Il fascismo fu un regime dittatoriale, con a capo Benito Mussolini, ha inizia quando nel 1925, eliminato uno scomodo Matteotti, Mussolini dichiarò in Parlamento: "Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di quest'associazione". Per garantirsi la stabilità politica il Duce emanò, nel 1926, le leggi "fascistissime", eliminando la libertà di opinione, i diritti sindacali e dichiarando illegale ogni altro partito che non fosse il Partito Nazionale Fascista. Per controllare i "ribelli" Mussolini istituì il Tribunale speciale e l'OVRA, una polizia fatta di spie che avevano il compito di scovare gli antifascisti.
Era compito degli squadristi, in un secondo momento, picchiare a sangue chi non era d'accordo con il regime. Manganelli e olio di ricino erano una prassi alla quale gli antifascisti non si sarebbero potuti sottrarre. Ma per esercitare a dovere terrore e repressione Mussolini dovette agire anche sotto il profilo giuridico modificando uno Statuto Albertino alquanto flessibile e che il re non faceva nulla per difendere. Anzi, era stato proprio Vittorio Emanuele III ad affidare il governo al Duce. Nel 1931 e nel 1942 Mussolini riformò rispettivamente il codice penale ed il codice civile. A questo punto occorreva occuparsi della manipolazione delle coscienze. In quest'ultimo caso strumenti utili per il regime furono la radio e il cinematografo.
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