I campi italiani in Jusoslavia 1941-1943
Il 6 aprile 1941 l'esercito italiano e quello nazista invasero la
Jugoslavia, con annessione all'Italia di parte dei territori della Slovenia e la capitale
Lubiana, diventata dopo l'occupazione "Provincia di Lubiana". Con il diffondersi
del movimento di liberazione sloveno, il Comando politico-militare fascista, incapace di
distruggere le formazioni partigiane, creò diversi campi di concentramento: a
Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar, Rab (isola di Arbe), dove
furono deportati uomini, donne, bambini ed ebrei. Furono creati campi anche in Italia, per
esempio a Gonars (Udine), a Monigo (Treviso), a Renicci di Anghiari (Arezzo) e a Padova.
Secondo stime rapportate nel volume dell'A.N.P.P.I.A. Pericolosi nelle contingenze
belliche, i fascisti internarono quasi 30.000 sloveni e croati, uomini, donne e
bambini. Si calcola che nel campo di Arbe morirono parecchie migliaia di persone per fame
e per gli stenti.
I campi
di concentramento in Jugoslavia
Rapporto
a Mussolini sugli ebrei croati Il documento che
prova la responsabilità del duce nell'eliminazione degli ebrei, fin dal 1942
Le esecuzioni capitali a Roma e la frontiera orientale (1939 1943)
(a cura di Augusto Pompeo)
Il campo di Renicci di Anghiari
(luglio 1942-settembre 1943) a cura di Stefania Berizzi, Simone Duranti,
Valeria Galimi e Valentina Piattelli