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1947
Il romanzo può essere utilizzato come documento delle condizioni di vita
e di lavoro degli strati popolari cittadini dell’Italia prima del boom
economico.
Le attività lavorative sono ancora prevalentemente artigianali, come risulta dal mestiere di
molti abitanti di Via del Corno (Nesi carbonaio,
Oreste parrucchiere, Corrado maniscalco, Antonio terrazziere ). IL lavoro fornisce appena il necessario per vivere:
le abitazioni sono modeste e poco riscaldate (“I cornacchiai hanno l’abitudine
di dormire con le coperte tirate sulla testa. L’aria, nelle camere, è gelida
più di quella della strada, umida, e
ogni respiro è una fumata”);
l’abbigliamento è povero e spesso non basta a riparare dal freddo (“Lo
Staderini indossa due vecchie giacche, una sull’altra. Nanni si avvolge dentro
una mantellina militare…I ragazzi vanno a scuola gonfi di cenci e di geloni”),
anche se i giovani riescono a vestirsi con una certa modesta civetteria (“Ma le
giovani escono in cappotti eleganti e modestini, con le cinture colorate; i
giovanotti portano attorno al collo i foulards venuti di moda”).
Il tempo libero viene occupato con passatempi molto semplici, come la tombola a casa dei vicini o le fiere di Quaresima.
Sul piano culturale l’autore rappresenta nei suoi personaggi una graduale
presa di coscienza politica , che viene espressa soprattutto nel personaggio di
Maciste.