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Il
prodotto
Il giornale si è articolato su 16 pagine.
Quattro pagine sono state dedicate all’informazione politica: due sulla
politica interna (gravitanti intorno alle problematiche relative
all’unificazione con un’intervista a Cavour, il resoconto di un discorsi
parlamentare di Garibaldi, informazioni e dati ricavati da una prima
inchiesta parlamentare sui problemi posti dall’unificazione, cronache
relative alle prime azioni di brigantaggio nel sud Italia), due sulla
politica estera (una prima sullo scoppio della guerra di secessione
americana con un’intervista a lincoln, la cronaca della caduta di Fort
Sumter e un reportage sulla condizione degli schiavi e una seconda sulla
fine della servitù della gleba in Russia, comprensiva di una scheda
biografica sullo zar Alessandro II e di dati sull’economia del paese).
Ad esse seguivano due pagine di cronaca nazionale (con vari pezzi tra
cui spiccavano una interessante intervista alla contessa di Castiglione,
comprensiva di scheda biografica, un articolo sull’organizzazione
dell’esposizione agraria che si sarebbe tenuta in settembre a Firenze,
il resoconto di un’indagine statistica sulle condizioni
igienico-sanitarie della popolazione desunte dai dati della leva
militare, la cronaca di una protesta di giovani dell’Università di
Torino che si opponevano all’aumento delle tasse universitarie) e una di
cronaca nera in cui spiccava un misterioso duplice assassinio su una
nave in rotta tra Genova e Marsiglia e le accuse ad un prelato
sospettato di abusi sulla sua perpetua.
Le tre pagine successive sono state riservate a cultura e spettacoli.
Una è stata interamente dedicata alla ripubblicazione, in versione
espunta dopo il processo per oscenità, della raccolta di poesie Le fleur
du mal, di Baudelaire, con articoli di critica letteraria pro e contro
l’opera del poeta francese. Una seconda, sempre di letteratura, sulla
pubblicazione di diversi romanzi importanti: Umiliati e offesi, di
Dostoevskij, uscito a puntate sul settimanale russo Vremja, una
recensione di Madame Bovary, pubblicato pochi mesi prima da Flaubert, I
carbonari della montagna del giovane Verga. La terza invece era dedicata
alle altre arti con il resoconto dell’esposizione, al Salon di Parigi di
alcuni quadri di Manet che avevano suscitato molte polemiche,
un’intervista a Giovanni Fattori, la recensione della prima, all’Operà
di Parigi, del Tannhäuser di Wagner, accolta con freddezza dagli
spettatori e il resoconto di un balletto della famosa danzatrice Amalia
Ferraris.
Il giornale prevedeva poi una pagina di informazione scientifica,
dedicata alle cure naturali e ai nuovi metodi di lotta contro le
malattie delle viti che prevedevano l’uso dello zolfo e una di sport con
notizie sull’apertura della Società di Ginnastica di Torino e
informazioni sulla palla a mano.
Chiudevano il giornale tre pagine dedicate alla cronaca artigiana che si
incentravano sulle modifiche apportate al Palio di Asti (che cominciava
ad essere corso in tondo nell’appena costruita Piazza del palio e non
più “in lungo”, dalla Madonna del Pilone a Corso Alfieri), sulla
stagione teatrale dell’appena inaugurato Teatro Alfieri, sulle
prospettive della viticoltura nella provincia e su una serie di fatti di
cronaca locale (l’incremento dei casi di idrofobia, la riapertura dei
corsi serali per adulti analfabeti con relative proteste dei maestri che
chiedevano aumenti di stipendio, spettacoli locali e pubblicità
dell’epoca ricavate dai giornali del 1861.
La sedicesima pagina era ovviamente la prima, particolarmente curata
dalla redazione che ha lungamente discusso sulla selezione delle notizie
(si è deciso di aprire con l’intervista al Primo Ministro) sul tema
dell’articolo di fondo (le prospettive dei rapporti con il Papato) e
sulla titolazione.
Rimaneva a quel punto solo la concretizzazione del progetto: il
passaggio dai menabò alla vera e propria impaginazione. Purtroppo il
cospicuo numero di pagine non consentiva una ampia diffusione a causa
dei costi tipografici e si rischiava di veder vanificato tutto il lavoro
(che ha accompagnato i ragazzi per l’intero anno scolastico con riunioni
a cadenza quindicinale).
In soccorso è giunta la redazione di Asti de La Stampa che, grazie alla
disponibilità del suo direttore, dott. Miravalle, ha trovato i fondi
necessari per far uscire, con diffusione provinciale, per i tipi del
quotidiano, quattro pagine con una scelta degli articoli più salienti,
mettendo a disposizione tutte le risorse e le competenze della
redazione.
Il 20 maggio, quindi, Asti 1861, ha visto la luce ed è entrata in tutte
le case dei lettori astigiani, con grande soddisfazione dei ragazzi e
delle insegnanti che sperano, per l’anno scolastico che inizia adesso,
di trovare i fondi necessari per pubblicarne anche la versione
integrale.
Questa esperienza è stata , infatti , davvero coinvolgente per allievi e
docenti: ha insegnato a lavorare meglio insieme, mettendo in comune
conoscenze e competenze, ha permesso un approccio metodologico alle
fonti che ha trasformato in eventi reali ed interessanti le narrazioni
dei testi storici. Infine, la creazione di un giornale è stata una bella
occasione per entrare nel vivo del linguaggio giornalistico e per
impadronirsi di tecniche comunicative che potenziano la capacità di
esprimersi con efficacia e consentono di accostarsi in modo più
scaltrito e critico al mondo attuale.
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