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Critica marxista

Voce Sviluppo sottosviluppo, Enciclopedia Einaudi

  Nulla è più delicato che prevedere il futuro e, soprattutto, il futuro a medio termine, quello che maggiormente interessa. A termini brevi, il margine d'incertezza rimane, insomma, stretto. A termini lunghi, tutto è possibile, con una probabilità, dunque, molto alta di errore. Invece, a medio termine, diciamo vent'anni, si può avere l'illusione dell'esattezza, per quanto gli scenari possibili e probabili siano già molto numerosi e molto divergenti, anche escludendo le catastrofi globali, quali una guerra nucleare oppure un incidente ecologico di una gravità estrema. Inoltre, il carattere eccezionale degli anni 1973-80 rende ancora piú delicata ogni previsione, poiché l'estrapolazione pura e semplice delle tendenze del passato recente, il metodo per eccellenza delle previsioni, diviene ancora piú aberrante che in una situazione « normale ». Bisogna allora rinunziarvi? No, se è possibile stabilire alcuni punti e soprattutto porre in evidenza i pericoli essenziali al fine di evitare un peggioramento dei problemi del sottosviluppo. Ed è possibile mettere in risalto alcune certezze e alcune forti probabilità.

          Se si escludono le catastrofi sopra accennate, quali sono le certezze o le quasi certezze per l'anno 2000? In quello che riguarda l'evoluzione dei fattori chiamati a svolgere una funzione significativa sul processo del sottosviluppo, non vi è che un solo fatto certo, che è purtuttavia di capitale importanza. Si tratta della persistenza dell'inflazione demografica. L'incertezza non riguarda la sua realtà ma la sua ampiezza. La popolazione dei Terzo Mondo non comunista (conosciuta meglio di quella dell'altro Terzo Mondo) che, nel 1980 raggiungeva 2,2 miliardi, si troverà nell'anno 2000 tra un minimo 3,3 miliardi e un massimo 4,4 miliardi. Dunque, nell'ipotesi più favorevole un tasso annuale  di crescita del 2,0 per cento e, nella peggiore, dei 3,5 per cento. Il tasso piú probabile sarà del 2,5 per cento, ossia un tasso leggermente superiore a quello registrato tra il 1950 e il 1980. Tale  evoluzione ne genera altre, quasi altrettanto certe. Anzitutto un peggioramento della situazione precaria nel campo piú importante  che esista: quello dell'alimentazione. E' certo che la superficie agricola per abitante, già cosi ridotta per l'inflazione demografica del passato, si restringerà ulteriormente. Per il Terzo Mondo la sola probabilità di vedere un miglioramento significativo della produzione alimentare sta in un eventuale successo tecnologico nel campo della manipolazione genetica delle piante tale da fornire un cereale dal rendimento energetico e produttivo molto elevato senza porre tuttavia problemi di ulteriori apporti di concimi e di adattamento troppo difficile nei modi di coltura e di gusto. 

In questo contesto, in cui i problemi di diffusione sono fondamentali, il fatto che una gran parte degli adulti agricoltori degli anni 1990 avrà ricevuto un'istruzione primaria, può costituire un elemento positivo. Fra le semicertezze concernenti campi importanti a causa delle loro ripercussione sui problemi dello sviluppo, va posta l'accelerazione dei progressi tecnici che derivano particolarmente dalla microelettronica, dalle nuove energie e forse, il che è meno certo, dalle industrie biochimiche. Normalmente - il che vuoi dire estrapolando il passato - le conseguenze di una simile evoluzione dovrebbero consistere nel rinforzare i vantaggi dei paesi piú sviluppati. Tuttavia « normalmente » le cose non accadono sempre « normalmente ». Ed è assai difficile valutare con un minimo di certezza quali saranno le ripercussioni di tali mutazioni tecnologiche sull'avvenire dello sviluppo e del sottosviluppo. La microelettronica, per limitarsi a questo esempio, avrà probabilmente delle incidenze profonde sui processi di produzione, sui metodi d'insegnamento, sulla distribuzione spaziale della popolazione ed anche sul ritmo stesso dei progressi tecnologici in generale. Tuttavia questi cambiamenti, che «normalmente » dovrebbero generare un'accelerazione del ritmo dello sviluppo, non saranno compensati dai problemi posti dai costi dell'energia, se questi continueranno ad essere cosí alti quanto quelli del 1980. La nuova accelerazione dello sviluppo può anche essere messa in causa dal desiderio, sempre piú esteso in Occidente, di una pausa di respiro nello sviluppo. Desiderio che riemergerebbe molto rapidamente nel mondo industrializzato appena la crescita fosse di nuovo molto rapida e soprattutto se ad essa si accompagnasse, come per il passato, una riduzione della disoccupazione. Altra incertezza piú grave, se questa accelerazione avvenisse, se ne avvantaggerebbe il Terzo Mondo? Vi sono grossi rischi che, come per il passato, essa si traduca in uno sviluppo più rapido del mondo già sviluppato, dunque in un incremento dello scarto.

E’ chiaro che, piú che in qualsiasi altro momento della storia recente, le incertezze sono numerose e toccano campi fondamentali. Le certezze riguardano soprattutto un peggioramento dei problemi alimentari del Terzo Mondo in mancanza di una soluzione miracolosa di cui è difficile valutare il grado di probabilità. E, fra gli avvenimenti piú recenti, le cui ripercussioni negative sull'avvenire del Terzo Mondo sono di grande importanza, le piú gravi sono probabilmente quelle che sembrano provare che la scelta « socialista » o, piuttosto, le scelte « non capitaliste» non sono necessariamente la chiave per un migliore dominio dei problemi dello sviluppo economico. E questo anche, il che è molto importante, se le scelte socialiste apparissero le sole che siano state capaci di eliminare le gravi ineguaglianze sociali all'interno dei paesi interessati.

D'altra parte, il comportamento dei nuovi «ricchi del petrolio», che è altrettanto poco altruista di quello degli antichi « ricchi dello sviluppo », costituirà un freno importante a una necessaria e auspicabile maggior azione delle società sviluppate in favore del Terzo Mondo. Altri fattori s'aggiungono al rischio di una riduzione di un vero aiuto verso il Terzo Mondo, in particolare il rallentamento della crescita di questi ultimi anni, il comportamento felicemente eccezionale (e di conseguenza messo in rilievo) di alcune dittature del Terzo Mondo, e anche l'aiuto quasi insignificante dato dai paesi sviluppati dell'Est. (P. Bruter).

  Pista di riflessione sul testo.

Queste osservazioni sono state scritte nel 1980 come si può facilmente intendere. Individuare le previsioni e valutare quanto è oggi sulla linea di quelle previsioni e quali novità, allora imprevedibili, sono sopravvenute (in un testo di 150 parole). Per rispondere occorre avere una sommaria idea dei mutamenti sopravvenuti dal 1989.