Cronologia sulla storia della scuola

la legge Casati

il dibattito sulla scolarizzazione si connette al problema del controllo sociale

2 tesi :

  1: controllo sociale attraverso l'ignoranza:

Se anche si diffondesse la cultura a minute proporzioni, avverrebbe sempre che il popolo perderebbe la sua primitiva ingenuità e semplicità, e si allontanerebbe dalle tradizioni, non amerebbe più l'autorità; l'insegnare a leggere e a scrivere al popolo è cosa di poca utilità e che può portare a funesti effetti

Il vero amico del popolo, periodico pontificio, 1853
2: il controllo sociale attraverso l'alfabetizzazione:

Dove vi è più istruzione della massa, il Popolo è più costumato e tranquillo: rispetta i Magistrati, eseguisce le leggi, apprezzandone i vantaggi e riconoscendo la necessità del vincolo, che la società covile costituisce e conserva 

Memoria sull'istruzione elementare diretta al granduca di Toscana, 1838
1859 legge Casati regio decreto n.3725 del 13/11/1859
il testo della legge è innovativo, in via di principio, rispetto ad Europa = obbligatorietà, gratuità ed unicità del grado elementare di istruzione 
ma l'Italia si trova in una condizione di analfabetismo peggiore rispetto agli altri paesi europei, determinata da arretratezza economica

la legge approvata è coerente con l'arretratezza economica dell'Italia e con i limiti alla partecipazione politica che risultano evidenti dalla legge elettorale (= diritto di voto a cittadini dai 25 anni, alfabeti, che pagassero almeno 40 lire di imposte annue)

 
principi di riferimento della legge:
  • diritto-dovere dello stato a sostituirsi alla Chiesa nell'organizzazione delle strutture educative (ma affiiancandosi più che sostituendosi realmente)
  • obbligatorietà del primo biennio elementare (mai fornita di dispositivi legislativi di attuazione)
  • la gratuità e unicità dell'istruzione elementare (ma non è considerata scuola di base ma scuola preparatoria a gradi superiori di istruzione)
  • introduzione di scuole normali per la preparazione dei maestri
  • amministrazione scolastica centralizzata sotto la guida del Ministro della Pubblica Istruzione
 
amministrazione scolastica = struttura piramidale:
  • ministro
  • consiglio superiore di 21 membri di nomina regia
  • 3 ispettorati generali (studi superiori, secondari classici, tutti gli altri)
  • rettore (università) regio provveditore (scuole secondarie) ispettore (scuole primarie --> nel 1867 e riassorbito da provveditore) per ogni capoluogo
  • Consiglio provinciale scolastico (provveditore, ispettore, presidi liceo, direttori ginnasio, direttori scuole e istituti tecnici, e rappresentanti di deputazione provinciale e di capoluogo)
istruzione secondaria classica
per la riproduzione elite
  • ginnasio = 5 anni (in tutti i capoluoghi di provincia a carico dei comuni)
  • liceo = 3 anni (uno per ogni provincia, a carico dello stato eccetto i locali e il materiale non scientifico)
istruzione secondaria tecnica
per impieghi pubblici, industria, commercio
  • scuole tecniche = 3 anni (gratuite, a carico dei comuni, ma lo stato contribuisce per metà delle spese per stipendi, se comune assolve a compiti di istruzione primaria e classica)
  • istituti tecnici = 3 anni, distinti in sezioni (a carico di stato eccetto i locali e il materiale non scientifico)
istruzione elementare (a carico di comuni con possibili integrazioni statali) dai 6 anni, distinti tra maschi e femmine
  • biennio inferiore (obbligatorio e gratuito, a carico di comuni, ma attivabile in proporzione alle loro facoltà e ai bisogni degli abitanti [art.137] + stipendi di insegnanti subordinati a distinzione tra urbane e rurali e ad agiatezza di comune)
  • biennio superiore (nei comuni sede di istituti secondari e con popolazione superiore a 4.000 abitanti)
formazione maestri istituzione di 9 scuole normali per preparazione di maestri, triennali, con accesso a 15 anni (femmine) e 16 (maschi)
carenze della legge resta fuori istruzione tecnico-professionale e infantile (di fatto affidata al clero con funzioni di controllo sociale; la scuola materna pubblica compare solo nel 1968)

lo stato investe pochissimo nell'istruzione, affidando ai comuni grandi oneri:
negli anni '70 ci sono in Italia 8789 comuni, di cui 7807 sotto i 5000 abitanti e con scarse risorse finanziarie

 
1877 1141 comuni provvisti di locali idonei / 7160 di locali non idonei
+
5175 scuole con locali buoni, 12.500 con locali mediocri, 19.967 con locali insufficienti
+
solo dal 1895 il banco a due posti e regolato in base all'altezza
Giorgio Canestri

120 anni di storia della scuola 1861/1983

Torino, Loescher, 1983

condizione dei maestri figura dequalificata e poco istruita, subordinata e ricattata dai comuni = manca la tutela giuridica + forte ventaglio retributivo
1872 Pasquale Villari = descrizione delle misere condizioni dei maestri La scuola e la quistione sociale in Italia.
Nuova Antologia,
XXI, novembre 1872

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