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1958
Questo
racconto, scritto alla fine degli anni ’50, costituisce un interessante
documento sui rapporti di lavoro all’interno della fabbrica: gli imprenditori tendevano
ad aumentare al massimo la produttività sfruttando intensivamente il lavoro
operaio.
In
primo piano troviamo i conflitti tra sindacati e datori di lavoro i quali erano
particolarmente duri e attuavano controlli alquanto rigidi, vere e proprie forme
di controllo poliziesco.
Notiamo
che in questo periodo vi è un enorme incremento delle macchine negli ambienti
di lavoro, con conseguente diminuzione della fatica fisica, ma con una
progressiva alienazione del lavoratore nei confronti del prodotto finale.
Nella presenza della gallina si
può intravedere un collegamento con la cultura agricola, ancora viva nella
mentalità dei membri della nuova società industriale. Il racconto costituisce
quindi un’interessante testimonianza di come la società italiana, pur
trasformandosi radicalmente di fronte all’impatto della seconda rivoluzione
industriale, fosse rimasta profondamente contadina.