I Giusti italiani
don Raimondo Viale
Nato nel 1907, fu ordinato sacerdote alletà di 23 anni e
assegnato come vicecurato alla parrocchia di Borgo San Dalmazzo. Nel corso degli anni
trenta svolse unintensa attività ricreativa e culturale che disturbò i fascisti
locali i quali, prontamente, lo punirono con una sonora bastonatura. A pochi giorni
dallinizio delle ostilità con la Francia pronunciò, durante unomelia, un
duro discorso contro la guerra in seguito del quale fu arrestato e condannato a quattro
anni di confino in Molise, presso la località di Agnone. Scontata la pena, che era stata
ridotta a 15 mesi, fece ritorno a Borgo San Dalmazzo. Dopo l8 settembre, un migliaio
di ebrei di molteplice nazionalità provenienti dalla località di confino francese di S.
Martin Vésubie, si riversarono in territorio italiano. Una parte di loro (349) fu
internata nel campo di Borgo San Dalmazzo e poi deportata a Mauthausen. I restanti
trovarono ampia protezione grazie alle popolazioni borghesi e contadine della zona. Don
Viale, oltre che ad aiutare il più possibile gli internati di Borgo, si prodigò nella
ricerca di nascondigli sicuri per coloro che erano riusciti a sottrarsi alla cattura; si
impegnò nel reperire fondi per il mantenimento dei ricercati; mantenne un fitto
epistolario con quanti erano nascosti e, in stretta collaborazione con un altro parroco,
don Francesco Repetto, lavorò alacremente onde favorire lespatrio dei perseguitati
in territorio elvetico passando via Genova. Per questa sua opera, nel 1980, è stato
riconosciuto come "Giusto fra le Nazioni".
(biografia a cura di Massimiliano Tenconi)
per
approfondire:
Storie di Giusti che
salvarono ebrei (in inglese)