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Napoleone III

(Parigi 1808 - Chislehurst 1873), imperatore dei francesi (1852-1870). Terzogenito del fratello di Napoleone I, Luigi Bonaparte, re d'Olanda, e di Ortensia de Beauharnais, nel 1831 prese parte ai moti carbonari in Romagna. In seguito alla morte dell'unico figlio di Napoleone I (1832), divenne l'erede dei Bonaparte e tentò invano due pronunciamenti militari, a Strasburgo (1836) e a Boulogne (1840). Imprigionato nella fortezza di Ham, evase nel 1846, rifugiandosi in Inghilterra. In quegli anni Napoleone III scrisse alcune opere in cui sviluppava il concetto dell'idea bonapartista come sintesi delle idee repubblicana e monarchica, dei principi elettivo plebiscitario ed ereditario. Il nuovo impero francese avrebbe dovuto trovare il suo primato ergendosi a tutore delle nazionalità contro la vecchia Europa dinastica.

 

Il secondo impero

Tornato in Francia dopo la rivoluzione del febbraio 1848, Napoleone III fu eletto il 10.XII presidente della II repubblica. Tra i suoi sostenitori furono in posizione preminente i cattolici, ricompensati dalla spedizione che Napoleone III decise nel 1849 per abbattere la Repubblica Romana e restaurare Pio IX, mirante anche a bilanciare la presenza austriaca in Italia. Con il colpo di Stato del 2.XII.1851 Napoleone III sciolse il parlamento e con due plebisciti si fece proclamare presidente per 10 anni (14.I.1852), poi imperatore (2.XII). Il secondo impero fu un regime autoritario e poliziesco, con elezioni solo formalmente libere (le camere avevano solo il compito di ratificare le leggi e i bilanci presentati dal governo), soppressione della libertà di stampa e di riunione. Solo dal 1865 ci fu un certo allentamento del regime ("impero liberale"), che solo il 27.IV.1870 assunse caratteristiche costituzionali moderne. Il forte appoggio cattolico rimase una caratteristica politica dell'impero.

 

La politica estera

Napoleone III esordì con un periodo di successi. Con la guerra di Crimea (1854-55) ottenne l'alleanza della Gran Bretagna e spezzò il fronte conservatore tra Austria e Russia, riuscendo poi a ricucire buoni rapporti con quest'ultima. La partecipazione alla II guerra d'indipendenza italiana gli fece ottenere Nizza e la Savoia (1860), anche se l'ambigua politica verso lo Stato Pontificio irritò sia i cattolici, sia i liberali italiani. Negli anni '60 invece una serie di errori e di rovesci finirono per isolare la Francia. La proposta di convocare un congresso sulla Polonia, insorta contro i russi, indispose lo zar Alessandro II (1863); la spedizione messicana, col tentativo di stabilirvi un impero cattolico affidato a Massimiliano d'Asburgo, finì in un disastro (1862-67). La guerra austro-prussiana (1866) rafforzò la Prussia. L'episodio di Mentana (1867), dove le truppe francesi fermarono Garibaldi che marciava su Roma, irritò gli italiani. Completato l'isolamento di Napoleone III, il cancelliere prussiano Bismarck provocò quindi alla guerra la Francia (19.VII.1870): dopo una breve campagna in cui rifulse la superiorità dell'esercito prussiano, Napoleone III fu sconfitto e fatto prigioniero a Sedan (2.IX.1870), mentre a Parigi veniva proclamata la decadenza dell'impero. Dopo una breve prigionia, Napoleone III si ritirò in Gran Bretagna, dove morì.

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