RISO
AMARO
Giuseppe De
Santis 1949
Inizialmente, Riso amaro
era stato concepito dal regista e dagli sceneggiatori come uno studio
dello sfruttamento delle mondine nelle risaie della pianura padana, ma
finì col diventare un'opera caratterizzata dal forte sex appeal di
Silvana Mangano, giovane attrice esordiente.
La vicenda d'origine finì col passare in secondo piano e diventò
l'affermazione personale dell'attrice che dall'oggi al domani diventò
una star in Europa e in America.
Le scene del lavoro delle mondine si presentano anche come una denuncia
della condizione femminile negli anni del dopoguerra, offrendo una
visione dello sfruttamento dal forte impatto.
I momenti che il film offre all'analisi didattica non sono molti, ma
importanti e permettono una ricostruzione accurata delle fasi del
lavoro, duro, faticoso; delle precarie condizioni in cui si svolge; del
senso di gruppo che esso determina in chi deve vivere in comune i
sentimenti, gli affetti, le gioie e i dolori.
Vita da caserma, suggeriscono gli stanzoni in cui le mondine dormono e
consumano la noia delle giornate di pioggia, in cui si cerca di
soffocare la malinconia e la noia con scherzi infantili, racconti del
proprio paese, canti popolari.
Canti tradizionali scandiscono infatti le fasi del lavoro, in cui non è
permesso comunicare in altro modo, e riecheggiano una tradizione
secolare.
Utilizzazione didattica
• arrivo delle mondariso nelle cascine della pianura su camion
riecheggianti quelli militari
• sistemazione in grandi stanzoni aperti e senza divisori
• fasi del lavoro
• momenti di vita collettiva, che permettono di superare il senso di
nostalgia
SCHEDA
FILM |
Regia:
Giuseppe De Santis
Anno: 1949
Con: Vittorio Gassman, Doris
Dowling, Silvana Mangano, Raf
Vallone, Checco Rissone, Nico Pepe
Soggetto e sceneggiatura: Gianni
Puccini, Ivo Perilli, Carlo Musso, Carlo Lizzani, Giuseppe De
Santis, Corrado Alvaro
Durata: 108'
Genere: drammatico |
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