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Una giustificazione del tema scelto |
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Perché l'idea di proporre un modulo didattico sul tema sviluppo-non sviluppo-sottosviluppo? L'argomento è così vasto, così articolato da non possedere una chiara fisionomia. Di questo siamo consapevoli, ma abbiamo creduto di aver appreso una lezione nel corso dei vari incontri sulla didattica della storia che in questi anni si sono tenuti: l'argomento storico non è un dato naturale ma una costruzione concettuale che si appoggia su una pluralità di semplici accadimenti. Allora ci siamo chiesti quali sono le emergenze, i semplici accadimenti dell'oggi, quelli che, in particolare, riguarderanno i nostri alunni negli anni a venire? |
Abbiamo individuato nei fenomeni della globalizzazione e dell'immigrazione extracomunitaria i punti di partenza significativi per qualsiasi tipologia di alunno. Riteniamo che sia compito della scuola liberare i fenomeni da facili semplificazioni, e per fare questo riteniamo occorra inseguirli nella loro genesi, che ci porta diritti al nostro tema. Ecco allora che si impone la sfida di tentare la costruzione di tre categorie storiografiche (appunto sviluppo, non sviluppo, sottosviluppo) aventi una identità assai vaga. La sfida è maggiore se si ambisce a far valere lo stesso tema su tutti i livelli di scuola. Ma noi crediamo che il problema dell'immigrazione e della globalizzazione siano già percepiti nei primi anni di scuola, che sono anche gli anni in cui il bambino costruisce la propria immagine del mondo identificandola con il mondo in cui vive. Attraverso un procedimento induttivo, riteniamo sia possibile portare l'alunno alla comprensione della storicità e della relatività del concetto di sviluppo, alla presa di coscienza che lo sviluppo è una strada imboccata dall'Occidente e che su questa strada vigono precise regole non alla portata di tutti. Allora tanti accadimenti che si studiano separatamente potrebbero essere scoperti come i momenti di costruzione, anche forzata, di questa strada. |
Quando parliamo di sviluppo e sottosviluppo, sempre sottendiamo una categoria storiografica nata in Occidente e tanto pervasiva da confondersi ormai con la stessa natura umana: la categoria della tecnica. Anche qui è importante risalire ad una comprensione più articolata e storica della tecnica, perché è in questa dimensione che tutti noi siamo nati e destinati a vivere. |
Rimane ancora da precisare un punto importante: gli alunni non saranno condizionati da questa impostazione? Premesso che il condizionamento in storia è l'indispensabile condizione del ricostruire, del definire, del collegare, che comunque la comunità dei lettori approverà o meno, si assumono per condivisi alcuni valori, che appartengono allo spirito della nostra costituzione, ai principi ispiratori della casa comune europea e, ultimo ma non ultimo, al comune sentire. Questi valori sono innanzitutto il primato della persona e i suoi diritti elementari, tanto elementari che in genere non si ritiene di doverli enunciare. Inoltre, il presente modulo didattico aspira a fornire del materiale selezionato, calibrato e diversificato perché sia l'utente ad operare le proprie deduzioni. Se riusciremo a muoverci in questa direzione, avremo già conseguito un risultato, quello di non presentare la storia come una materia che si studia a scuola e che non ha nulla a che fare con la vita. Un altro risultato, non meno importante, sarà di aver promosso un pensiero non banale su una questione. Lo ripetiamo, questo è un compito della scuola: innalzare il pensiero oltre l'immediato e istintuale interesse, portarlo alla dignità di un pensiero civile e critico, perché la scuola è nata proprio come espressione di civiltà, di valori da trasmettere e di ulteriorità rispetto l'immediato opinare. |
La strategia didattica cui ci siamo riferiti è schematizzata in due mappe di facile comprensione: la prima riguarda la scansione del curricolo di cui abbiamo cercato di tenere conto; la seconda sintetizza l'iter cognitivo. |