1965
I temi
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Tempo
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Il romanzo è ambientato negli
anni '60, nel pieno del boom economico. |
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Trama
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Il romanzo inizia con l’inserimento
di un giovane, sprovveduto e ingenuo, dalla provincia veneta in una grande
città, dove ha trovato lavoro come impiegato in una grande ditta commerciale.
Dopo un iniziale periodo di smarrimento il protagonista si lascerà
completamente assorbire dagli ingranaggi del sistema fino a instaurare un rapporto del tutto
particolare con il suo dirigente, di cui si sentirà una proprietà e con cui
s'identificherà. Questi processi di degradazione e abbrutimento, favoriti
anche dalla frequentazione della famiglia del suo capo, gli faranno perdere del tutto la capacità di agire
secondola propria volontà. Il giovane farà un unico tentativo di sottrarsi a
questo tipo di violenza, ma sarà inutile, visto che alla fine accetterà il
proprio destino e, pur di non rovinare i rapporti con il suo capo,sposerà una
giovane demente, pupilla della madre del suo padrone, destinata a morire dopo
pochi anni e con cui avrà anche un figlio. |
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Luoghi e ambienti |
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I fatti si svolgono quasi interamente negli uffici della ditta che ha due sedi: una più vecchia situata in un edificio simile a una casa signorile e una più recente collocata in un modernissimo palazzo ricco di vetrate, con un giardino sovrastato da una cupola di vetro. Inoltre l’ambiente urbano fa da sfondo a tutte le vicende che si svolgono fuori dagli uffici. |
Protagonisti
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Il giovane protagonista di cui
il narratore non ci fa conoscere il nome, ha ricevuto un’ educazione borghese
e cattolica. All’ inizio segue i valori inculcati dalla famiglia quali il
culto del successo accompagnato dalla consapevolezza della lotta necessaria
per ottenerlo, la riconoscenza nei confronti dei suoi genitori, i doveri
morali verso la sua fidanzata rimasta in provincia. Ma a poco a poco il
processo di degradazione che subisce per influenza del padrone gli farà
perdere i tratti della sua personalità fino a trasformarlo in un oggetto. Dottor Max è il giovane padrone
meditabondo sempre vestito di scuro che parla in continuazione al
protagonista della sua vocazione per la filosofia e per la vita campestre,
affermando paradossalmente la mancanza di moralità delle istituzioni e dei
padroni. Diabete è il primo impiegato con cui
il protagonista viene a contatto, ed è anche colui che lo aiuta ad
ambientarsi sia nella ditta, sia nella grande città. E’ un personaggio
frustrato, che non si sente amato e che spesso si appisola anche se si trova
sul posto di lavoro. Lotar è il portiere dai tratti somatici
simili a quelli di una scimmia e completamente succube del padrone. Usciere è il primo personaggio che il
giovane incontra al momento del suo ingresso nella vecchia sede della ditta e
del quale lo colpisce l’immobilità che lo rende simile a un vegetale. |
FORME E PROCEDIMENTI NARRATIVI |
La vicenda non
viene sviluppata in chiave realistica, ma nei modi di una descrizione
allegorica che porta al paradosso e che assolutizza il problema, finendo per
attribuirgli un valore emblematico. Il racconto in prima persona e
la focalizzazione interna rendono la narrazione distorta e falsata. Il carattere deformante della
rappresentazione è accentuata perché trasferita su un piano assurdo e
irreale, col risultato di un rovesciamento delle prospettive secondo cui l’
umanità appare prosciugata e “disumanizzata”. Fabula e intreccio coincidono
praticamente per tutto il romanzo, ad eccezione delle poche retrospezioni
riguardanti la vita in provincia del protagonista. |