GAVINO LEDDA
"Padre
padrone.
(1975)
TEMI
Il testo propone un'analisi sociale e psicologica
del rapporto padre-figlio in termini padrone-servitore; più di una volta il
padre utilizza espressioni del tipo "mio" come se il figlio fosse un
oggetto. Il difficile percorso di riconquista dell' identita' umana si fonde
nel protagonista con la necessita' di riappropriarsi della propria cultura e,
nello stesso tempo, di lottare contro ogni potere che opprime.
TRAMA
Il 2 gennaio 1944 Gavino comincia la scuola, ma
dopo solo due mesi il padre gli fa lasciare gli studi e lo porta a governare il gregge. Da quel giorno sara'
la "scuola pastorale" di Baddevrustana a insegnargli la vita, dato
che torna sempre meno di frequente a Siligo. Gavino affronta un vero e proprio
"percorso formativo" per "stadi" fino alla vita militare
che gli permette di conseguire un titolo di studio e contare sulla propria
volontà per raggiungere i suoi obbiettivi. Dopo il periodo militare, riappare
la figura del padre, che si deve scontrare ora non più con un servo ma con un
uomo divenuto cosciente di se stesso e delle proprie possibilità. Il nuovo
mondo conosciuto da Gavino si basa sui principi del ristretto reciproco, del
valore della persona e della libertà. La nuova consapevolezza di sé gli darà la
forza di sfidare la volontà paterna e coltivare la sua passione per lo studio.
LUOGHI E AMBIENTI
Il romanzo e' ambientato nell’aspo paesaggio
della Sardegna,in particolare a Siligo (Sassari), e poi a Baddevrustana.
PERSONAGGI
Gavino, espressione di una giovinezza che
esplode contro tutto e tutti, e' il protagonista, caratterizzato da una forte
volontà e da una continua "passione di studio soffocata". Poi
troviamo il "babbo sempre pronto a mettere in luce tutta la sua
esperienza" che si richiama ai suoi anziani per giustificare di fronte a
se stesso e agli altri l'asprezza brutale del suo atteggiamento di padrone.
Figure meno rilevanti sono quelle della madre e dei due fratelli, Filippo e
Vittoria,detta la maestra, poiché è l'unica a possedere un'istruzione.Vengono
inoltre citati Thiu' Juanne, "cantastorie"degli avi di Gavino(thiu'Giommaria
Ledda, thiu'Jombattista,Don Peppe), il maestro di musica thiu Gellòn, il cane
Rusigabedra, la vecchia superstiziosa thia Fiorentina e Riu Rùzu, i compagni
pastori thiu Pulinari,Gobbe, thiu Ziromine e thiu Costantinu.
FORME E PROCEDIMENTI NARRATIVI
Il NARRATORE è interno. Ledda attraverso la voce
di Gavino è il protagonista stesso dell'opera. La FOCALIZAZIONE interna rimane
FISSA per tutta l'opera. Fabula e intreccio per lo più coincidono. A volte sono
presenti alcuni flash-back sulle vicende degli antenati della famiglia di
Gavino. In altri casi l'autore attraverso ellissi omette una parte della storia
per accelerare il ritmo della narrazione. Sul piano linguistico troviamo
costruzioni agili fatte per lo più di periodi brevi e un lessico non ricercato.
(Molto spesso tra parentesi è riportata la traduzione d’espressioni italiane in
dialetto sardo).