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scrittore (Milano 1785-1873). Nella sua biografia spiccano il soggiorno parigino (1805-1810), che lo mise in contatto con l'ambiente degli ideologi francesi e col Fauriel, e la conversione al cattolicesimo (1810) seguita a quella della moglie, Enrichetta Blondel, e non esente da influssi giansenisti, attenuati poi dall'amicizia del Rosmini. Testimonianza pił diretta della conversione sono gli Inni sacri (Resurrezione, Nome di Maria, Natale, Passione, Pentecoste) e le Osservazioni sulla morale cattolica (1819), mentre la meditata adesione al romanticismo portava a maturazione la poetica manzoniana, incentrata sul concetto del 'vero' poetico, prima identificato con il 'vero' storico (Lettre ą monsieur Chauvet, 1820), poi da esso distinto (Lettera sul Romanticismo, 1823), infine a esso contrapposto (Del romanzo storico, 1845). All'evoluzione di tale poetica, oggettiva e realistica, si accompagnavano le meditazioni sulla questione della lingua (Dell'unitą della lingua, 1868), polarizzate intorno alla necessitą di abolire il secolare diaframma tra la lingua dei letterati e quella viva del popolo attraverso l'adozione del fiorentino parlato dagli uomini colti. Ma la pił alta meditazione del Manzoni si svolge intorno alla storia, direttamente studiata sotto il profilo morale in alcuni saggi (Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, Storia della colonna infame, La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859), e soprattutto poeticamente interpretata nelle odi Marzo 1821 e Cinque Maggio (1821), nelle tragedie Il Conte di Carmagnola (1820) e Adelchi (1822) e infine nel romanzo I promessi sposi (1827 e 1840-1842; rifacimento del Fermo e Lucia del 1821-1823), ove il Manzoni, dalla pessimistica considerazione della presenza del male nel mondo, dominante nelle opere precedenti, si eleva a una concezione pił ampia e pił serena, secondo cui la sofferenza degli umili s'inserisce in un disegno provvidenziale.