto articolato.
Ci sono anche in questo caso una serie di competenze e di abilità da
formare.
Un approccio propedeutico è certamente la costruzione di mappe
concettuali: prima ad albero (la declinazione di un fenomeno nei
suoi vari aspetti), poi a grappolo (la complessità del fenomeno
nei sotto insiemi in cui ciascun aspetto può essere declinato) poi a
rete (le interconnessioni che i vari aspetti hanno tra loro).
La costruzione della complessità della rappresentazione deve accompagnare
le varie fasi del lavoro di ricerca: dalla definizione iniziale
dell'argomento (che rappresenta le preconoscenze) allo story board finale.
Ogni passaggio della ricerca comporterà la ridiscussione della mappa
per verificare dove le nuove acquisizioni possono essere inserite e in che
modo esse vanno ad influenzare la struttura della mappa stessa.
Provo a spiegarmi con un esempio: la prima guerra mondiale.
Il grafo ad albero potrebbe corrispondere alla cronologia del
conflitto (competenze relative a periodizzazione, successione,
contemporaneità, cronologia, datazione, durata).
La mappa a grappolo potrebbe allargare in quadro inserendo, intorno
al fenomeno chiave della prima guerra mondiale, altre concettualizzazioni
relative al conflitto: cause, armamenti, guerra di trincea e condizione
dei soldati, il conflitto nei vari paesi, letteratura e guerra, pace e
guerra, le conseguenze del conflitto ecc. (ma si tratta solo di esempi)
costruendo per ciascuna delle voci un grafo che declini il tema
(competenze relative a tematizzazione, individuazione dei nessi logici tra
i fatti, ordinatori spaziali, mutamento e permanenza, contestualizzazione).
La mappa a rete di ricaverà connettendo tra loro i diversi insiemi
e sottoinsiemi della mappa a grappolo e individuando la qualità del nesso
che li collega (competenze di problematizzazione e spiegazione).
E’ evidente che un lavoro di questo tipo consente non solo
l’acquisizione di conoscenze e di competenze ma, mediante la progressiva
ristrutturazione della mappa, ha effetti significativi sulla metacognizione.
E’ altresì evidente che l’approfondimento del tema può essere
sviluppato a diversi livelli nei diversi ordini di scuola e che le
competenze che ho descritto devono essere sviluppate in progressione
(non tutti gli ipertesti devono prevedere che si arrivi dall'albero alla
rete) e che solo alla fine del percorso curricolare si può pensare alla
costruzione di una mappa della complessità che ho presentato sopra.
Ci possono essere quindi ipertesti più o meno complessi (lo sviluppo del
grafo o del grappolo o della rete) e non ci si deve preoccupare della
qualità del prodotto ma delle acquisizioni che consente, perché
comunque la realizzazione del prodotto costringe a confrontarsi con la
stesura di un testo (descrittivo, narrativo, argomentativo) che è
comunque necessariamente il prodotto finale di qualsiasi attività di
studio della storia.
Un lavoro di questo tipo, inoltre, implica quasi naturalmente (ma un primo
esercizio può anche consistere soltanto nella ipetestualizzazione di un
capitolo del manuale) il ricorso a fonti di varia tipologia e
quindi consente di lavorare su un altro ambito significativo di competenze
di tematizzazione, di analisi ecc.
Per quanto riguarda la motivazione, è evidente che essa varia
anche per cause non strettamente connesse al tipo di lavoro tuttavia
solitamente la costruzione di un percorso attivo di conoscenza, che renda
gli studenti protagonisti delle loro acquisizioni e che si concluda con un
prodotto di cui si sentono artefici, di solito potenzia la motivazione.
Ritengo tuttavia che lo strumento ipertestuale vada introdotto nella
programmazione quando effettivamente serve a produrre effetti cognitivi,
piuttosto che per assecondare le propensioni dei ragazzi.
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