LA
NOTTE
Il libro letto è stato scritto da Elie Wiesel che è anche
il protagonista di questa crudele storia. Wiesel nacque nel 1928 a
Sighet,
in Transilvania e faceva parte di una famiglia composta da sei persone: la
madre, il padre e quattro bambini, Hilda era la maggiore, poi c'era Bea,
poi Elie che era l'unico figlio maschio e la più piccola si chiamava
Judit. I genitori di Elie erano commercianti e Hilda e Bea li aiutavano in
questo lavoro, mentre Elie era uno studioso e voleva diventare un cabalista.
Elie e tutta la sua famiglia erano ebrei, e lui credeva in Dio.
Ora esaminiamo quello che accadde a Elie e a tutta la sua famiglia.
Elie e tutta la sua famiglia vivevano a Sighet, avevano molto da lavorare,
ma egli voleva diventare un cabalista, ma suo padre continuava a ripetergli
che solo a trenta anni poteva diventarlo. In questa città viveva un
uomo di nome Moshè lo Shammàsh che era il factotum di una sinagoga
chassidica e aiutava Elie a diventare cabalista. Un giorno gli Ebrei stranieri
vennero espulsi dalla città e Moshè era straniero. Li caricarono
su un treno e dopo poche settimane gli abitanti di Sighet si dimenticarono
di loro. Quando Moshè riuscì a fuggire, tornò a Sighet
per raccontare tutto quello che gli era successo, ma nessuno gli credeva
e tutti pensavano che fosse matto. Nella primavera del 1944, i tedeschi
arrivarono a Sighet e formarono due ghetti, uno più grande, e uno
più piccolo. Una sera arrivò la brutta notizia: la deportazione
.Tutti dovettero preparare il cibo e i vestiti per partire l'indomani verso
una destinazione sconosciuta. Arrivarono a piedi fino alla stazione e vennero
tutti caricati sul treno che era talmente pieno che per sedersi dovevano
fare a turno. Una donna nella notte continuava a gridare: "il fuoco! il fuoco!",
ma nessuno vedeva niente, perché in realtà non c'era. Arrivati
a destinazione, qualcuno lesse il cartello che indicava "Auschwitz". La signora
continuava a gridare, ma questa il fuoco c'era davvero e tutti lo videro,
li fecero scendere. Li divisero in due gruppi: donne a sinistra, uomini a
destra, gli tagliarono i capelli e li sistemarono in una baracca per la notte.
Per colazione ricevevano del caffè nero, a pranzo e cena il pane e
la zuppa. Molto spesso li sottoponevano a selezioni; i più deboli
venivano uccisi e i più robusti continuavano a lavorare. Per riconoscerli
vennero stampati a ognuno dei numeri sul braccio sinistro. Elie trovò
alcuni amici che aveva a Sighet e altri se ne fece nei campi. A chi possedeva
oro nei denti gli veniva tolto, Elie aveva una corona che le venne tolta.
Vennero trasferiti a Buma e dopo qualche mese che si erano sistemati venne
bombardata. Arrivò l'anno 1945 e le S.S. gli fecero un bel regalo:
la selezione. A questa venne registrato il padre di Elie che pensava di morire,
ma per fortuna scampò alla seconda selezione. Lì nevicava molto
e a forza di stare con i piedi nella neve, il piede destro di Elie si era
gonfiato, così si dovette operare. Pochi giorni dopo l'operazione
si dovevano trasferire in un altro campo. Questa volta ci dovevano arrivare
a piedi, anzi correndo. Il cammino fu molto lungo e le persone che cadevano
a terra, perché sfinite, venivano fucilate. Elie aveva ritrovato il
suo amico Julick che morì nella notte. L'indomani li caricarono su
un vagone aperto, dove la neve entrava, il padre di Elie sembrava morto tanto
freddo aveva preso. In quel vagone salirono in cento e scesero in dodici,
il posto dove erano arrivati si chiamava Buchenvald. In questo campo, appena
arrivarono, fecero una selezione, dopodichè li mandarono a lavorare.
Il padre di Elie era sfinito, di questa vita non ne poteva più e proprio
quando erano arrivati alla fine della loro vita nel campo, morì e
Elie rimase solo, però per lui forse era nu peso in meno, senza di
lui poteva pensare di più a se stesso, a mangiare senza pensare anche
a suo padre. Elie dovette rimanere a Buchenvald fino all'11 aprile. L'ultimo
giorno ci fu una battaglia in cui tutte le S.S. fuggirono, così un
carro armato americano entrò nel campo e liberò tutti. Tutti
ne furono contenti e lo era anche Elie, ma dopo soli tre giorni si ammalò.
Un giorno raccolse tutte le sue forze e andò a guardarsi allo specchio
e vide soltanto un cadavere che lo contemplava.
Questo libro venne scritto nel febbraio del 1984 a Firenze. Questa storia
avviene nel periodo che va dal 1942 al 1945. Si svolse in diversi campi di
concentramento tra cui Auschwitz, Buna e Buchenwald. Questo è un libro
di tipo storico, perché parla dei campi di concentramento e di quando
le famiglie venivano deportate da un campo all'altro, insomma parla della
seconda guerra mondiale. Secondo me è stato scritto per fare capire
alla gente quello che accadeva realmente, quanto poteva essere brutto e doloroso
per le persone che vi erano coinvolte, ma può anche essere stato scritto
per fare conoscere il passato, nel presente, insomma una fonte storica.
Questo libro potrebbe appparire noioso, ma in realtà per me è
stato bellissimo, perchè ho capito veramente cosa si provava a stare
lì. Ogni volta che a Elie accadeva qualcosa era come se accadesse
anche a me, diciamo che è stato un libro perfetto, a me è piaciuto
molto e l'ho letto molto volentieri. |