Francesca Cosenza (23-05-2002 02:17)

allenarsi agli ipertesti

 
Si tratta di una prova realizzata per monitorare alcune abilità degli studenti connesse all’attività di costruzione degli ipertesti. Sono abilità di tipo cognitivo relative alla capacità di selezionare informazioni e di organizzarle in forma complessa, di esplicitare i nessi tra le unità di informazione, di utilizzare linguaggi differenti in relazione ai contenuti che si desidera esprimere. In realtà, per la natura collegiale e collaborativa della prova, si attivano anche abilità relazionali che sono proprie dell’attività di gruppo che gli studenti svolgeranno.
Il tema prescelto nell’esperienza di A. Talamo, stabilito in accordo tra docenti di diversi ordini di scuola, è il CASTELLO che permette livelli di trattazione differente a seconda degli utenti. Ma ciascun insegnante, volendo ripetere la prova, potrà utilizzare il tema che riterrà più opportuno, in termini di interesse degli alunni, di attualità, di conoscenze, anche in relazione alla propria programmazione didattica.
Questa prova utilizza esclusivamente materiale cartaceo fatto di testi (nel numero di 11) e di immagini ( anche queste 11). Il criterio guida nella selezione del materiale è la presenza di informazioni divergenti, eterogenee anche circa i linguaggi utilizzati, per meglio sollecitare poi l’attività dei ragazzi. E’ possibile presentare testi tratti da narrazioni, filastrocche, titoli giornalistici, fumetti, fiabe, ricette di cucina…….. ed immagini di dipinti, disegni esplicativi, illustrazioni fiabesche, fotografie, piantine, ecc… Gli studenti, divisi in gruppi di lavoro, in due sessioni della durata di due ore ciascuna, devono organizzare il materiale a piacere, modificandolo eventualmente o utilizzandolo integralmente o in parte. Si chiederà loro di disporre su un cartoncino (70 x 100) il materiale scelto per costruire una presentazione sul tema assegnato. Solo dopo avere stabilito la disposizione degli elementi, si potrà incollare il materiale. La consegna più importante è che vengano tracciate delle connessioni tra gli elementi utilizzati e che si scriva il motivo del nesso eventualmente creato tra le unità di informazione. Inoltre, alcuni accorgimenti sono relativi alla formazione dei gruppi (omogenei quanto alle capacità logiche e relazionali), e sul materiale da fornire (immagini e testi tagliati separatamente e numerati). La prova prevede anche una registrazione, tramite una scheda appositamente strutturata, dell’attività dei gruppi. Un’altra scheda analizzerà eventuali testi ed immagini prodotti (didascalie, dialoghi, vignette) e riporterà notizie sulla natura dei collegamenti (spaziali, temporali, ludico immaginari, letterari, o altro) e sulla presenza di corrispondenze tra testo ed immagine o altri elementi aggiunti. Alla fine si valuterà se il materiale è stato presentato secondo un’esposizione enciclopedico-sistematica (nessi logici, cronologici e sequenziali) o secondo criteri “divergenti” di creatività, immaginazione o gioco.Ben si capisce come la strutturazione e l’organizzazione del materiale, le relazioni create e trovate siano attività propedeutiche per la realizzazione di un ipertesto. Personalmente ho presentato la prova in due classi molto diverse per composizione e per grado: una II superiore di un istituto professionale (26 alunni maschi) ed una III media (classe mista di 22 alunni). I risultati non sono stati molto diversi: entrambe le classi hanno dato via libera alla fantasia ed hanno spesso arricchito il materiale proposto con vignette e dialoghi. I nessi creati, nella maggior parte dei casi, sono stai complessi e con notevoli rimandi interni. Quasi tutto il materiale è stato utilizzato e, spesso, rielaborato in maniera fantasiosa. Sotto il profilo relazionale solo qualche alunno non ha mostrato una viva partecipazione, ma la maggior parte di loro ha apprezzato con meraviglia ciò che il gruppo aveva saputo fare. Il tema da me scelto è un ponte tra passato (Le mille e una notte) e il futuro: la luna. Il passo successivo resta la costruzione di un ipertesto vero e proprio che mi auguro non tardi ad arrivare.
Spero che la breve disamina dell’esperienza magistrale di A. Talamo e più modesta della sottoscritta abbia solleticato la fantasia di qualche collega che voglia, nella propria classe, svegliare, stimolare, emozionare e stupire (stupendosi) i propri alunni.