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uomo politico statunitense (New Haven, Connecticut, 1946). Figlio dell'ex
presidente degli Stati Uniti, George senior, studiò presso le università di
Yale e Harvard. Diventò governatore del Texas nel 1995, nello stesso anno in
cui il fratello John Ellis conquistava il posto di governatore della Florida.
Nel 2000, sostenuto da una potente lobby, ottenne la nomination repubblicana e
condusse una lunga campagna elettorale improntata a uno spiccato neoliberismo e
a un solidarismo definito “conservatorismo compassionevole”. Alla fine
dell’anno, al termine di un confuso e controverso scrutinio risolto con
l’intervento della Corte suprema, venne eletto alla presidenza degli Stati
Uniti. Pochi mesi dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, in conseguenza del
clamoroso attacco terroristico lanciato l’11 settembre 2001 da un commando
suicida contro i grattacieli del World Trade Center a New York e l’edificio
del Pentagono a Washington, Bush dichiarò una vera e propria guerra al
terrorismo di matrice islamica (vedi Fondamentalismo
islamico). Ottenuto un ampio sostegno internazionale, tra cui quello
incondizionato della NATO, il 7 ottobre dello stesso anno diede avvio alle
operazioni militari contro l’Afghanistan, il cui regime dei taliban si era
rifiutato di consegnare Osama Bin Laden,
ritenuto responsabile degli attentati. Nelle elezioni tenutesi nel 2002, a metà
del mandato presidenziale, Bush rafforzò la sua leadership, portando il Partito
repubblicano alla conquista della maggioranza assoluta al Congresso. Nel corso
dello stesso anno avviò una politica molto aggressiva nei confronti del regime
iracheno, sospettato di essere in possesso di armi di distruzione di massa. Su
queste basi, il 20 marzo 2003 Bush decise l'entrata in guerra degli Stati Uniti
contro l'Iraq, con l'appoggio militare della Gran Bretagna.
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