SI FA PRESTO A DIRE FAME
L'autore è
Piero Caleffi, ma vi è anche la prefazione, cioè uno scritto
più o meno breve premesso al testo del libro, a titolo di presentazione,
di Parri Ferruccio (esponente di rilievo della lotta partigiana in Italia).
Questo libro parla della vicenda di Piero Caleffi contro il fascismo e i
tedeschi.
Il testo non è un diario, ma è una vera e propria storia. Caleffi
parla in prima persona raccontando le avventure che gli sono capitate, a
lui, ma anche a suoi amici.
Cercherò di fare una sintesi della trama.
Piero Caleffi abitava con la sua compagna Mary, in una casa di Genova. Egli
a 24 anni era Segretario della Federazione Provinciale Socialista di Mantova.
Caleffi viene arrestato molte volte a causa del fascismo, perché era
un avversario del regime.
Durante questo periodo, lavorò in compagnie di assicurazioni a Milano,
a Roma e a Genova. Oltre al suo lavoro nel 1943 fa parte della Giunta Esecutiva
del Partito dAzione, però nello stesso anno entra nella missione
Law e successivamente viene catturato dalla polizia, che era fascista.
Così fecero a Caleffi molte domande a proposito dell'anti-fascismo.
Cioè gli chiesero se conosceva alcune persone, ma lui rispose
negativamente, perchè erano suoi amici. Ma se Caleffi non parlava
lo torturavano, così, visto che sveniva spesso, alcune volte dava
qualche indicazione.
Nella galera, il commissario, per farlo parlare gli diceva sempre: "se parli
ti salvo, se non parli ti faccio a pezzi".
Caleffi rimase molto tempo in prigione, ma il 23 di ottobre, dissero a tutti,
che sarebbero stati portati a Bolzano in un campo di concentramento. In quel
luogo stavano male, non sempre mangiavano e i "capi-blocco" torturavano chi
non lavorava con impegno.
Ma l8 gennaio del 1945 incominciò il brutto viaggio verso
Mauthausen.
Da questo periodo il racconto precipita.
Caleffi si dispera e langoscia diventa sempre più grande. Mauthausen
è molto duro, infatti Caleffi si fratturò il ginocchio, ma
nonostante questo lavorava ugualmente.
Torturavano, uccidevano in modo orribile migliaia di persone.
Ma, finalmente, venne il giorno in cui uscirono da quel campo di concentramento,
grazie agli Americani.
Tutto questo successe dal 1922 al 1953, circa. Caleffi non annota spesso
le date e le ore, ma si limita a raccontare i fatti.
I luoghi sono situati nelle galere e nei campi di concentramento, ma a volte
descrive alcune città che visitava, tipo Milano, le stazioni e le
case.
Il libro si basa su fatti realmente accaduti è una storia vera che
colpisce profondamente.
Il modo di comunicare è semplice, ma chiaro.
Il motivo principale per cui è stato scritto questo libro, è
quello di non dimenticasi di questi uomini, sopravvissuti e non, che hanno
sofferto, combattuto contro la fame e le ingiustizie.
Per far leggere a tutti, cosa può procurare una guerra, ma non solo,
anche a far capire un po' di storia a chi non ha vissuto tutto questo.
Io penso che Piero Caleffi abbia sofferto molto nei campi di concentramento,
ma ancora di più quando è morta sua moglie Mary.
Infatti scrive così:"...,ed ella fu per me infermiera, madre, moglie,
compagna, collaboratrice..." e poi "... morì la mattina dopo, nessun
uomo da quel momento fu più solo di me...".Questultimafrase
mi ha colpita e commossa molto. Sinceramente, il libro allinizio mi
sembrava noioso, perché parlava di tutti gli arresti, della polizia,
del fascismo ecc..., ma poi ho capito il vero significato ed ho immaginato
il dolore e i sentimenti che provavano i prigionieri e le loro famiglie. |